Neveitalia ha incontrato la ventenne fondista Anna Comarella che ha raccontato le sue sensazioni per la medaglia ottenuta in staffetta ai Mondiali junior, le sue caratteristiche tecniche e come è nata la sua passione per uno sport che a livello nazionale sta faticando a raggiungere i succcessi e le attenzioni mediatiche degli ultimi due decenni.
Nell'ennesimo inverno di stagnazione dello sci di fondo femminile italiano, è arrivata una nota lieta della staffetta dei mondiali junior di Soldier Hollow, dove Martina Bellini, Anna Comarella, Francesca Franchi e Cristina Pitti hanno conquistato la medaglia d'argento.
Bisogna ritornare al lontano gennaio 2000 per ritrovare un'italiana sul podio iridato junior con il bronzo di Christina Kelder nella sprint.
E' stata sicuramente un'edizione da ricordare quella statunitense per l'elevato livello tecnico mostrato dalle ragazze, anche perché sono altresì da segnalare i due importanti quarti posti individuali ottenuti dalla “punta di diamante “ Comarella nello skiathlon e nella 5km a tecnica libera.
Nativa di Cortina, contrariamente alla tradizione italiana Anna preferisce la tecnica classica allo skating e adore le salite impegnative che hanno fatto le fortune delle sue connazionali nel passato.
Si sente maggiormente a suo agio in alternato perché “è una tecnica che mi è sempre piaciuta per il suo stile armonico, anche se devo ancora fare dei miglioramenti nel double poling“. I buoni risultati statunitensi e le due vittorie a skating in COC a Planica e St. Ulrich dimostrano come stia progredendo anche skating, nonostante alcuni piccoli errori tecnici.
La sua stagione non si è di certo fermata nello Utah. Di ritorno sulle nevi alpine si è successivamente aggiudicata la classifica finale dell'Opa Cup Junior. Risultati che le hanno consentito la meritata promozione nel gruppo delle under 23 italiane.
Per Anna Comarella iniziare con lo sci di fondo è stato molto semplice e naturale. Fin da piccola mamma Silvia, ex fondista di livello nazionale, la portava sulle rinomate piste ampezzane. Così è stata facile la trasmissione della passione da madre a figlia. Sono seguite le prime gare nel circondario veneto e i primi successi sia in patria che in ambito internazionale.
L'abbiamo incontrata durante una pausa dei suoi allenamenti che sta svolgendo in Val di Fiemme col gruppo delle under 23 in preparazione ad una stagione che la vedrà nel suo primo anno da senior, con l'obiettivo di partecipare ai mondiali under 23 di Obergoms e di poter magari già debuttare nel gruppo nazionale di Coppa del Mondo. Su questi argomenti futuribili Anna molto umilmente non si esprime, e con una risata ci dice che servirà molto lavoro per raggiungerli.
Quali sono i suoi ricordi dei Mondiali Junior di Soldier Hollow Erano nelle tue previsioni/speranze i brillanti risultati ottenuti e la medaglia che mancava all'Italia da parecchie edizioni?
"Per me i mondiali americani sono stati un’esperienza bellissima sotto tutti i punti di vista. Ci tenevo molto a partecipare perchè andare in America era uno dei miei sogni e grazie allo sport l’ho realizzato; l’esperienza mondiale è sempre bella e particolare, c’è un’atmosfera diversa, è molto sentito il senso di appartenenza alla Nazione ed io ero felicissima di poter rappresentare l’Italia. Quando siamo arrivati e abbiamo visto tutta quella neve è stato ancora più bello perchè da noi non c’è mai stato lo scorso inverno un paesaggio invernale; poi noi come Italia abitavamo nella stessa casa e secondo me questo ha influito molto anche sulla nostra medaglia in staffetta perchè eravamo molto uniti. Personalmente io puntavo in alto anche a livello individuale perchè volevo migliorarmi rispetto al quarto posto dei mondiali di Rasnov e, anche se ho ottenuto comunque altri due quarti posti, non ero soddisfatta di me stessa. La medaglia della staffetta è stata bellissima perchè noi ragazze eravamo molto convinte e speravamo di fare bene. Quel giorno è stato tutto bellissimo: quando la nostra prima frazionista Martina Bellini è arrivata al cambio io ero agitata perchè una cosa è pensare di arrivare davanti e una cosa è vederlo accadere. Quando sono partita però mi sono concentrata solo sulla gara e mentre aspettavamo la nostra ultima frazionista Cristina Pittin eravamo felicissime perchè era il sogno di tutte noi ottenere questo risultato".
Come ha incominciato con lo sci di fondo e quali sono le sue principali caratteristiche ?
"Ho iniziato a praticare lo sci di fondo a 5 anni perchè anche mia mamma faceva questo sport e quindi mi ha trasmesso questa passione. Ho cominciato a sciare con il gruppo del mio villaggio (Sestiere di Alverà), poi sono passata allo Sci Club Cortina e poi l’anno scorso sono entrata nel Gruppo Sportivo delle Fiamme Oro. Nello sci di fondo io prediligo la tecnica classica: mi piace molto lo stile in particolare il passo alternato e mi piacciono le piste con molte salite; ho un po’ di difficoltà nel piano con la scivolata spinta mentre, per quanto riguarda lo skating, ho ancora dei piccoli accorgimenti da correggere. Come ragazza sono solare, mi piace molto ridere".
Come riesce a conciliare lo studio universitario con l'attivita' di sci di fondo ad alto livello?
"Mi sono iscritta alla facoltà di Commercio Estero di Treviso che dista circa 2 ore da casa mia. Questa facoltà non ha l’obbligo di frequenza quindi posso allenarmi e partecipare alle gare senza problemi. Nel periodo di pausa tra l’attività invernale e quella estiva ho partecipato alle ultime lezioni e poi ho fatto alcuni esami in modo da essere al passo con gli altri studenti; adesso mi mancano ancora 2 esami, che darò a settembre, per finire il primo anno. Questa facoltà ha durata triennalem ma volendo si possono fare ancora due anni in più. Durante l’inverno ho sempre studiato quando mi era possibile in modo da arrivare preparata per la sessione di esami di maggio/giugno. I miei compagni dell’università mi hanno aiutato passandomi gli appunti e molte lezioni erano anche sul sito dell’università, quindi potevo seguire da casa".
Come si sta svolgendo la sua preparazione dopo la promozione nel gruppo degli under 23 e quali sono i suoi obiettivi per la prossima stagione?
"Al momento la preparazione sta andando bene. Questa settimana siamo in raduno a Moena e stiamo facendo diversi test. Noi ragazze siamo un bel gruppo, per noi più giovani è molto stimolante avere Ilaria Debertolis che ha molta esperienza essendo una ragazza proveniente dalla Coppa del Mondo. Io spero sempre di migliorarmi di anno in anno. Questo inverno so che sarà un po’ più difficile essendo all'esordio senior. Ci sono ragazze più grandi di me e se non arriveranno i risultati potrò mettere da parte l’esperienza e farla fruttare per l’anno successivo.
C'e' un particolare tecnico sul quale sta lavorando in modo piu' specifico durante questa estate e sul quale sente di dover migliorare?
"Per quanto riguarda la tecnica classica, mi sto concentrando molto sul migliorare la scivolata spinta che è il mio punto debole. Nello skating devo migliorare un po’ su tutto".
In questo momento il fondo femminile italiano fatica, mentre le biathlete stanno acquisendo sempre più attenzione mediatica a livello internazionale. C'è un po' di rivalità per questo fatto?
"Io non sento questa rivalità anzi sono molto contenta per loro; sono davvero fortissime, spero che questo accada anche nel nostro sport. Penso comunque che se il biathlon è così popolare forse fa bene anche allo sci di fondo perchè comunque ci muoviamo sugli stessi sci"
A proposito di popolarità, come bisognerebbe coinvolgere maggiormente i ragazzi verso lo sci di fondo?
"Bisognerebbe far capir loro che non è solo uno sport di fatica, ma c’è molto altro dietro: il divertimento, le amicizie, l’ambiente sia come gruppo che come paesaggi. È uno sport bellissimo, che ti dà serenità anche grazie alla natura che ti circonda".
Cosa ne pensa di tutti i cambiamenti che si stanno verificando nello sci di fondo, soprattutto nella tecnica classica?
"Mi dispiace moltissimo che la tecnica classica si stia evolvendo verso qualcosa che forse non la rappresenta più. È brutto veder scomparire il passo alternato, perchè secondo me è un passo bellissimo. Credo che le gare in tecnica classica andrebbero fatte su piste che hanno molte salite dure, così da essere costretti a fare il passo alternato".
Come si vede da qui a 5 anni e quali sono i tuoi sogni sportivi per il futuro?
"Nei prossimi 5 anni spero ancora di fare sci di fondo a un buon livello, di essere migliorata nei miei difetti tecnici, di aver fatto nuove esperienze, conosciuto nuove persone, nuovi posti e di essermi laureata!"
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