"A Casa Puppo"... con Simone Moro: "Il Coronavirus deve diventare un'opportunità. E l'Italia rinascerà"

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"A Casa Puppo"... con Simone Moro: "Il Coronavirus deve diventare un'opportunità. E l'Italia rinascerà"

Il primo appuntamento con l'intervista live del direttore di NEVEITALIA, Dario Puppo, che ha ospitato uno dei più grandi alpinisti della storia. E i temi e le riflessioni sull'emergenza mondiale non sono mancati...

“A Casa Puppo” con... Simone Moro.

La diretta di NEVEITALIA con il direttore Dario Puppo e uno dei più grandi alpinisti della storia ha affrontato in primis l'approccio che si deve avere in un momento di emergenza come quello che sta vivendo la popolazione mondiale.

Momenti difficili che Moro ha affrontato nell'arco di una carriera straordinaria e che, da bergamasco che sta soffrendo per la perdita di tanti amici, può indicare una via d'uscita. “L'emergenza Coronavirus ci darà anche un'opportunità, come accadde nel dopo guerra. L'alternativa è la catastrofe e l'uomo si ribellerà a tutto questo, ma noi italiani in particolare siamo capaci di ricostruire e confido in questo”.

Anche nel mondo dell'alpinismo non ci saranno chiaramente spedizioni nei prossimi mesi: “Nepal e Pakistan sono tra i paesi più poveri al mondo e hanno chiuso la stagione, pur vivendo solo di turismo. Dovesse scoppiare ai nostri livelli il problema Covid-19 in quelle zone, sarebbe un autentico disastro e anche lo stesso Alaska farà lo stesso, quindi quello del 2020 sarà un alpinismo “domestico”, ovvero sulle proprie montagne quando sarà possibile. E sarà bello riscoprirle per tanti”.

E la scalata al K2 invernale? “Ho dimostrato la maturità di non ammalarmi di vette, ho perso troppi colleghi perchè per loro era troppo importante farlo. Potrei essere aperto a questa possibilità solo se trovassi un equilibrio per farlo senza sentirmi blasfemo in base ai miei principi, per questo ho lasciato aperta una finestra”.

Moro sta scrivendo il suo undicesimo libro (che uscirà nel mese di ottobre) che traerà spunto “dai miei fallimenti e dalle mie ricostruzioni personali per tornare a vincere. Avevo già deciso di farlo prima che cominciasse questa emergenza e in qualche modo sembra legarsi proprio alla situazione”.

A fine 2019, Simone ha vissuto un mese in camera ipobarica a Bolzano, assieme ad un'altra fuoriclasse qual è Tamara Lunger, per un esperimento valido quale ricerca scientifica che “non rifarei, semplicemente perchè è stato visto come un tentativo di scorciatoia, visto che l'Italia lo considera doping. A 52 anni non credevo di dover dimostrare di non aver bisogno di queste cose, ma che l'abbiamo fatto per permettere di studiare strategie e forme di cura per le persone con problemi respiratori. Abbiamo vissuto un mese di volontaria costrizione in un ambiente con quota dai 5mila sino ai 7600 metri d'altitudine, senza però aggiungere lo stress della temperatura, quindi non faceva freddo”.

Pur avendo la possibilità di allenarsi all'aperto trattandosi di un professionista, Moro ha scelto di “non approfittarne anche per dare l'esempio. La resilienza è determinante e io ne so qualcosa, avendo vissuto 19 spedizioni invernali e quindi 5 anni della mia vita tra i -10° e i -60°. Mi sono abituato a dover aspettare, mi alleno 3-4 ore al giorno in casa e penso sempre al dopo, cercando di trasformare in un vantaggio il lavoro a secco. Questo periodo, nel dramma, potrà farci bene e, lo ripeto, diventare un'opportunità.

Mi sento anche di dire che, fossi nel governo, permetterei la camminata individuale, evitando chiaramente qualsiasi uscita di gruppo, perchè il movimento ci metterebbe in condizione di essere ancora più rispettosi in un periodo che sarà ancora lungo. Spero possa esserci una giusta concessione, ben monitorata, dell'attività motoria nel nostro paese”.

Nel video, potete riascoltare tutta la diretta della chiacchierata tra Dario Puppo e Simone Moro.

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