Dal dramma di Soelden alla magica notte di Campiglio. Tutto Popov in un decennio: "Ho aspettato tanto per questo momento"

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Dal dramma di Soelden alla magica notte di Campiglio. Tutto Popov in un decennio: "Ho aspettato tanto per questo momento"

Nel novembre 2015, il nuovo re della 3Tre rischiò di morire assieme al suo coach Drago Grubelnik, che perse la vita in un drammatico incidente stradale sulla strada del Rettenbach. Ieri sera la prima vittoria con una 2^ manche impareggiabile sul Canalone Miramonti per eguagliare Popangelov, unico bulgaro a trionfare in CdM sino allo slalom di Campiglio che ha aperto il nuovo anno. Tutta la sua emozione nel post gara, la consapevolezza di Meillard nuovo pettorale rosso e la festa che è pure dei croati per Kolega.

Il percorso di Albert Popov è stato complicato, come tanti colleghi, ma nel suo caso condizionato da un episodio incredibile e drammatico, visto che oltre 9 anni fa il 27enne bulgaro, capace di prendersi la 3Tre numero 71 con lo slalom di Madonna di Campiglio dominato in rimonta per il primo hurrà in Coppa del Mondo, rischiò la vita e vide condizionata l’intera esistenza.

Era il 17 novembre 2015 (Albert aveva appena 18 anni, ndr) quando l’auto sulla quale viaggiava con il coach della nazionale bulgara, l’ex atleta sloveno Drago Grubelnik, e l’altro tecnico Dimitar Hristov, precipitò in una scarpata per quasi 300 metri lungo la strada del Rettenbach a Soelden: Grubelnik morì, mentre Popov e Hristov si salvarono. Poi il lungo viaggio nel circo bianco, il primo podio in CdM a Palisades Tahoe, terzo nel folle slalom del febbraio 2023 vinto da Steen Olsen, fino alla sfida di poche ore fa sul Canalone Miramonti.

Per riportare un bulgaro, il secondo della storia, in cima ad un podio esattamente 45 anni dopo il mito Petar Popangelov, che trionfò nella sua unica occasione l’8 gennaio 1980 a Lenggries (ma fu pure 3° a Campiglio, tra i tanti suoi grandi risultati, nell’edizione 1984 della 3Tre): “Ho creduto nel podio anche dall’8° posto, ma in generale ho semplicemente aspettato tanto tempo per vivere questo momento – le parole di Popov a Rai Sport nell’immediato post gara – E’ stato un percorso lungo e difficile.

Questa è una gara speciale, amo l’Italia e la sua gente, mi alleno spesso sulle vostre piste e qui sono sempre stato abbastanza veloce, al di là dei risultati”.

Loic Meillard ha conquistato il pettorale rosso, strappandolo per 10 punti a Kristoffersen, concludendo secondo come in Alta Badia: “Si può sempre fare meglio, ma credo di aver avuto una buona continuità sulle due manche – ha raccontato il 28enne elvetico sempre al microfono di Ettore Giovannelli – L’obiettivo di gennaio? Semplicemente la voglia di dare il massimo gara per gara puntando se possibile al podio, senza fare progetti a lungo termine”.

Terzo, a due centesimi dallo svizzero e per il suo primo podio, già avvicinato con il 5° posto in Alta Badia (dopo i sesti in avvio di stagione), ecco Samuel Kolega che ha dato il via ad un’altra festa, quella croata. “Devo ringraziare il mio team: ho sempre faticato su questa pista, ma oggi (ieri, ndr) il feeling era buono sin dalla 1^ manche – le parole di Kolega, che era già terzo a metà gara - Mi sento in gran forma, arrivano altre classiche splendide e voglio continuare a sciare così”.

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