Shiffrin a 24 ore dallo slalom mondiale, tra dubbi e qualche certezza in più: "Infortunio dolorosissimo, tornerò in gigante"

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Shiffrin a 24 ore dallo slalom mondiale, tra dubbi e qualche certezza in più: "Infortunio dolorosissimo, tornerò in gigante"

Ai microfoni di Discovery+, la campionissima statunitense ha raccontato il complicatissimo percorso per arrivare a questi campionati del mondo che, dopo l'oro nella combinata a squadre, la vedranno cercare sabato il quinto titolo nella "sua" specialità.

Ha rinunciato al gigante mondiale di ieri, da iridata in carica, perché le difficoltà del recupero post infortunio di Killington, quando la 100esima vittoria in CdM (che potrebbe arrivare a Sestriere dopo la rassegna di Saalbach, chissà) è svanita a poche porte dalla fine e la stagione è andata in buona parte in frantumi, sono state molto più importanti di quanto preventivato anche da lei stessa e dal suo staff, vista la particolarità del danno fisico riportato.

Mikaela Shiffrin si sente però pronta per lo slalom iridato, in programma sabato in quel di Saalbach, anche se non sarà lei la principale candidata al titolo, che sarebbe il quinto della carriera tra i pali stretti e il nono assoluto, dopo aver “acceso” i suoi campionati del mondo con l’oro nella combinata a squadre assieme a Johnson.

La campionissima di Edwards si è raccontata nel corso di un’ampia intervista (che verrà pubblicata integralmente proprio domani sul canale YouTube di Eurosport) con il gruppo Discovery+, ripartendo proprio da quanto accaduto dopo quel 30 novembre nella “sua” Killington. “E’ stato un infortunio così strano che è difficile da capire, anche per la gente e gli appassionati, che si trattava di qualcosa di molto serio pur non riferendosi a ossa rotte, un ginocchio o problemi alla schiena. Anche noi abbiamo capito mano a mano la situazione, nelle prime tre settimane è stato difficile anche rimanere seduta normalmente, perché era come se il muscolo non fosse connesso.

Posso dire di non avere mai provato un dolore del genere, è stata dura arrivare sin qui e tornare al cancelletto.

Sì, il supporto di Alex (il fidanzato e promesso sposo Aleksander Aamodt Kilde, ndr) è stato importantissimo, è arrivato in Colorado all’inizio della mia convalescenza ed è rimasto una decina di giorni, ma è stato strano e incredibile al tempo stesso perché non poteva neanche toccarmi visto che mi faceva male tutto”.

Mikaela ha spiegato la rinuncia al gigante e in generale l’approccio ad un ritorno così tosto: “È mancato il tempo, perchè fisicamente sto bene e non sento più dolore, ma serve lavorare ancora tanto sui dettagli, la capacità di allenarsi su nevi e tracciati differenti, l’adattamento alla velocità non riuscendo ancora a fare i movimenti necessari per avere una curva veloce. Mi sono ritrovata dopo alcune sessioni a piangere e non capire perché, ma non ho percepito nemmeno di avere paura.

E’ come se mi fossi abbattuta mentalmente, ma resta solo da continuare nel processo e arriverà quella sensazione giusta, senza essere precipitosi”.

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