Daisuke Takahashi ha annunciato il ritiro dalle competizioni

La notizia è giunta all'improvviso in quanto, a fine aprile, durante una cerimonia di premiazione avvenuta presso la "Kansai University", l'icona del pattinaggio nipponico aveva annunciato di voler attendere un anno prima di prendere una decisione definitiva riguardo il suo futuro.

Va però ricordato come nell'ultimo periodo della carriera abbia dovuto fronteggiare svariati problemi di natura fisica, che hanno irrimediabilmente compromesso i risultati. Peraltro, a marzo, proprio per via dei cronici patemi ad un ginocchio, era stato costretto a rinunciare ai Mondiali di casa, evento disegnato su misura per chiudere in bellezza una carriera di alto profilo.

"Ho preso la decisione di ritirarmi definitivamente", ha dichiarato Takahashi, "per concentrarmi sui prossimi obiettivi della mia vita. Per la verità, si tratta di una decisione improvvisa anche per me perchè inizialmente avevo pianificato di attendere un anno per poi valutare se tornare a gareggiare o smettere. Tuttavia, nella parte iniziale di questo periodo, quando ho pensato quale decisione prendere, ho provato disagio e mi sono reso conto che la scelta migliore era quella del ritiro definitivo. La vita è ancora lunga e non mancano progetti e possibilità interessanti che richiederanno tempo e passione. Al momento, non so ancora che cosa farò, ma era fondamentale compiere questo passo per poter guardare avanti"

Il versante agonistico della disciplina perde così una delle figure più rappresentative degli ultimi tre lustri ed uno degli interpreti di riferimento della storia.

Takahashi verrà per sempre ricordato come il precursore dell'età dell'oro del pattinaggio maschile giapponese. Nel 2002 ad Hamar in Norvegia divenne il primo pattinatore nipponico a conquistare un titolo mondiale juniores, nel 2010 è stato il primo a salire sul podio olimpico e, a distanza di poche setttimane, il primo a laurearsi campione iridato. Peraltro, nel 2012, è stato il primo ad aggiudicarsi il successo nella finale del Grand Prix. A conti fatti, in una carriera con pochi precedenti è mancato solamente il titolo olimpico.

Dal giorno del debutto, avvenuto nella tappa di Grand Prix di Gelsenkirchen (l'allora Bofrost Cup), ha disputato quarantotto competizioni di primo livello (Grand Prix, Mondiali, Four Continents, Olimpiadi, World Team Trophy), conquistando quattordici vittorie e ventinove podi. In bacheca campeggiano:

* 8 vittorie in tappe di qualifcazione del Grand Prix (l'ultima arrivata lo scorso novembre a Tokyo);
* 1 affermazione nella finale di Grand Prix (Sochi, dicembre 2012);
* 2 successi nei Campionati dei Quattro Continenti (Goyang City 2008 e Taipiei City 2011);
* 1 titolo Mondiale senior (Torino 2010) e un titolo Mondiale juniores (Hamar 2002);
* 2 prime posizioni nella gara maschile del World Team Trophy (2012, 2013);
* 1 bronzo olimpico individuale (Vancouver 2010);
* 3 medaglie complessive nei Campionati Mondiali (2007, 2010, 2012);
* 4 medaglie complessive nei Campionati dei Quattro Continenti (2005, 2008, 2011, 2012);
* 5 podi nella finale di Grand Prix (2005, 2006, 2007, 2011, 2012);
* 5 vittorie e 8 podi complessivi nei Campionati nazionali giapponesi

Inoltre, si è imposto in due edizioni delle Universiadi (2005 Innsbruck e 2007 Torino).

I Giochi Olimpici di Sochi, conclusi in sesta posizione, verranno ricordati come l'ultima competizione disputata.

Nel giro di pochi mesi, il movimento giapponese ha perciò dovuto rinunciare a Nobunari Oda, Akiko Suzuki, Miki Ando e Daisuke Takakashi, senza dimenticare che anche il proseguimento della carriera agonistica di Mao Asada resta in forte dubbio. Di fatto, si è ormai nel pieno di una nuova epoca.