Metti una chiacchierata tra Paolo De Chiesa e Tina Weirather: "La mia storia con lo sci"

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Sci Alpinol'intervista

Metti una chiacchierata tra Paolo De Chiesa e Tina Weirather: "La mia storia con lo sci"

La campionessa del Liechtenstein, ritiratasi dall'attività al termine della stagione, si è confessata nel corso di una diretta social a casa Colmar.

Metti un pomeriggio con Paolo De Chiesa, padrone di casa e da anni testimonial della nota azienda di abbigliamento sportivo, e Tina Weirather, una delle migliori velociste dell'ultimo decennio che, lo scorso 25 marzo, ha salutato il circo bianco a soli 30 anni.

Ne verrà fuori una chiacchierata molto piacevole, partendo dai ricordi di una famiglia unica come quella di Tina, erede di due fuoriclasse quali sono stati Hanni Wenzel e Harti Weirather. “Abbiamo il record di medaglie e vittorie in base alla popolazione”, ha sorriso la due volte vincitrice della Coppa del Mondo di super-g, ricordando con De Chiesa altri campioni provenienti dal Liechtenstein come Andreas Wenzel, Paul e Willi Frommelt, sino a Marco Buechel che ha preceduto la stessa Tina.

Il mio ritiro? Volevo aspettare sino a fine stagione per capire quali motivazioni mi avrebbero potuto permettere di proseguire – le parole di Weirather – Con la cancellazione delle ultime gare ho deciso prima, ma senza rimpianti. Era il momento giusto, quello di pensare anche alla mia salute dopo i tanti problemi avuti in carriera”.

L'ultima stagione è stata quella più difficile: “E' stata forse l'unica del mio percorso in Coppa del Mondo dove ho sentito di non essere riuscita a dare il massimo, mi sarebbe piaciuto chiudere meglio. A Garmisch, quando ho deciso di non partire in discesa, ho sentito che dopo i tanti infortuni rimediati, la mia carriera sarebbe stata di nuovo in pericolo se avessi preso il via quel giorno. Sono contenta di aver imparato ad ascoltare anche le sensazioni negative, non sempre è stato così per me; fu una decisione molto difficile, anche perchè ero attesa all'arrivo dal mio sponsor e dai tanti ospiti presenti, ma ho dovuto farlo”.

Sette interventi alle ginocchia, tra cui quello che le impedì di partecipare ai Giochi Olimpici di Sochi 2014, quando volava ed era in corsa anche per la Coppa del Mondo generale. Eppure, Tina non ha mai mollato: “A ripensarci, trovo quasi impossibile essere riuscita ad ottenere così tanto, ci sono stati giorni tremendi nella mia vita. I sogni e gli obiettivi, però, mi hanno dato la forza di andare avanti”.

La gara che avrebbe voluto vincere? Pochi dubbi rispondendo “Cortina, dove sono salita più volte sul podio sfiorando il successo. Mi sarebbe piaciuto proseguire un altro anno anche per gareggiare su una pista così bella ai prossimi campionati del mondo. La vittoria più bella? Difficile scegliere, forse in gigante a Val d'Isère”.

Weirather ha rivolto anche tanti complimenti a Federica Brignone: “E' stata bravissima a concentrarsi pensando gara dopo gara, visto che aveva comunque un certo distacco da recuperare a Mikaela, lottando con Vlhova e sapendo gestire la pressione. In slalom ha sciato come non l'avevo mai vista e ha sempre mantenuto un livello altissimo”.

Se Tina dice che “Shiffrin avrà un motivo in più per tornare a sciare veloce come e più di prima per suo padre, anche se non è facile capire i suoi pensieri”, il futuro cosa prevede? Ancora non lo sa, ma “amo tanto questo sport e mi piacerebbe trasmettere qualcosa ai giovani del mio paese per continuare la nostra tradizione”. Infine, il gioco di abbinare certe caratteristiche agli sciatori della storia. “Eleganza? Adrien Theaux, per la tecnica dico Mikaela Shiffrin. Beat Feuz per la sensibilità, Petra Vlhova per la mentalità, Aksel Svindal per il fair play che ha sempre dimostrato.

Aggressività? Hirscher, ma non scherza neanche Sofia Goggia... Per l'istinto, scelgo Hermann Maier e... Bode Miller, per la potenza pura Aleksander Aamodt Kilde”.

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