La profonda analisi di Kristoffersen sulla sua crisi in gigante: "E' una specialità cambiata, ma la FIS..."

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Sci Alpinocoppa del mondo maschile

La profonda analisi di Kristoffersen sulla sua crisi in gigante: "E' una specialità cambiata, ma la FIS..."

Sul suo blog personale, il norvegese ha attaccato la federazione e gli stessi tecnici che tracciano manches troppo veloci. "Mi attirerò critiche, ma dopo averne disputati oltre 70 ad alto livello posso dirvi che non è più la disciplina di prima. A Cortina, comunque, farò di tutto per difendere il titolo mondiale".

Uno sfogo che sembrava solo frutto dell'immediato post gara, dopo aver visto un compagno di squadra come Lucas Braathen subire un gravissimo infortunio, seguito il giorno successivo dall'incidente occorso a Tommy Ford.

Henrik Kristoffersen, dopo il secondo gigante di Adelboden, aveva già parlato di gara pericolosa e velocità troppo elevate, ma proprio quest'oggi, firmando il suo consueto appuntamento sul blog personale, il campione del mondo in carica della specialità ha rincarato la dose, analizzando nel dettaglio una situazione che, tra l'altro, a livello sportivo lo vede in grandissima difficoltà sul piano dei risultati. Ora Kristoffersen si concentrerà sullo slalom, tra il doppio appuntamento di Flachau (su una pista che certo non lo favorisce, se pensiamo che si sarebbe dovuto a correre a Kitz dove ha sempre fatto benissimo), poi la classica di Schladming dove ha vinto tre volte e infine altre due gare a Chamonix, per provare a rientrare in gioco per una classifica generale che lo vede lontanissimo (oltre 300 punti) da Alexis Pinturault”.

Almeno sinora, questa è stata la stagione più difficile della mia carriera e ho riflettuto sui motivi – ha scritto HK94 – Farò tutto ciò che è in mio potere per tornare al livello per il quale mi avete conosciuto tutti. In realtà non sono preoccupato per quanto riguarda lo salom, dove velocità e tecnica ci sono e penso di aver raccolto meno rispetto alle mie prestazioni. Sto lavorando su piccoli aggiustamenti per andare più forte sui piani, avendo sofferto in Badia e a Zagabria, ma anche nella prima manche di Adelboden dove ho perso praticamente 9 decimi solo lì”.

Poi l'analisi su quanto sta accadendo in gigante: “Penso che negli ultimi due anni siano cambiate molte cose, si viaggia a velocità molto più elevate con tracciati meno tortuosi e per me è uno svantaggio – spiega il norvegese - Non è il gigante che ho vissuto per 8 anni in Coppa del Mondo, ma sono il primo a riconoscere di non essermi adattato a questo nuovo corso.

Al tempo stesso mi sento di dire che questo non è vero gigante; lo sci implica rischi, ma non sono questi i tipi di rischi che voglio correre e l'esempio perfetto arriva dallo scorso week-end di Adelboden, con quattro gravi infortuni e quelli di Braathen e Ford causati in particolare dalle alte velocità. Quest'anno siamo stati quasi 10 secondi più veloci delle scorse annate sulla stessa pista: la FIS ha speso enormi risorse per lavorare su raggio e lunghezza dello sci, ma consente agli allenatori di tracciare manche del genere.

E' solo la mia opinione, senza voler screditare gli atleti che vanno forte ora in questo tipo di gare, ma ho disputato 71 giganti ad alto livello e non mi piace la direzione che si sta prendendo, anche se sono certo che molti mi diranno di sciare solo più velocemente.

Ad ogni modo, ora avrò un mese di tempo per adattarmi il più possibile e migliorare per provare a difendere il mio titolo mondiale a Cortina”.

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