La Coppa del Mondo maschile di biathlon 2015-'16 passerà alla storia come una delle più scintillanti della carriera di Martin Fourcade, protagonista indiscusso dell'inverno.
Il francese ha dominato la scena al punto tale da chiudere con largo anticipo sia la corsa alla Sfera di cristallo assoluta, che quella per tutte le classifiche di specialità. Come se non bastasse ha conquistato tre dei quattro ori iridati messi in palio, mancando esclusivamente quello della mass start.
Questa supremazia non deve sorprendere, poiché il transalpino è tornato a esprimere appieno il proprio potenziale, dimostrando come la mononucleosi che lo ha colpito nell'estate 2014 abbia effettivamente condizionato il suo rendimento sugli sci nel successivo inverno.
Infatti nel 2014-'15 il catalano non aveva mai messo in mostra quello strapotere, ritrovato invece nell'annata appena conclusa. Sommando questo fatto alla precisione rimasta sostanzialmente invariata (leggera flessione dall'89,5% all'88,2%), si capisce la ragione della superiorità del ventisettenne di Fort Romeu.
Il risultato dell'addizione è ovvio. Se il biathleta più competitivo del circuito sugli sci spara con percentuali vicine al 90%, semplicemente non ci può essere partita per gli altri.
Il dominio di Fourcade non è dunque una questione di mancanza di avversari, a meno che non si voglia incolpare il resto del mondo di non essere fenomenale quanto lui. I fenomeni sono per definizione unici in qualsiasi ambito della vita.
Dire che il francese domina "perché non ha avversari" è come sostenere che la voce di Freddie Mercury spiccasse rispetto alle altre solo perché il resto del mondo era stonato, oppure che Marilyn Monroe apparisse bellissima esclusivamente perché tutte le sue contemporanee erano racchie.
Considerando come il transalpino abbia 27 anni, e nel biathlon si raggiunga in genere la piena maturità agonistica fra le 28 e le 32 primavere, viene da chiedersi quanto possa ancora durare il regno di Fourcade. Forse fino a quando ne avrà voglia?
Effettivamente nel giro di un paio di anni Martin rischierà di trovarsi a corto di motivazioni. Ha vinto e rivinto tutto, probabilmente il suo palmares crescerà ulteriormente nel prossimo biennio, ma poi cosa accadrà dopo i Giochi olimpici del 2018?
Il catalano sarà prossimo ai 30 anni, un'età in cui di solito si inizia a tracciare un primo bilancio della propria vita, avrà una bacheca stracolma di trofei e soprattutto una figlia di due anni e mezzo. Comprensibile pensare che possa decidere di fare altro della sua esistenza, optando per un ritiro precoce.
Per ora il fuoco interiore è ancora molto forte, Martin ha fatto capire di voler eguagliare (se non addirittura battere) il primato di 6 Coppe del Mondo consecutive stabilito in campo femminile da Magdalena Forsberg. C'è però chi potrebbe mettersi di traverso fra lui e questo progetto.
Si tratta di Johannes Bø, riuscito a chiudere secondo la classifica generale della stagione 2015-'16 nonostante un inizio opaco. Certo, i punti di ritardo dalla prima posizione sono ben 332, ma il norvegese ha puntato tutto sui Mondiali di casa. Il giovane scandinavo invece l'anno prossimo potrebbe decidere di sfidare l'attuale dominatore del circuito nella corsa alla Sfera di cristallo.
Vedremo come verrà impostata la preparazione estiva dal ventiduenne di Stryn che, dal canto suo, ha archiviato due ori nella manifestazione iridata, proponendosi come uno dei protagonisti dell'inverno, così come il suo connazionale Ole Einar Bjørndalen.
A 42 anni suonati il veterano di Simostranda si è rivelato ancora vincente in Coppa del Mondo, raccogliendo 2 argenti e 1 bronzo ai Mondiali, a cui si aggiunge l'oro con la staffetta. Teoricamente dovrebbe appendere sci e carabina al chiodo, ma in realtà nessuno nell'ambiente ci crede davvero. In molti, per non dire tutti, sono convinti di vederlo in pista fino al 2018. La primavera ci dirà se opterà per il ritiro, oppure impreziosirà il circuito per altre due stagioni.
Quest'ultimo discorso vale anche per Emil Hegle Svendsen che, a dispetto degli haters, ha ulteriormente arricchito il suo palmares in tema di medaglie, salendo sul podio sia a livello individuale che nella staffetta. Sicuramente il suo rendimento nell'ultimo biennio non è stato all'altezza del passato, ma il trentenne di Trondheim rimane una delle icone della disciplina e uno dei biathleti più vincenti di sempre.
Fra i protagonisti del 2015-'16 impossibile non citare anche Anton Shipulin, Simon Schempp e Tarjei Bø. Chi più, chi meno, ha bucato l'appuntamento con i Mondiali, ma il loro bilancio non può certo essere considerato negativo. Il russo ha chiuso sul podio della classifica generale, il tedesco ha la seconda media punti più alta dopo quella di Fourcade, e il norvegese è tornato a livelli d'eccellenza dopo troppi malani.
Merita una buona parola per l'Austria, che sta lavorando bene e il prossimo anno ospiterà i Mondiali. Simon Eder ha disputato una delle migliori stagioni della carriera a 33 anni, Dominik Landertinger si è ritrovato e Julian Eberhard ormai ha assunto i contorni del jolly. Attenzione a loro durante le gare di Hochfilzen 2017.
Quali sono state le delusioni? Sicuramente Jakov Fak e Ondrej Moravec. In particolare il primo si è espresso adeguatamente solo durante i Mondiali, dopo aver proclamato di voler chiudere al secondo posto la classifica generale. Il ceco invece ha pagato ripetuti problemi fisici.
Infine passiamo al capitolo Italia. Il bilancio dell'inverno è in chiaroscuro, ma il barometro quantomeno tende al sereno guardando a Dominik Windisch, che ha finalmente assunto il ruolo che tutti gli addetti ai lavori gli pronosticavano da anni, quello di leader del movimento azzurro.
L'impressione è che per il ventiseienne altoatesino il meglio debba ancora venire. I mezzi a disposizione sono notevoli e la sua maturazione agonistica appare solo all'inizio. Con ogni probabilità il rappresentante dell'Esercito si toglierà belle soddisfazioni in futuro.
Lukas Hofer invece non riesce a uscire dal limbo dove è entrato ormai da un biennio. La sua stagione è stata senza infamia e senza lode, sempre con l'impressione che gli sia mancato il classico centesimo per fare l'euro per realizzare almeno uno dei suoi exploit.
Nonostante l'annata senza acuti, il carabiniere di San Lorenzo di Sebato ha solo 26 anni, quindi ha tutte le carte in regola per poter ritornare l'atleta in grado di chiudere nelle prime venti posizioni della classifica generale, magari facendo un paio di comparsate sul podio durante l'inverno.
Dietro ai due altoatesini classe 1989, il movimento italiano dovrà necessariamente cercare di ricostruire quel "sottobosco" attualmente assente. Christian De Lorenzi appende gli sci al chiodo dopo oltre un decennio di onorata carriera e, al momento, l'unico ragazzo dimostratosi competitivo in Coppa del Mondo è Thomas Bormolini.
Bisognerà quindi lavorare bene con i tanti atleti visti in Ibu Cup durante l'annata in corso, nella speranza che i risultati di Windisch e Hofer possano fare da ombrello e termine di paragone per la crescita delle seconde linee.
BOLLETTINO NEVE
LOCALITÀ | I.APERTI | H. Min/Max |
---|---|---|
Breuil-Cervinia | 13/15 | 60-150 cm |
Saas-Fee | / | 0-0 cm |
Ghiacciaio Presena | 0/30 | 0-20 cm |
Ghiacciaio Val Senales | 6/11 | 25-81 cm |
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