Comunque vada a finire, l’ice sledge hockey italiano si è già superato. La Nazionale ha centrato l’obiettivo più auspicabile e concretamente alla portata prima che iniziassero le Paralimpiadi di Sochi: migliorare il settimo posto del 2010, miglior risultato del team ai Giochi. Sfida superata. E venerdì pomeriggio si giocherà la finale per il quinto posto. Ma per arrivare a questo traguardo, gli uomini di coach Massimo Da Rin hanno dovuto superare la Svezia 3-2 all'overtime . Una prestazione esaltante quella degli azzurri, capaci di rimontare due reti di svantaggio negli ultimi 12 minuti, fino allo shoot decisivo e liberatorio del match winner Gianluca Cavaliere.
Dunque tra due giorni, i ragazzi del ghiaccio conosceranno il loro piazzamento paralimpico finale: quinto o sesto posto sfidando la Repubblica Ceca. In ogni caso, arriverà una posizione finale prestigiosa per l’Italia. Il traguardo raggiunto è giunto al termine di una partita che ha dimostrato ancora una volta la capacità di soffrire e di sapersi riprendere da situazioni davvero complicate. Come quella di scardinare l’arrocco svedese dopo oltre 20 tiri totali, sbattendo sistematicamente contro il portiere e difensori scandinavi.
La partita è iniziata con un primo tempo che sapeva di lenta attesa per uno sbocco naturale alla superiorità italiana, tra attacchi in forze e difese ordinate della squadra di Da Rin. Poi, però accade l’imprevisto: e la Svezia ci mette addirittura 13’58’’ per arrivare al primo tiro in porta della loro gara. Ma sopraggiunge l’improbabile: al primo tentativo, va in vantaggio. Ci pensa Per Kasperi. L’attaccante con la maglia numero 8 sblocca a sorpresa e clamorosamente il risultato, sfruttando l’assisti di From e una copertura affannosa della difesa italiana. Il 20enne nordico si trova davanti all’uscita di Stillitano e lo beffa dopo una carambola lenta del disco, che passa tra guanto, ascella dell’estremo italiano e finisce in rete. A nulla vale il tentativo di Leperdi di spazzolare via il puck dalla rete.
Il primo periodo si può riassumere così. Degli otto tiri azzurri nessuno si è convertito in gol. Un leit motive è chiaro, sembra chiarissimo da quel momento: gli svedesi a coprire le spalle all’ottimo loro goalie Ulf Nilsson e italiani imprecisi quando si tratta di colpire.
Nei secondi 15’, gli azzurri paiono non essersi ravveduti dal gol dello svantaggio. Infatti, l’Italia impiega cinque minuti per tirare in porta. Frutto della combinazione Corvino-Leperdi con tiro pericoloso ravvicinato di quest’ultimo. Gli azzurri però non sembrano avere in pugno i rivali come in precedenza e si espongono pericolosamente all volate del velocissimo Kasperi (respinta che sa di miracolo di Stillitano). La partita viene comunque controllata dagli italiani. Così Gianluigi Rosa ha la grande opportunità in power play (espulso Ingvarsson), ma non la sfrutta. Man mano prende le sembianze di un assedio azzurro pressoché completo, ma sterile. Florian Planker è l’uomo più pericoloso, ma i guantoni di Nilsson sembrano arrivare ovunque e quando questo non accade si presenta davanti agli azzurri un muro di maglie gialle.
Un’ostruzione di Winkler dà il via al primo penalty killing per Chiarotti e compagni. Durante i 2’ di svantaggio numerico, Stillitano toglie il disco dalla porta e dal palo negando uno 0-2 che sembrava cosa fatta. Ma il momento più difficile giunge di lì a poco, al 13’54’’, e si concretizza sei secondi più tardi. Anche Cavaliere finisce fuori dal gioco per penalità. In tre contro cinque, è facile per Kasperi bissare immediatamente, beffando Stillitano con un tiro basso ad appena 1’ dalla conclusione del tempo. Disco che s’infila sotto le slitte davanti alla porta e che non permette al goalie azzurro alcun riflesso efficace.
Sotto per 2-0 e con soli 15’ da giocare, il tecnico Massimo Da Rin cambia il portiere a inizio terzo rittel. Gabriele Araudo testa il ghiaccio e subito vede l’assedio verso la porta svedese e il solito muro come davanti al collega Nilsson. Per sbloccare il match serve un episodio determinante. Avvenimento che arriva per merito di Planker, che mette in difficoltà l’intesa tra il difensore Ingvarsson e Nilsson. Il secondo esce dalla sua area e l’azzurro ha un guizzo per servire Gianluigi Rosa, abile nel frattempo a proiettarsi in avanti: la porta è vuota e non può che arrivare il 2-1 a 12’ dalla conclusione.
In power play, l’Italia ha numerose occasioni. Ci prova il solito Planker in tutte le salse. Prima da lontano e poi a conclusione di una ripartenza. Supera, aggirandolo, anche Nilsson, ma centra il palo. Il forcing è totale, ma non basta. Ai -2’40’’, Da Rin chiama un timeout e sceglie di tenere sei uomini di movimento sul ghiaccio aggiungendo Macrì alla prima linea. Scelta che paga dopo appena 33 secondi, grazie al gol di Gregory Leperdi, rapace e senza timore nel cercare e trovare la porta dopo l’ennesima azione d’assalto respinta dalla difesa scandinava. Nel finale sale in cattedra Rosa, vero trascinatore della squadra verso un’incredibile vittoria dopo il pareggio. Ma ci sarà da attendere l’overtime.
Sono Macrì, Planker, Rosa e Leperdi i quattro giocatori scelti per iniziare il supplementare con quattro uomini soltanto di movimento e una Svezia copiosamente stanca per la partita di puro contenimento e le sue poche alternative in panchina. Nei 10’ finali Rosa da solo davanti al portiere, che respinge la minaccia. Schiacciati nella proprio terzo di difesa, gli svedesi devono capitolare dopo aver resistito oltre 5’: è Gianluca Cavaliere (con l’assist di Planker) il match winner. Il difensore sigla il 3-2 da terra, dopo aver provato a battere il portiere già una volta. Una vittoria meritata e una festa che vale quanto un piazzamento ben più in alto. Gli azzurri hanno trovato la loro medaglia di squadra, migliorando Vancouver 2010. Venerdì 14 alle 17 (ora italiana), l’appuntamento sarà contro i cechi (battuti 2-0 ai coreani). Un’altra vittoria servirà per gioire nuovamente e per alzare ancora l’asticella degli obiettivi dello sledge hockey italiano.
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