Parola a Marta, qualche ora dopo il trionfo. "Bisogna avere anche fortuna. Mi sono resa conto solo all'inno..."

Un titolo iridato che l'Italsci attendeva, a livello femminile, da uno dei precedenti Mondiali di casa, quello di Sestriere 1997 quando le azzurre dominarono con la doppietta gigante-slalom di Deborah Compagnoni e il super-g vincente di Isolde Kostner.

Marta Bassino ha scritto un capitolo di storia nel parallelo di Cortina che tante polemiche ha creato, ma che porta alla squadra italiana la tanto attesa prima medaglia di questo campionato del mondo. “Ogni tanto bisogna essere fortunati e io lo sono stata – ha spiegato sinceramente Marta questa sera a Casa Italia, in un nuovo incontro virtuale con i media – Sin dalle qualificazioni del mattino, quando ero ormai sicura di essere fuori, poi con le finali partendo sempre sulla pista blu con il pettorale alto, è chiaro che a quel punto sapevo di potermi giocare tutto nella manche sul tracciato rosso, visto che si recuperava molto”.

La piemontese ha parlato della sua giornata lunghissima: “Non hai tempo di pensare molto tra una run e l'altra, ho capito davvero di farcela per la medaglia solo nel momento in cui ho centrato la finale, prima non ci avevo proprio pensato. Sono rimasta concentrata per giocarmi l'oro, poi addirittura l'abbiamo vinto in due ed è giusto così, essendo arrivate alla pari.

Al momento di cantare l'inno, mi è venuto da piangere perchè ho realizzato quanto successo solo su quel podio”.

Marta si è detta felice per “tutti i miei tifosi, per Borgo San Dalmazzo e tutti coloro che hanno tappezzato il paese con manifesti e quant'altro. Li sento sempre molto vicini”.