Paralimpiadi: azzurri ko, è un sesto posto storico. Ma che sfortuna con i cechi

Paralimpiadi: azzurri ko, è un sesto posto storico. Ma che sfortuna con i cechi
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Mauro Ujetto

Hockey

Paralimpiadi: azzurri ko, è un sesto posto storico. Ma che sfortuna con i cechi

Stavolta il miracolo non arriva. Il sogno di una nuova vittoria svanisce solo a pochi minuti dalla fine, ma l’onore e l’orgoglio per l'ottimo torneo paralimpico degli azzurri, si rafforzano. All’Italia dello sledge hockey rimane la consapevolezza di poter ambire in futuro al vero top dello sport su slittino. Anche se dopo la finalina per il piazzamento, gli azzurri si devono accontentare del sesto posto finale. La Repubblica Ceca vince 3-0, ma il risultato è davvero bugiardo, perché gli azzurri hanno seriamene rischiato di staccare i rivali durante i primi due periodi, salvo poi subire i tre gol negli ultimi 15’ di gioco. In ogni caso, per gli uomini di Massimo Da Rin arriva il miglior risultato mai ottenuto a una Paralimpiade, che migliora lo storico settimo posto ottenuto nel 2010.

Non era un match facile, quello contro i cechi. Una squadra “giovane”, nata qualche anno dopo la costituzione del movimento italiano in slittino nel 2003, ma capace di entrare stabilmente e presto nell’élite mondiale. La Repubblica Ceca si è infatti piazzata due volte consecutivamente quarta ai Mondiali e due volte di fila d’argento agli Europei. Nel computo dei precedenti con l’Italia, c’era da ricordarsi il ko agli shootout ai Giochi di Vancouver 2010 (nelle semifinali per il quinto posto). Però rammenta anche una delle vittorie più importanti nella storia degli azzurri, che risaliva al 2011 nella finale dell’Europeo. Finì 2-0 e fu un vero trionfo italiano.

Dal Canada alla Russia, nella splendida cornice della Shayba Arena di Sochi, le due Nazionali alzavano la posta in palio paralimpica. Coach Massimo Da Rin sceglie subito il goalie titolare: è Gabriele Araudo, che inizia al posto di Stillitano. E subito s’intuisce l’estremo tatticismo della gara, con difese attente e portieri protagonisti. Ma l’Italia è più pericolosa con Gianluigi Rosa, lanciato da Florian Planker, che costringe il portiere ceco Michal Vapenka a una difficile parata. Araudo emula il goalie avversario ed è super su un tentativo avversario. Poi arriva il palo di Habl nel momento più difficile del primo rittel, esattamente alla metà.

Gli azzurri non si abbattono, anzi alzano la pressione e Andrea Chiarotti prende in mano la squadra e colpisce il palo, pareggiando il computo con la Repubblica Ceca. Il capitano rimane con l’esultanza in gola dopo aver aggirato con astuzia il portiere avversario, senza però essere fortunato nel rimbalzo inevitabile. Lo 0-0 dei primi 15’ è sostanzialmente giusto, ma gli azzurri tirano di più in porta, anche se non sono precisi.

Nel secondo tempo gli uomini di Da Rin entrano in pista con lo stesso piglio intraprendente dei primi 15 minuti. L’Italia preme e dopo quasi 5’ arriva l’occasione colossale. Ancora “Chaz” Chiarotti scocca un tiro intelligente davanti al goalie avversario Vapenka. Il puck finisce sotto lo slittino dell’estremo e si ferma a pochi centimetri dalla linea del gol. Il capitano si getta per ribadire in rete a colpo sicuro, ma non ci arriva per pochissimo, prima che la difesa ceca respinga affannosamente. Ancora azzurri e ancora un errore sottoporta: Winkler non concretizza l’assist di un ispiratissimo Chiarotti, che aveva costretto la difesa avversaria a uscire.

I cechi provano a reagire, ma le loro azioni non portano a tiri pericolosi. Anzi, gli italiani sono attenti dietro e svelti nello sfruttare anche gli errori avversari. È il caso dell’azione di Rosa, che si lancia in una fuga lunga metà pista, salvo poi vedersi il tiro respinto da Vapenka grazie alla sua massiccia presenza sottoporta. Arriva anche il primo power play, per via dell’interferenza di Motycka ai danni di Corvino. Ma la superiorità numerica non viene sfruttata. E da lì a poco tempo arriverà il contrappasso.

La chiusura del tempo centrale porta infatti alla prima penalità per gli azzurri (e sarà anche l’unica dell'intero match). Colpa dell’ingenuo colpo proibito di Andrea Macrì, proprio allo scadere del tempo. Colpa di un gomito alto dell’attaccante torinese, l’Italia si porta in dote a fine rittel l’inferiorità che potrebbe spostare gli equilibri.

Così sarà, perché giocare con l’uomo in meno va presto in rete il capitano ceco Safranek dopo appena 1’34’’ dopo la ripresa del gioco. Lo 0-1 non demoralizza più di tanto l’Italia che si getta subito in avanti. Rosa e Winkler costruiscono l’uno-due per il possibile pareggio, ma la conclusione non va a bersaglio. C’è anche il tempo per tentare l’assalto in regime di power play (espulso il ceco Berger per interferenza), ma ancora una volta non c’è la precisione. Arriva così puntuale la punizione dello 0-2 con il gol di Geier. Col portiere Araudo lasciato fuori e il sesto uomo di movimento, l’Italia finisce per sbilanciarsi e a 15 secondi dalla fine delle ostilità arriva il pesantissimo 0-3 firmato ancora Geier, dopo che Chiarotti aveva avuto il disco del 2-1, ma ancora una volta la fortuna e la precisione non erano dalla sua. Finisce con il trionfo e la festa della Repubblica Ceca, che si conferma al quinto posto paralimpico. È difficile confermarsi? Probabilmente sì, ma l’Italia ha fatto di più e chiude i Giochi 2014 migliorandosi di un gradino dopo il settimo posto del 2010 (che già era stato salutato con profonda gioia). Ma ciò che conta, è il fatto che gli azzurri abbiano lottato contro chiunque. Il sesto posto è un premio al loro coraggio e al loro gruppo affiatato.

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