A distanza di quattro anni dall'ultimo successo ottenuto in Cina da Jeremy Abbott, un pattinatore statunitense è tornato sul gradino più alto del podio in una tappa di qualificazione del Grand Prix.
Il merito non è stato dell'atteso e tanto pubblicizzato Jason Brown, ma di Max Aaron, che, al termine di una lotta sul filo dei centesimi con il giovane giapponese Shoma Uno, ha espugnato la "UW–Milwaukee Panther Arena" di Milwaukee, sede di Skate America. Peraltro, per trovare un successo a stelle e strisce nell'appuntamento di casa, è necessario tornare al lontano 2009 quando Evan Lysacek si impose a Lake Placid.
La trentaquattresima edizione di Skate America si è perciò conclusa in maniera trionfale per il movimento statunitense, capace di ottenere due successi e podi in ciascuna competizione.
Il ventitreenne Aaron, dopo avere pattinato un programma corto senza sbavature degne di nota, si è ripetuto nel segmento più lungo di gara evidenziando una consistenza sugli elementi di salto, vista a intermittenza nel passato. Sceso in pista sulle note della colonna sonora del film "Black Swan", l'allievo di Tom Zakrajsek ha eseguito in maniera impeccabile due quadrupli salchow e sei salti tripli, tra cui due axel di elevata fattura. L'unico piccolo passaggio a vuoto è arrivato sul banale doppio axel finale, ma non ha macchiato in alcuna maniera una prestazione da primo della classe. In particolare, ha destato impressione la notevole condizione atletica del vincitore, capace di eseguire nella seconda metà della musica un quadruplo salchow, un triplo axel e la combinazione triplo lutz/euler/triplo salchow. La qualità evidenziata sugli elementi di salto, abbinata ad una coreografia studiata ad hoc per nascondere i principali difetti, ha consentito ad Aaron di abbattere per la prima volta in carriera la soglia degli ottanta punti sulla somma delle componenti del programma e di ritoccare tutti i primati personali. A margine, va rimarcato come il 258.95 ottenuto a Milwaukee rappresenti la terza prestazione all-time per il movimento statunitense alle spalle dei riscontri raggiunti nella passata stagione da Brown (263.17) e da Farris (260.01)
L'ancora diciassettenne giapponese Shoma Uno è stato il migliore del lotto nel programma libero, ma per debuttare nel Grand Prix con un successo è mancato all'appello poco più di un punto e mezzo. Il campione iridato juniores è riuscito ad eseguire il layout di salto pianificato completando due quadrupli toeloop, il secondo dopo tre minuti di programma, sette salti tripli, tra cui due axel, e un doppio axel. Le uniche piccole sbavature hanno riguardato l'atterraggio del primo quadruplo toeloop, salvato con destrezza, e la trottola combinata finale cui è mancata una delle posizioni richieste. Per il resto, l'allievo di Machiko Yamada si è fatto notare per l'innata capacità di restare sempre sulla nota deliziando il pubblico con una convincente interpretazione della Turandot di Puccini.
In un programma libero in cui tutti gli atleti in gara hanno effettuato almeno un tentativo di salto quadruplo, i primi due classificati hanno fatto il vuoto infliggendo distacchi abissali alla concorrenza.
Il podio è stato completato dallo statunitense Jason Brown, che, nonostante gli errori sugli elementi di salto di maggiore valore, è riuscito a rimanere in quota grazie al migliore riscontro in assoluto sulla somma delle componenti del programma. La prova del campione nazionale a stelle e strisce è stata caratterizata dall'eccellenza su passi, trottole e passaggi di transizione, ma macchiata da troppi atterraggi incerti.
Il cinese Han Yan e il giovane russo Adian Pitkeev, rispettivamente quarto e sesto, hanno perso la possibilità di salire sul podio mancando un tentativo di triplo axel, aperto in volo in fotocopia dopo una sola rotazione. Il diciassettenne allievo di Eteri Tutberidze ha però completato due quadrupli toeloop togliendosi la soddisfazione di sbriciolare il primato personale. Nel mezzo si è piazzato il russo Konstantin Menshov, che nelle tappe di Grand Prix ha già collezionato sei piazzamenti tra quarto e quinto posto. Il quasi trentatreenne di San Pietroburgo, sul podio al termine dello short program, è stato tradito da una caduta su quadruplo salchow e dal secondo tentativo di quadruplo toeloop non andato a buon fine.
Merita una menzione l'ottavo posto finale del ventenne figlio d'arte Brendan Kerry, primo australiano nella storia a infrangere la barriera dei duecento punti. Tra le altre cose, numeri a parte, non sono passati inosservati l'ottimo quadruplo toeloop e i due tripli axel completati nel programma libero.
Le note dolenti della gara portano i nomi di Denis Ten e Takahito Mura, alla fine nono e decimo, complici problemi fisici di diversa sorta. Il ventiduenne kazako ha confermato il suo rapporto complesso con il Grand Prix, palesando una chiara impressione di smarrimento dopo ciascuna delle tre cadute di giornata. Per fotografare la prestazione del medagliato olimpico, è sufficiente rimarcare come i primi quattro elementi di salto abbiano garantito alla causa poco meno di dieci punti anzichè gli oltre quarantadue pianificati al netto del grado di esecuzione.
Grazie a Max Aaron, gli Stati Uniti hanno archiviato il diciannovesimo successo in una tappa di qualificazione, cui vanno aggiunte due affermazioni in finale (Abbott e Lysacek).
CLASSIFICA FINALE
1) USA - Max AARON
258.95 (1|2) PB
2) JPN - Shoma UNO
257.43 (4|1) PB
3) USA - Jason BROWN
238.47 (8|3)
4) CHN - Han YAN
236.03 (2|5)
5) RUS - Konstantin MENSHOV
230.79 (3|6)
6) RUS - Adian PITKEEV
230.75 (5|4) PB
7) USA - Ross MINER
215.11 (7|8)
8) AUS - Brendan KERRY
203.48 (11|7) NR
9) KAZ - Denis TEN
201.52 (6|11)
10) JPN - Takahito MURA
200.83 (10|9)
11) FRA - Florent AMODIO
197.45 (9|10)
12) ISR - Alexei BYCHENKO
171.83 (12|12)
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