Ted Ligety è finito? I numeri sono impietosi e il declino evidente, ma lui ci crede e vuole Pechino 2022

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Ted Ligety è finito? I numeri sono impietosi e il declino evidente, ma lui ci crede e vuole Pechino 2022

Dopo il podio di 3 anni fa a Garmisch, negli ultimi 25 giganti tra CdM, Olimpiadi e Mondiali, il fuoriclasse statunitense ha raccolto un 5° posto quale miglior risultato. La doppia mancata qualificazione nelle due gare di Adelboden ha rappresentato il punto più basso forse della sua intera carriera, ma la quinta partecipazione ai Giochi è uno stimolo troppo grande per smettere ora.

A molti appassionati avrà fatto decisamente male vedere quella sua sciata, con uno stile che rimane inconfondibile, sempre più lenta nei movimenti e, ormai è chiaro da tempo, inadatta allo sci moderno.

Certo è che la mancata qualificazione alla 2^ manche sia nel primo gigante di Adelboden, venerdì scorso, sia nel bis di 24 ore più tardi, è troppo per un campione qual è Ted Ligety; le difficoltà del tre volte campione del mondo di specialità sono ancora più evidenti in questa prima parte di una stagione che l'ha visto finire al 22° posto della WCSL, con 17 punti raccolti in sei gare tra un 19° posto nel primo gigante di Santa Caterina Valfurva e un 26° in Alta Badia.

Per uno che tra le porte larghe ha ottenuto 24 delle sue 25 vittorie in Coppa del Mondo, anche se l'ultimo successo risale ad oltre 5 anni fa a Soelden, non si può non pensare al fatto che il 36enne nativo dello Utah stia vivendo un'ultima fase della carriera troppo distante dai livelli che un atleta del genere deve quantomeno avvicinare. Ligety ha parlato chiaro la scorsa estate: “Voglio continuare sino a Pechino 2022, mi sento ancora competitivo”. L'obiettivo della quinta partecipazione ai Giochi Olimpici, dove ha conquistato l'oro in combinata a Torino 2006 e il metallo più prezioso in gigante a Sochi 2014, è chiaramente fortissimo e la scelta di dedicarsi solo alla sua disciplina preferita andava nell'ottica di ritrovare una competitività necessaria per riavvicinarsi al podio.

Così non è stato sinora, anche se nella passata stagione qualche squillo c'è stato, con il 5° posto in avvio a Soelden e il 7° di Adelboden. Poi è andata sempre peggio e i numeri, oggettivamente, sono impietosi: “Mr. GS” non sale sul podio dal 28 gennaio 2018, terzo nel gigante di Garmisch-Partenkirchen dominato da Marcel Hirscher, mentre la top 3 precedente in coppa risale al dicembre 2015, secondo in super-g nella “sua” Beaver Creek (nel giorno della prima e unica vittoria dello stesso Hirscher in velocità), un mese e mezzo prima di lesionarsi il crociato e patire, nel gennaio 2017, un altro intervento delicato per l'ernia del disco (saltando i Mondiali di Sankt Moritz), due stop lunghi che ne hanno condizionato innegabilmente gli ultimi anni della sua lunghissima avventura nel circo bianco.

Dal podio di Garmisch sino alle due gare di Adelboden, tra CdM, Olimpiadi e Mondiali, Ligety ha disputato altri 25 giganti ottenendo quel 5° posto di Soelden, di cui parlavamo in precedenza, quale risultato top (assieme allo stesso piazzamento nella combinata alpina dei Giochi di PyeongChang). Se saprà farci rivedere almeno qualche manches di alta qualità e pure classe, ne sarebbero tutti davvero felici, risultati a parte.

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