In questa fase della stagione, Evgeni Plushenko, uno dei pattinatori più grandi di tutti i tempi, è impegnato negli allenamenti presso la sua San Pietroburgo, ma, proprio ieri, ha potuto prendersi un momento di distrazione per ricoprire l'ambito ruolo di tedoforo lungo le vie della città.
Nell'attesa di tornare a gareggiare (pare che tra il 7 e il 10 novembre possa partecipare alla Volvo Cup di Riga), il campione olimpico del 2006, nonchè tre volte medagliato a cinque cerchi, è diventato protagonista di una rubrica settimanale sul network Eurosport in cui affronta, senza peli sulla lingua, temi personali e di pattinaggio.
L'appuntamento con Plushenko, denominato "la verità di Evgeni", accompagnerà i telespettatori del rinomato network sportivo fino all'atto conclusivo del Grand Prix.
A grande richiesta, si è deciso di proporre i concetti più interessanti espressi dal sette volte campione continentale e tre volte vincitore del titolo mondiale. Peraltro, per chi non ne fosse a conoscenza, è opportuno ricordare che Evgeni Plushenko ha vinto in carriera diciotto tappe di qualificazione del Grand Prix, nonchè quattro finali.
Possiamo ritenere definitivamente risolti i problemi fisici e come può essere valutato lo stato di forma attuale?
"Innanzitutto sono ancora vivo dopo l'operazione, non però un'operazione qualsiasi in quanto l’intervento chirurgico alla schiena è stata piuttosto delicato. In ogni caso, dopo otto mesi ho ricominciato a pattinare e con il passare dei giorni ho iniziato a sentirmi sempre meglio. Ora posso allenarmi comodamente e non ho problemi a saltare. Sono già in grado di seguire il quadruplo toeloop, il triplo axel e anche tutti gli altri tripli. Al momento, sono concentrato sul tornare al più presto in gara. Sarà la mia ultima stagione "amatoriale" e perciò voglio che ogni aspetto funzioni al meglio. Finalmente sono in salute e, nonostante ben dodici operazioni subite nel corso della mia lunga carriera, mi sento benone. Insomma, non vedo l'ora di gareggiare"
Quanto è faticoso continuare ad allenarsi, nonostante gli anni che inesorabilmente passano?
"Se si ha un sogno con un'idea chiara e precisa su come realizzarlo, non esiste nulla di duro e faticoso. Per come la vedo io, la vita diventa difficile quando à necessario esseri operati, è dura quando si è infortunati, ma non può essere faticoso fare il lavoro che si ama e si è sempre amato. Io adoro pattinare, amo quello che riesco ad eseguire sul ghiaccio. Sinceramente, non trovo faticoso rimettersi in discussione, ma piuttosto facile".
Cosa spinge realmente un fuoriclasse che ha vinto su ogni fronte a rimettersi in gioco?
"Ho preso la decisione di continuare a gareggiare subito dopo i Giochi Olimpici di Vancouver. Non lo nascondo, non ero per nulla soddisfatto del secondo posto. Ho perciò deciso di proseguire la carriera agonistica e soprattutto di lavorare per essere della partita ai Giochi Olimpici del 2014. La gara di Sochi rappresenta l'occasione ideale per chiudere la mia carriera. Il mio sogno è sempre stato quello di ritirarmi definitivamente dopo aver gareggiato in Russia. Potrò così dire di aver cominciato in Russia venti anni fa e di aver finito laddove tutto era iniziato".
Quali sono i piani per il futuro. E’ plausibile l’ipotesi di una carriera da allenatore?
“Di preciso non lo so. Forse un giorno potrei diventare allenatore, ma, in questo momento, non si tratta di un argomento che rientra nei miei pensieri. Ho condiviso il ghiaccio con alcuni dei più grandi di sempre ed ora mi capita di lavorare fianco a fianco con ragazzi più giovani. Se posso, cerco di dare una mano a tutti. Ad esempio, se noto che un elemento è stato affrontato senza la tecnica corretta, cerco di intervenire e di dare i consigli più utili. Quando mi ritirerò definivamente dall’agonimso, intraprenderò una lunga tournèe di spettacoli in giro per il mondo. Se non sbaglio, dovrebbero essere quaranta o magari anche di più. Pattinerò in Giappone, Cina, in vari stati europei e forse negli Stati Uniti. Perciò, nell’imminente futuro, sarò in altre vicende affaccendato. Nulla toglie che tra cinque o forse dieci anni possa dedicarmi alla carriera di allenatore, si vedrà…”
Un parere su Brian Joubert?
"Innanzitutto è un amico, ma soprattutto è un grande combattente. Non credo che ll piazzamento ottenuto negli ultimi Mondiali sia giusto. Insomma, ha completato due quadrupli, meritava almeno di arrivare quarto. Oltre ad essere un grande pattinatore, è anche un ragazzo come si deve. Non è un caso se Brian ha sempre avuto numerosi supporter, me ne sono reso conto partecipando a tanti spettacoli sul ghiaccio insieme a lui. Posso dire di conoscerlo bene.".
Può valere ancora i primi cinque posti al Mondo, malgrado l'età?
"Perchè no? Anche se non è più giovane, Brian continuerà a lottare per rimanere tra i migliori. Non trovo che ci siano grandi differenze tra di noi. Io ho 31 anni, lui ne ha 28. Ora è un uomo, non più un ragazzo. Resta un pattinatore con una grande energia e un autentico combattente in grado di esaltarsi come pochi in gara. Ricordo ancora il suo libero nei Mondiali di Mosca del 2011 con due quadrupli e una tappa di Grand Prix a Mosca in cui presentò tre quadrupli".
Denis Ten può venire già annoverato nella schiera dei Campioni?
"Negli ultimi Mondiali ha pattinato alla grande, ma, per ora, si tratta di una sola gara. Voglio mettere le mani avanti. Per quanto mi riguarda, lui è il campione mondiale in carica, il vero vincitore della competizione di London. Sono curioso però di vedere la qualità dei suoi suoi salti in questa stagione e in generale come pattinerà nell’anno olimpico, ma anche nel prossimo e poi in quello che verrà dopo. Per essere un grande campione, devi riuscire ad esprimerti ad alto livello per cinque/dieci anni, devi mostrare una buona tecnica ininterrottamente, devi presentare con costanza programmi puliti. Non basta una sola gara, ma non nascondo che Ten abbia dimostrato di avere i mezzi per eccellere".
Un pensiero su Yuzuru Hanyu
“E’ estremamente elegante, longilineo e veloce sul ghiaccio. E’ senza dubbio un grande pattinatore. Per come la vedo io, è il numero uno in questo momento. Soprattutto, lo trovo completo come pochi. Ha grandi trottole, coreografie brillanti, e un indubbio carisma. Insomma, devo dire che mi piace, ma, a mio modo di vedere, ha ancora bisogna di lavorare e, in virtù della sua giovane età, può crescere ulteriormente".
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