Torino 2006. Lezione di tiro della Russia e suicidio strategico tedesco nella staffetta femminile

Torino 2006. Lezione di tiro della Russia e suicidio strategico tedesco nella staffetta femminile
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BiathlonBiathlon - 10 anni fa

Torino 2006. Lezione di tiro della Russia e suicidio strategico tedesco nella staffetta femminile

Il 23 febbraio 2006 sulla pista di Cesana San Sicario il programma del biathlon ai XX Giochi olimpici invernali prevede la staffetta femminile che, a differenza della pirotecnica prova maschile, non riserva sorprese e regala ben poco spettacolo. Gli unici botti sono rappresentati dalle lungimiranti scelte fatte da Uwe Müßiggang alla vigilia.

In base a quanto visto nelle gare individuali Germania e Russia appaiono avere qualcosa in più di tutte le altre nazioni, mentre Francia e Norvegia sono le più accreditate nella corsa al gradino più basso del podio. La formazione tedesca però è ben diversa da quella attesa poiché, in maniera del tutto inaspettata, il capo allenatore teutonico esclude Uschi Disl in favore di Katrin Apel.

Il brillante Müßiggang, non pago del clamoroso errore strategico commesso nella scelta del gruppo di partenza per la sprint, decide di fornire all’umana stirpe una nuova dimostrazione del suo acume tattico e della sua sagacia, spiegando come segue l’eccellente bocciatura:

“A dire il vero avevo già deciso sin dalla tappa di Oberhof (disputate 6 settimane prima, nda). Siccome in staffetta la distanza per le donne è di soli 6 chilometri, le buone tiratrici sono preferibili alle fondiste poiché su un tracciato più corto non possono fare la differenza come al solito. Dunque Glagow e Henkel sono state selezionate sulla base delle loro buone performance al tiro, così come Kati Wilhelm. Nonostante Katrin Apel non sia certo la miglior tiratrice, ho scelto lei anziché Disl perché quest’ultima è finita nel giro di penalità sia a Östersund che a Oberhof”.

Il ragionamento di Müßiggang non farebbe una piega se davvero la decisione dovesse essere presa tra una tiratrice con difficoltà sugli sci e una forte fondista con limiti al poligono. Peccato che nella realtà dei fatti la situazione sia completamente diversa.

Dati alla mano, nella stagione in corso Disl sta sparando con l’80,4%. Apel si attesta sull’81,2%. La differenza fra le due è quindi pari a un misero 0,8%! Sugli sci stretti invece non c’è partita, poiché Uschi è nettamente migliore di Katrin. Insomma, de facto l’head coach tedesco decide che fra due atlete equivalenti al tiro è meglio schierare la più lenta nel fondo!

Per di più giustifica la scelta dicendo di “preferire Apel a Disl perché la seconda è finita nel giro di penalità sia a Östersund che a Oberhof”. D’accordo Uwe, ma a Oberhof nel giro di penalità c’è finita anche Apel che, per di più, aveva già percorso l’infausto anello a Hochfilzen!

In altre parole, è vero che la trentacinquenne bavarese ha dovuto girare in due staffette, ma lo stesso discorso vale per la trentatreenne della Turingia! Quindi PERCHE’ i giri di penalità di Disl sono un problema e quelli di Apel no? Perché forse Müßiggang ha visto solo quelli di Uschi ed era a mangiarsi un panino mentre la stessa cosa succedeva a Katrin?

Avesse detto “Stanotte ho sognato che avremmo vinto la medaglia d’oro e il quartetto non contemplava Disl”, oppure “Metto Apel perché preferisco le bionde alle more”, o in alternativa “Di solito faccio i quartetti per la staffetta usando i bastoncini di Shanghai e ieri quello associato a Disl è finito più lontano dagli altri quattro”, sarebbero state spiegazioni altrettanto deliranti, ma almeno non avrebbero potuto essere smentite dai fatti.

Avesse motivato la sua scelta dicendo “Tarapìa tapiòco! Prematurata la supercazzola, o scherziamo? Scusi, loro sono in quattro. Come se fosse antani anche per lei soltanto Disl, oppure Apel anche scribàcchi confaldina? Come terza frazionista, per esempio. Guardate l’indice di Disl mentre spara, lo vedete il dito? Lo vedete che stuzzica? Che prematura anche? Ma allora io vi potrei dire, anche con il rispetto per Uschi, che anche soltanto le due cose come giro di penalità, capite?” sarebbe stata una giustificazione meno assurda di quella fornita nella realtà.

Immaginate di trovarvi davanti a un bivio su una strada di montagna a voi ignota. C'è nebbia e dovete scegliere da che parte andare. Scorgete un abitante del luogo che sta passeggiando e gli chiedete informazioni. Lui vi risponde “Il percorso di sinistra è pericoloso perché è pieno di buche e di curve che danno sovente su uno strapiombo senza alcuna protezione.  Anche il percorso di destra è pericoloso perché è pieno di buche e di curve che danno sovente su uno strapiombo, però almeno da questa parte c’è il guard rail”. Voi quale opzione scegliereste? Fate conto che Müßiggang, per la staffetta di Torino 2006, decide di andare a sinistra.

Mentre ci si interroga ancora su quale film abbia visto quest’uomo per scegliere – a parità di precisione – la donna più lenta nel fondo, e soprattutto come sia possibile che questa sorta di Ispettore Clouseau poco simpatico abbia potere decisionale, la gara comincia.  

Il lancio dice subito bene alla Russia poiché un’Anna Bogaliy tirata a lucido riesce a staccare tutte le avversarie, cambiando in testa con una dozzina di secondi di margine sulla sorprendente bulgara Pavlina Filipova e sulla tedesca Martina Glagow, costretta a utilizzare tre ricariche (due in più della battistrada). Michela Ponza si prende il lusso di cedere il testimone in quarta posizione, mentre la bielorussa Ekaterina Ivanova è quinta. La notizia principale del primo segmento di gara è rappresentata dalle enormi difficoltà di Norvegia e Francia. Tora Berger finisce nell’anello di penalità dopo il tiro a terra e paga 1’20”, mentre Delphyne Peretto soffre oltremodo e cede 1’40”.  

In seconda frazione Svetlana Ishmouratova fa meglio di Andrea Henkel sia sugli sci che al poligono, guadagnando una ventina di secondi all’avversaria e portando la Russia ad avere 32” sulla Germania. Mentre la Bulgaria sparisce dagli schermi radar, Liv Grete Poirée si rende protagonista della miglior performance dei suoi Giochi olimpici torinesi riportando la Norvegia in terza posizione a 1’08” dai battistrada. Olga Nazarova mantiene in quota la Bielorussia, quarta a 1’16”. Florence Baverel recupera posizioni, ma perde ulteriormente tempo, di conseguenza la Francia cambia quinta a 1’46” dalla testa e a 38” dalla medaglia. L’Italia, con una Saskia Santer senza infamia né lode, scivola al decimo posto.

La terza frazione si rivela decisiva nella corsa al successo. Olga Zaitseva e Katrin Apel si equivalgono sugli sci. La russa però è perfetta al poligono, mentre la tedesca finisce nell’anello di penalità dopo il tiro in piedi. CHI L’AVREBBE MAI DETTO! Fortuna che c’è lei anziché Uschi Disl perché almeno nel fondo può far mangiare la polver…. Ah no, è la bavarese quella forte sugli sci. In pista c’è la più lenta delle due gemelle al tiro. Mentre tutto il parterre ride di Uwe Müßiggang, lui deve ringraziare di vivere in un Paese civilizzato, poiché in altri lidi non avrebbe fatto in tempo a vedere il tramonto. La Russia si invola verso il successo cambiando con 1’11” di margine sulla Germania che, fortunatamente, ha un solidissimo vantaggio sulle inseguitrici dirette. La Bielorussia, che in questo segmento ha schierato Ludmilla Ananko, sta disputando una gara di grande regolarità ed è terza a 2’03” da chi mena le danze. Sylvie Becaert svolge egregiamente il proprio dovere e cede il testimone a 2’30”, scavalcando un’opaca Gunn Margit Andreassen, quinta a 2’34”. L’Italia paga le croniche difficoltà al poligono in piedi di Nathalie Santer e cambia dodicesima.

L’ultima frazione è pura accademia. Troppo solida Albina Akhatova perché possa dilapidare un margine di oltre un minuto. Troppo distante Kati Wilhelm per poter recuperare terreno alla precisissima coetanea. L’unico motivo d’interesse è la corsa per il gradino più basso del podio, da cui si chiama subito fuori un'opaca Linda Tjørhom. Olena Zubrilova fa tutto il possibile, ma nel giro conclusivo non ha modo di replicare a Sandrine Bailly, che per l’ennesima volta nella stagione in corso sfodera una prestazione monstre in staffetta e svernicia la più esperta avversaria.

Dunque medaglia d’oro alla Russia, sensazionale al tiro (appena due ricariche usate in tutta la gara!) e molto competitiva anche sugli sci. L’argento va alla Germania, penalizzata dall’imprecisione, dall’incapacità di fare la differenza nel fondo (eccezion fatta per Wilhelm) e dalle allucinanti scelte del suo head coach. Il bronzo è della solida Francia, mentre la positiva Bielorussia si deve accontentare del quarto posto. Prosegue invece l’edizione da incubo della Norvegia femminile, quinta, e ancora digiuna di medaglie in quel di Torino. L’Italia, con Barbara Ertl a chiudere, galleggia in dodicesima piazza fino al traguardo.

Domani giorno di riposo, mentre il programma si chiuderà il 25 con le mass start.

 TORINO 2006 – STAFFETTA FEMMINILE
1. RUS [Bogaly, Ishmouratova, Zaitseva, Akhatova] (0+2) 1:16’512”5
2. GER [Glagow, Henkel, Apel, Wilhelm] (1+8) a 50”7
3. FRA [Peretto, Baverel, Becaert, Bailly] (0+8) a 2’26”2
4. BLR [Ivanova, Nazarova, Ananko, Zubrilova] (0+8) a 3’07”1
5. NOR [Berger, Poirée, Andreassen, Tjørhom] (1+13) a 3’21”9
6. SLO [Gregorin, Mali,Grudicek, Brankovic] (1+11) a 3’43”2
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8. ITA [Ponza, Santer S., Santer N., Ertl] (3+9) a 6’30”2

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