I pro e i contro dell'eventuale presenza di Lindsey Vonn nella discesa maschile di Lake Louise

I pro e i contro dell'eventuale presenza di Lindsey Vonn nella discesa maschile di Lake Louise
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I pro e i contro dell'eventuale presenza di Lindsey Vonn nella discesa maschile di Lake Louise

Come tutti gli anni di questi tempi, ma anche in diversi tempi, arriva la richiesta di Lindsey Vonn di poter gareggiare con gli uomini nella discesa maschile di Coppa del Mondo di Lake Louise.

Stavolta è arrivata anche la richiesta ufficiale della federsci statunitense alla FIS che dovrebbe pronunciarsi in merito nel congresso autunnale che si terrà a Zurigo dal 3 al 7 ottobre. Non ci interessa quale sarà il verdetto del consiglio federale, ci interessa esaminare gli aspetti positivi e quelli negativi della presenza della fuoriclasse statunitense sulla pista canadese nella discesa del 25 novembre riservata agli uomini.

Tra gli aspetti positivi per lo sci alpino ci sarebbe indubbiamente il grande spazio mediatico che verrebbe dato a questa sfida, probabilmente persino in Italia. Come in tutte le specialità di questo sport in campo maschile la concorrenza è altissima ma i personaggi veri, nonché quelli che possono vincere la Coppa del Mondo generale, sono davvero pochi, e quei pochi hanno un’occasione d’oro da sfruttare a causa della partenza a handicap di Marcel Hirscher causa frattura alla caviglia di cui è stato vittima l’unico vero fuoriclasse (e si potrebbe dire provocatoriamente anche l’unico vero polivalente) dello sci alpino maschile attualmente in circolazione. Pertanto la presenza di Lindsey al cancelletto di partenza sarebbe senza alcun dubbio il motivo di maggior richiamo della discesa che andrà in scena tra meno di due mesi.

E’ chiaro che il desiderio di Lindsey di gareggiare contro gli uomini proprio a Lake Louise non è casuale: è indubitabilmente la sua pista preferita dato che ci ha vinto 14 volte in discesa e 4 in superG. E qui veniamo agli aspetti negativi del suo desiderio. E’ vero che molto difficilmente potrebbe vincere, e tantomeno potrebbe farlo su altre piste ben più impegnative come la Streif o il Lauberhorn, sulle quali infatti non ha mai chiesto di gareggiare, ma per lei fare le prove e la gara con gli uomini sarebbe un vantaggio enorme in vista delle due discese femminili della settimana successiva rispetto a tutte le sue avversarie, che di gareggiare con gli uomini non ci pensano nemmeno lontanamente. E’ vero che le condizioni della neve possono cambiare da un giorno all’altro ma avere già avuto la percezione del terreno di una pista che tra l’altro conosce centimetro per centimetro le darebbe un indubbio vantaggio.

Inoltre il regolamento non parla da nessuna parte della possibilità per le donne di gareggiare con gli uomini. Per un motivo molto semplice: che la differenza fisica e di potenza tra uomini e donne è troppo grande e viene dato per scontato che le gare, almeno quelle individuali, siano o solo maschili o solo femminili. Negli altri sport ci ricordiamo di sfide uomo-donna nel tennis: nel 1973 il 54enne Bobby Riggs giocò con le due migliori tenniste di allora, più giovani di lui di circa un quarto di secolo: prima batté Margaret Court poi perse con Billie Jean King: nel secondo caso forse sottovalutò il match, avendo nettamente vinto il primo, ma è chiaro che la differenza d’età giocò un ruolo fondamentale. Nel 1992 Jimmy Connors, 40 anni, batté Martina Navratilova, 36, pur essendo sfavorito dal regolamento della partita: aveva solo un servizio a disposizione e i colpi di Martina venivano considerati buoni anche nel corridoio, come in doppio. Cinque donne hanno provato a gareggiare in Formula 1, tra cui l'ex sciatrice britannica Divina Galica, ma solo l'italiana Lella Lombardi è finita, una volta, in zona punti.

Diverso il discorso negli sport della mente, dove la componente fisica è molto meno importante: negli scacchi per esempio le donne possono giocare con gli uomini in qualsiasi torneo, addirittura alle Olimpiadi scacchistiche, che si disputano ogni due anni, c’è il torneo Open, dove possono giocare uomini e donne insieme, e quello solo femminile. Eppure una sola donna ha raggiunto i massimi livelli, l’ungherese Judit Polgár, terza di tre sorelle scacchiste plasmate dal padre, che fin da ragazzina giocò solo i tornei contro gli uomini e snobbando quelli femminili e in questo modo, unica donna nella storia, ha superato i 2700 punti Elo, che rappresentano la massima eccellenza per un giocatore di scacchi.

Insomma, è difficile che una sportiva possa fare meglio dei più forti colleghi uomini o anche solo raggiungere il loro livello, inoltre, per i motivi che abbiamo detto, la presenza di Lindsey Vonn nella discesa maschile di Lake Louise costituirebbe un notevole handicap per le sue avversarie. Ma non c’è dubbio che la sua sfida, se si concretizzasse, rappresenterebbe un evento epocale nella storia dello sci alpino e dello sport in generale.

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