Tutti sull'Appennino a festeggiare il "Razzo": con i compagni di una vita, il campione olimpico saluta il circo bianco

Tutti sull'Appennino a festeggiare il 'Razzo': con i compagni di una vita
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Giammaria Manghi

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Tutti sull'Appennino a festeggiare il "Razzo": con i compagni di una vita, il campione olimpico saluta il circo bianco

Nella sua Razzolo di Villa Minozzo, sabato sera Giuliano Razzoli ha celebrato la sua splendida carriera con l'evento che idealmente ha racchiuso le sue diciotto stagioni ad alto livello. Da Vinatzer a Deville, sino a Piero Gros, l'omaggio ad un uomo, ancora prima che atleta, che ha lasciato una traccia.

Una “Festa Razzo”, per ricordare in una serata un viaggio lungo, bellissimo, quello di Giuliano Razzoli nel circo bianco che ha salutato ufficialmente qualche mese fa.

Nel cuore del suo Appennino, nella frazione dove è nato, cresciuto e che non ha mai lasciato, creando il suo futuro con la nascita, ancora prima dell'arrivo del primogenito di famiglia avuto dalla moglie Elisa quest'anno, dell'Acetaia Razzoli, il campione olimpico di Vancouver 2010 ha vissuto ore splendide assieme ai compagni di una vita sugli sci, da Cristian Deville al ragazzo che proverà a riportare l'Italia dello slalom su un podio ai Giochi, magari a Milano Cortina 2026, ovvero Alex Vinatzer, passando per Stefano Gross, Tommaso Sala, Manfred Moelgg e tanti altri.

Il presidente federale Flavio Roda, un uomo dell'Appennino emiliano come il “Razzo”, non poteva mancare nell'evento presenziato anche da una leggenda che risponde al nome di Piero Gros, ed è stato condotto dal telecronista dello sci maschile di casa Rai, che ha vissuto tutta la carriera di Giuliano, ovvero Davide Labate. E ancora il tecnico che l'ha guidato negli anni più belli, Jacques Theolier, ma anche altri ex compagni di nazionale come Elena Curtoni e Matteo Marsaglia.

Non è mancato l'apporto culinario per tutti gli ospiti, così come una forma gigante di Parmigiano Reggiano speciale con un “Grazie Giuliano” da parte del Consorzio che racchiude un po' il pensiero di tutti coloro che hanno avuto a che fare con Razzoli in quasi un ventennio ai vertici. Perchè l'ultimo oro olimpico italiano in campo maschile ha lasciato sì una traccia in pista, ma soprattutto nel cuore della gente per la sua semplicità.

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