Paralimpiadi, Andrea Chiarotti: “La vittoria con la Corea? Confermate le nostre capacità”

Paralimpiadi, Andrea Chiarotti: “La vittoria con la Corea? Mostrate le nostre capacità”
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Francesco A. Armillotta

HockeyParalimpiadi 2014

Paralimpiadi, Andrea Chiarotti: “La vittoria con la Corea? Confermate le nostre capacità”

Archiviata la prima vittoria alle Paralimpiadi di Sochi, la squadra azzurra di ice sledge hockey ha così trovato il modo più naturale per mettersi alle spalle le sconfitte pesanti e troppo severe patite nei giorni scorsi. Il 2-1 rifilato alla Corea mette la squadra italiana nelle condizioni di sfidare domani la Svezia (ore 13 italiane diretta tv su Rai Sport 1), giocandosi l’opportunità di accedere alla finale per il quinto posto. Queste le dichiarazioni del capitano azzurro Andrea Chiarotti dopo la vittoria ai danni dei coreani.

«Oggi è andata decisamente meglio e non possiamo che essere felici – esordisce un soddisfatto Chiarotti – siamo riusciti a fare quello che era nelle nostre possibilità. Purtroppo nelle partite dei giorni scorsi abbiamo disputato solo i primi due tempi in maniera giusta, poi ci siamo persi. Ha inciso la desuetudine nel giocare partite di questo livello, che ci ha portato soprattutto a prendere la “scoppola” dell’altro ieri (0-7 contro la Russia, ndr). Oggi le cose si sono messe in maniera diversa: siamo riusciti a tenere tutta la partita, anche perché facilitati dall’essere passati in vantaggio. E questo ci ha galvanizzato. In più ci ha aiutato anche il fatto che i coreani rientravano più tra gli “umani” e meno tra gli “extraterrestri”. Anche se abbiamo retto bene con entrambi (Usa e Russia, ndr) a inizio gara».

Guardando al prossimo impegno, il percorso verso i playoff per i piazzamenti, ha giovato, e molto, la vittoria contro i coreani. E metterà gli azzurri di fronte alla peggior classificata del girone A, la Svezia. «Il prossimo incontro con gli svedesi? Abbiamo cercato di vincere oggi – spiega Chiarotti - proprio per incontrare la quarta dell’altro girone. Nella pratica è pur sempre la squadra che ha lasciato più punti per la strada. Sulla carta dovrebbero essere avversari più abbordabili».

Sul vittorioso 2-1 dell’Italia, spicca l’avvicendamento dal 1’ del goalie titolare, Stillitano per lasciar spazio a ad Araudo. «Il cambio di portiere? Gabriele Araudo è stato bravissimo contro la Corea e c’è da dire che non era all’esordio qua a Sochi, perché era già stato sul ghiaccio per un tempo, l’altro ieri. Ciò non toglie nessun merito a quanto aveva fatto Santino Stillitano in precedenza. Se si pensa al passivo con la Russia, c’è da dire che hanno avuto anche una percentuale di realizzazione del 50%. Insomma, dipende anche dagli avversari contro cui giochi. Sono andato a consolare i coreani. Fa parte del rispetto per gli avversari, qualsiasi squadra affrontiamo. Ma prima, sul ghiaccio, si dà sempre il massimo. Del resto ci aspettavamo un match aggressivo da parte loro. Ma bisogna chiedere anche ai russi se si attendessero una buona prestazione nostra. Anche gli americani si sono sorpresi – precisa il capitano italiano -e sono venuti a complimentarsi con noi dopo la partita inaugurale. A guardare i risultati precedenti (1-5 e 0-7), si possono trarre delle conclusioni affrettate sul nostro valore. In realtà erano loro, da favoriti, ad avere la grande pressione addosso. Molto più di noi. Oggi siamo riusciti semplicemente a fare quello che sapevamo».

Andrea Chiarotti affronta anche un episodio che ha visto il team russo, prestare dell’attrezzatura di gara ai colleghi italiani per la partita odierna. «La Russia ci ha dato a prestito alcune mazze – conferma il torinese - ma tutto rientra nell’ambiente di questo sport, dove le partnerships con le altre squadre sono consolidate da tempo. Ad esempio, i norvegesi ci hanno dato i primi slittini e ci hanno insegnato questo sport facendo allenamento insieme in passato. Gli svedesi tuttora ci forniscono delle stecche. In questi giorni ci aspettavamo che arrivassero delle mazze in carbonio ordinate in Estonia, ma che non ci sono ancora giunte. I russi le avevano già ricevute e ce ne hanno date quattro-cinque. Si vede che hanno avuto meno difficoltà linguistiche! Ad ogni modo siamo contenti per il loro grande fair play, ma penso che ce le avrebbero prestate anche i coreani».

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