Roglic porta le discipline invernali in... maglia gialla: che storia quella di Primoz

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Roglic porta le discipline invernali in... maglia gialla: che storia quella di Primoz

Il nuovo leader del Tour de France (e grande favorito per il successo finale) ha cominciato con il salto, poi il terribile incidente, le gran fondo in bici e l'esplosione tra i pro. A 30 anni, può scrivere un'altra pagina di storia per la Slovenia.

Una storia incredibile, che coinvolge le discipline invernali e il mondo del salto che per il giovane Primoz Roglic era tutto, lui cresciuto in un paese con una fortissima vocazione per volare da un trampolino.

Oggi il 30enne nativo di Trbovlje ha scritto un capitolo importantissimo della storia sportiva di un paese intero, primo sloveno a vestire la maglia gialla; al termine del secondo tappone pirenaico di questo Tour de France n° 107, il fuoriclasse in forza alla Jumbo-Visma ha scalzato Adam Yates dalla leadership e ora comanda, dopo nove frazioni sulle ventuno in programma, con 21 secondi di margine sul campione in carica Egan Bernal.

Certo, la strada per Parigi è ancora molto lunga, ma i segnali sono chiarissimi e, nonostante le condizioni fisiche non perfette in avvio di Tour dopo la bruttissima caduta che l'aveva costretto al ritiro dal Giro del Delfinato, Roglic è sembrato subito il vero padrone della corsa. Proprio sul traguardo di Laruns dove due anni fa vinse per la seconda volta in carriera una tappa della Grande Boucle, Roglic si è vestito di giallo concludendo al secondo posto la frazione vinta dal connazionale Tadej Pogacar, altro fenomenale prodotto made in Slovenia.

L'avvento di Primoz nel mondo del ciclismo, però, è tutto da raccontare per colui che, non a caso, sul podio esulta mimando il gesto del telemark; sin da ragazzino era considerato un talento del salto, tanto da vincere a 17 anni il titolo mondiale junior assieme alla squadra slovena nella competizione iridata andata in scena a Tarvisio nel gennaio 2007. Un paio di mesi più tardi, era il 22 marzo 2007, il destino era presente sul trampolino di Planica, con una caduta che cambiò la carriera e la vita di Primoz Roglic.

Le conseguenze non furono serissime dal punto di vista fisico, ma lo sloveno non trovò più il feeling con la disciplina più amata, decidendo dopo le tante ore di riabilitazione passate in sella ad una bicicletta, di provarci davvero con il mondo del ciclismo. Prima da cicloamatore disputando una serie di gran fondo, poi dal 2013 (quando aveva già 23 anni compiuti) nel mondo pro con una squadra piccola come l'Adria Mobil.

E da quel periodo è stata un'escalation straordinaria, per un ragazzo che ha portato sulle due ruote anche le sue esperienze maturate nel salto, se pensiamo già solo alla sua posizione aerodinamica in bici, cominciando a vincere sul serio con la sua prima tappa al Giro d'Italia nel 2016, bissando per la sua prima perla al Tour a Serre Chevalier nel 2017, passando per quel successo di Laruns che lo portò poi a concludere la Grande Boucle 2018 al 4° posto, e poi dal magico 2019 con il 3° posto finale al Giro d'Italia e il trionfo alla Vuelta Espana, primo grande giro vinto da un corridore sloveno.

Vestire la maglia gialla? E' il sogno da quando ho cominciato a praticare questo sport – ha detto Roglic oggi nel post tappa – Sono orgoglioso di questo risultato, ma la strada è ancora molto lunga”. Freddo, concentrato, come nella sua prima vita sul trampolino, Primoz Roglic sa bene dove vuole arrivare. Parigi e gli Champs-Elysées in maglia gialla sono l'unico obiettivo.

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