E' davvero raro trovare uno sportivo del livello di colui che ha conquistato otto volte consecutivamente la Coppa del Mondo, rientrare dopo 5 anni di stop agonistico. Tra i grandissimi non mancano comunque situazioni se vogliamo simili, in ambito sciistico pensiamo innanzitutto a Moser-Proell che, dopo le cinque sfere di cristallo in serie di inizio anni '70, lasciò per un inverno perdendo i Giochi di casa a Innsbruck 1976, ma coronò il sogno olimpico nel 1980.
Quello di Marcel Hirscher, anche se ancora deve diventare tale con il ritorno agonistico che tutti attendono a Soelden a livello di Coppa del Mondo, ma dovrà avvenire almeno un paio di mesi prima per le gare FIS in Nuova Zelanda, è uno dei “comeback” più clamorosi nella storia dello sport ed è un caso forse più unico che raro.
Anche tra le leggende di altre discipline, infatti, è difficile trovare un campione di questo livello, ovvero colui che all'annuncio del ritiro aveva messo in serie otto coppe generali consecutive, il massimo per uno sciatore, rientrare dopo 5 anni di stop agonistico. Tra l'altro, sotto un'altra bandiera passando dall'Austria ai Paesi Bassi, in questo caso l'esempio recente è quello di Lucas Braathen dalla Norvegia al Brasile, ma con un solo anno sabbatico, ben diverse sono le storie di Lara Colturi, che ha debuttato a livello FIS direttamente con l'Albania anziché per l'Italia, o di Marc Girardelli che ha vissuto l'intera carriera per i colori del Lussemburgo (dicendo addio all'Austria ben prima di sbarcare tra i grandi).
Nello sci, a proposito di ritorni dopo addii annunciati, quello più eclatante riguarda Annemarie Moser-Proell, che nel 1975 e a soli 22 anni, dopo cinque sfere di cristallo consecutive in bacheca, si fermò per i contrasti con la federazione austriaca, perdendo i Giochi Olimpici di Innsbruck 1976, ma tornò dopo meno di 2 anni per vincere un'altra “coppona” e coronare il sogno a cinque cerchi, con il mitico oro in discesa a Lake Placid 1980.
Michael Jordan rappresenta certamente qualcosa di iconico anche su questo tema: dopo i primi tre titoli NBA con i Chicago Bulls dal 1991 al 1993, l'addio al basket per passare al baseball, come sognava il papà, prima di tornare alla palla a spicchi due anni più tardi (nel 1995, quando aveva 32 anni) e infilare un'altra tripletta con quella squadra meravigliosa, dal 1996 al 1998. Poi di nuovo il saluto a tutti e un nuovo comeback dal 2001 al 2003, anche se quella parentesi con i Washington Wizards non aveva ambizioni di tornare al vertice per mille motivi.
Michael Schumacher annunciò la chiusura della sua fantastica carriera in Formula 1 al termine di quella stagione 2006, l'undicesima consecutiva con la Ferrari, che lo vide arrivare ad un soffio dall'ottavo titolo mondiale a 37 anni; nostalgia canaglia, tre anni più tardi annunciò il ritorno per tornare in pista dal 2010 al 2012, ma con la Mercedes che gli diede poche soddisfazioni (anche per una vettura che non era ancora così competitiva come poi dimostrò dal 2014 con l'era targata Hamilton).
Niki Lauda fu un esempio precedente in ambito motori, con i due titoli in Ferrari, l'addio nel 1979 e poi un altro paio d'anni per tornare e festeggiare il terzo Mondiale, con la McLaren, nell'84.
E Michael Phelps? Che dire dello “Squalo di Baltimora”: si fermò dopo i Giochi di Londra 2012, ma un anno e otto mesi più tardi fu di nuovo in acqua per una competizione agonistica, guardando già alla sua quinta avventura olimpica a Rio de Janeiro 2016 per vincere di nuovo tutto (aveva “appena” 31 anni), ovvero altri cinque ori e un argento arrivando così alla leggendaria quota di 28 medaglie a cinque cerchi, mai nessuno come lui. E lascio così, di nuovo all'apice.
Amaro il ritorno di Bjoern Borg, che lasciò a soli 26 anni dopo aver vinto tutto, ma tentò il rientro nel circuito ad inizio anni '90, subendo tante delusioni. Anche in ambito tennis femminile mille esempi, pensiamo a campionesse come Martina Navratilova e Martina Hingis, nel pugilato i miti Foreman, che tornò per laurearsi il più anziano campione del mondo dei pesi massimi, e Ali che si fermò dal 1978 al 1980, prima del ritiro definitivo l'anno successivo.
Infine, ricordiamo Lance Armstrong che ha una storia ancora differente e unica nella storia dello sport: campione del mondo a 22 anni (Oslo '93), nel 1996 venne operato per un cancro ai testicoli e un recupero sembrava impossibile. La prima vera annata agonistica di rientro nel '98, sfiorando podio a Vuelta e gara in linea dei Mondiali di Valkenburg, poi dal 1999 al 2005 la clamorosa serie di sette Tour de France, macchiata oltre 7 anni più tardi dall'ammissione del doping sistematico che significò cancellazione di quelle maglie gialle. Nel mezzo, il ritorno nel 2009 (salendo ancora sul podio della Grande Boucle, terzo) e 2010, annunciando a 39 anni, ad inizio 2011, il secondo addio quando già le inchieste sul suo conto stavano arrivando alle conclusioni che gli costarono... tutto.
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