Della Vite e Franzoni, le due facce del Rettenbach per i "gemelli" azzurri: la loro analisi dell'esordio

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Della Vite e Franzoni, le due facce del Rettenbach per i "gemelli" azzurri: la loro analisi dell'esordio

Pippo ha sfiorato la qualificazione alla 2^ manche, "peccato un errorino sul piano". Per il vice campione del mondo jr di specialità, dopo l'infortunio estivo, "è mancato il ritmo gara".

Sono i “gemelli” azzurri, i classe 2001 che quest'anno saranno in pianta stabile nel team di gigante che affronterà tutte le gare di Coppa del Mondo.

Era il loro primo opening di Soelden in carriera e le reazioni e sensazioni sono un po' differenti tra Filippo Della Vite e Giovanni Franzoni, con il bergamasco molto vicino a rientrare tra i primi 30 per la 2^ manche (ha chiuso 34°, a 23 centesimi da Riccardo Tonetti), mentre il bresciano ha pagato la preparazione estiva rabberciata dopo la frattura alla clavicola rimediata a luglio a Les Deux Alpes, chiudendo lontano a 3”49.

E' mancato poco alla qualifica, sono stato lento nella parte alta della pista - spiega Della Vite - poi ho fatto un errorino sotto sul piano, mi sono sentito lento e quindi l'insieme di queste cose mi è costata la qualifica (proprio gli ultimi due parziali sono stati quelli decisivi in negativo, ndr). Ora si torna ad allenarsi per la prossima gara, ma sono comunque soddisfatto di come ho sciato e la strada è quella giusta”.

Franzoni parla chiaro: “Sono andato un po' a spasso sul muro, ero in forma ma mi manca totalmente il ritmo gara in gigante, soprattutto al... primo giro. Ho cercato di attaccare al massimo, ma non è proprio bastato. Sul ripido ci ho messo una vita a scendere!

Ovviamente non sono soddisfatto, ma ora torno a lavorare ancora più convinto in vista delle prossime gare, che dovrebbero essere quelle di Coppa Europa a fine novembre”.

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