Paolo De Chiesa sullo slalom azzurro: "Situazione molto difficile". Peterlini: "Un passo alla volta con fiducia"

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Paolo De Chiesa sullo slalom azzurro: "Situazione molto difficile". Peterlini: "Un passo alla volta con fiducia"

Dopo le due gare d'apertura a Levi, l'ex slalomista della Valanga Azzurra ha analizzato con noi le prospettive del team femminile italiano, preoccupato dalle giovanissime e critico sulla scelta di Bassino. "Peterlini? Può stare con buona costanza in top ten".

Si parla ormai da tempo delle difficoltà di una squadra azzurra di slalom, per quanto riguarda il settore femminile, che non riesce ad avvicinarsi alla zona podio da oltre 10 anni (Manuela Moelgg a Zagabria 2011), non vince da quasi 14 (il trionfo di Chiara Costazza a Lienz 2007) e ha festeggiato l'ultima top five nel marzo 2012, con Irene Curtoni quinta ad Are.

L'addio della veterana valtellinese, che in ogni caso nelle ultime stagioni è sempre rimasta tra le top 15 al mondo, ha reso ancora più evidenti le lacune in occasione dei due slalom d'apertura della Coppa del Mondo, lo scorso week-end a Levi.

Martina Peterlini è stata l'unica delle sette italiane in gara a qualificarsi e poi cogliere punti, salendo dal 21° posto di gara-1 al buon 16° del secondo appuntamento sulla “Levi Black”, considerando anche la qualità messa in pista nella manche decisiva. “Mi spiace solamente che, in particolare sabato, non ho capito tanto bene come affrontare i piani iniziali, dovevo fare qualcosa di diverso - ha commentato la 24enne trentina - Per il resto sono soddisfatta, soprattutto per il comportamento sul muro, dove ho fatto bene in tutte e quattro le manches e ho fatto addirittura il miglior tempo in quel tratto nella seconda gara.

In generale c'è ancora tanto da migliorare, affrontiamo un passo alla volta con fiducia”.

Abbiamo parlato della situazione del team azzurro, da quest'anno guidato da Devid Salvadori che in Finlandia ha vissuto la sua “prima” da allenatore responsabile, con uno che di slalom se ne intende parecchio. Nella diretta di NEVEITALIA in occasione di “Ghiaccio Verde”, Paolo De Chiesa ha detto la sua sui vari temi proposti dalle gare di Levi, partendo dall'unica nota lieta rappresentata appunto dalle buone prestazioni di Peterlini. “Cosa le manca per stare costantemente nella top 15? Solo un po' di continuità e credere di più in se stessa, ma credo che la seconda manche di domenica le darà una grande spinta in tal senso – l'analisi dell'opinionista di Rai Sport – Il potenziale della trentina è da prime dieci, ricordiamoci che ha fatto 7^ a Jasna.

In gara-1 ha sciato troppo legata, ieri invece ha reagito e fatto molto meglio, sfruttando al meglio anche una tracciatura che induceva ad interpretare il pendio. C'è da rivedere qualcosa sui piani, perchè negli slalom della coppa femminile ce ne sono tanti, ma è chiaro che entusiasmarci per un 16° posto denuncia una situazione molto difficile dell'intera squadra”.

De Chiesa entra nel dettaglio: “Metto da parte il giudizio su Della Mea e Rossetti, sappiamo tutti quanto sia difficile la stagione del rientro post infortunio al crociato, ma dalle giovani mi aspettavo di più. Penso a Mathiou, che fece le finali dopo aver vinto il titolo mondiale jr: a Levi ha preso oltre 4 secondi in entrambe le occasioni, praticamente il doppio del distacco subito da coloro che si sono qualificate per la 30esima posizione. Vuol dire fare un altro sport”.

E poi c'è il capitolo Bassino: “Ne è valsa la pena di andare a fare questi due slalom? Direi proprio di no perchè, a parte gli 0 punti raccolti, Marta conosceva certamente il suo livello in allenamento (la stessa cuneese aveva confessato, nel pre week-end di gara, di sentirsi in ritardo con pochi giorni di lavoro nella disciplina, ndr) e quindi sapeva di avere poche chances, pur avendo fatto bene a Levi nel 2020.

Quest'anno era molto più indietro, sabato è stata irriconoscibile e solo domenica ha fatto un po' meglio (a poco meno di mezzo secondo dal pass per la 2^ manche). L'ho detto subito, era importante andare in America per allenarsi pensando a Killington, anche perchè Marta, se potrà giocarsi una Coppa del Mondo assoluta considerata la sua qualità, certamente non sarà grazie allo slalom, ma facendo la differenza tra gigante, super-g e anche discesa. Le risposte le avremo solo sabato prossimo, ma è chiaro che prepararsi come Brignone, che tra l'altro ha gareggiato (e stravinto) in un appuntamento come la Nor-Am Cup, e le altre ragazze a Copper Mountain sarebbe stato l'iter ideale.

Aggiungo infine che, visto che dovrà volare direttamente a Killington, là non c'è la possibilità di allenarsi visto che c'è poca neve e hanno preparato praticamente solo la pista di gara”.

Un ultimo appunto, l'ex slalomista piemontese lo dedica alla scelta federale di cambiare ancora una volta l'allenatore responsabile della squadra: “Guadagnini è stato fatto... accomodare, ma va detto che in questi anni aveva tirato fuori dal cilindro le Peterlini e le Rossetti, che si erano già affacciate ai piani alti.

Dietro a Costazza e Curtoni sapevamo che c'era il vuoto, poi è arrivato questo cambio della guardia, tra l'altro verso l'annata olimpica, che mi lascia con un punto interrogativo. Non facciamoci troppe illusioni, lo dico sinceramente, perchè il nostro livello è basso: nello sci si fa un passo alla volta e, Peterlini a parte, per il resto del gruppo sarà possibile ottenere qualche qualifica”.

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