Il sacrificio iridato vale la sfera di cristallo bis: Diggins beffa nuovamente le scandinave. In casa Italia qualcosa si muove

Il sacrificio iridato vale la sfera di cristallo bis: Diggins beffa nuovamente le scandinave. In casa Italia qualcosa si muove
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Sci Nordicocoppa del mondo 2024/25

Il sacrificio iridato vale la sfera di cristallo bis: Diggins beffa nuovamente le scandinave. In casa Italia qualcosa si muove

La classe '91 statunitense ha replicato il successo della scorsa stagione, conquistando la sua terza coppa generale della carriera. A differenza delle scandinave, svedesi su tutte, ha dato la priorità al massimo circuito, arrivando così alla rassegna iridata non nelle migliori condizioni. La Norvegia è stata la nazione più vincente (undici successi contro i dieci delle storiche rivali, che a Trondheim si sono prese tutto), ma in campo femminile regna molto di più l'equilibrio rispetto agli uomini. Per lo sci di fondo italiano femminile, dopo anni di buio totale, è arrivato qualche segnale positivo, con diverse giovani che hanno mostrato cose interessanti.

Se la Coppa del Mondo 2024/2025 di sci di fondo maschile è stata un vero e proprio festival norvegese, lo stesso non si può dire dell'edizione femminile, che ancora una volta ha visto tanto equilibrio, con un alto numero di atlete che hanno dimostrato di poter vincere. Tutto ciò sempre tenendo in considerazione l'assenza delle russe, che quando torneranno potranno solo che alzare il livello di competitività di questa disciplina del panorama invernale.

Dalla stagione 2022/2023 il nuovo sistema di punteggio premia molto di più la presenza, e quindi la costanza nelle zone alte della classfica, rispetto al singolo risultato di livello (come per esempio la vittoria e il podio). La statunitense Jessie Diggins, come una formichina, ha preso parte a tutte le tappe, raccogliendo punti in ogni contesto di gara; dare alla campionessa del Minnesota meriti solo per aver preso parte a tutte la gare sarebbe ingeneroso, anche perchè ha raccolto comunque sei successi e un 3° posto, ma la costanza è stata l'arma che le ha permesso di conquistare la sua seconda sfera di cristallo consecutiva, la terza della carriera dopo quella del 2020/2021.

Guardando l'altra faccia della medaglia, la nativa di Afton è arrivata non in buone condizioni di forma alla rassegna iridata di Trondheim, dove ha colto solo un argento nella team sprint. A differenza sua, le svedesi e le norvegesi hanno focalizzato la loro preparazione sul Mondiale norvegese, sacrificando numerose tappe, dicendo addio quindi con largo anticipo al sogno sfera di cristallo. Nonostante ciò, la Norvegia è stata la nazione più vincente, con undici timbri, di cui sei della campionissima Therese Johaug, che inizialmente avrebbe dovuto disputare solo qualche gara di coppa in ottica Trondheim, ma una volta che si è ritrovata competitiva ha deciso di gareggiare con molta più frequenza, trionfando anche nella classifica generale del Tour de Ski.

Bene anche l'altra classe '88 norge, Astrid Slind, che a trentasei ha colto la prima vittoria in CdM, nella 20 km TC di Davos, seguita da altri tre successi; inoltre è arrivato anche un hurrà della sprinter Kristine Skistad.

Le svedesi, invece, hanno puntato tutto sui Mondiali saltando, a turno, diverse tappe di CdM. Questa scelta ha dato ragione loro, con sei ori su sei gare nella rassegna iridata. Nel massimo circuito Jonna Sundling ha ottenuto tre centri, Frida Karlsson due (ha disputato appena tre tappe), una vittoria invece per Ebba Andersson (regina dei Mondiali), Moa Ilar, Maja Dahlqvist, Johanna Hagstroem e Linn Svahn. Nonostante la Svezia sia a livello globale la squadra più forte, in questi anni non è mai riuscita a vincere la sfera di cristallo con una sua atleta.

Gli altri successi extra-scandinavi, oltre alle sei vittorie di Diggins, sono arrivati dall'elvetica Nadine Faehndrich, con due centri, e con la tedesca Coletta Rydzek, che a Lahti ha ottenuto il primo hurrà in carriera. Sempre in casa Germania positiva la stagione di Victoria Carl, seconda in classifica generale, meno quella di Katharina Hennig. Da sottolineare come questo sistema di punteggio, nella coppa sprint, abbia premiato la finnica Jasmi Joensuu, solo una volta sul podio, ma sempre presente e capace di collezionare un alto numero di buoni piazzamenti.

Nonostante il podio manchi da quattordici anni, lo sci di fondo femminile italiano può iniziare a vedere una piccola luce in fondo a un lunghissimo tunnel. Sono arrivati diversi piazzamenti in top 10, con alcune scoperte positive, come la sprinter Federica Cassol e Maria Gismondi. Peccato per l'infortunio alla spalla di inizio gennaio occorso a Nicole Monsorno, che nelle sprint di Davos e Lago di Tesero aveva centrato un 7° e un 8° posto, e lo step successivo per lottare per il podio sembrava davvero vicino.

La rivelazione è stata senza dubbio la valdostana Federica Cassol, un fulmine nelle qualificazioni delle sprint, che se imparerà a gestire le batterie potrà diventare un'atleta da podio in questo format di gara, e la coppia con Monsorno in ottica team sprint olimpica stuzzica e non poco. Ottimi segnali anche dalla 2004 laziale Maria Gismondi, che nella 10 km TL di Oslo-Holmenkollen ha riportato l'Italia in top 10 in una gara distance femminile dopo più di sei anni: l'età è della sua parte, ma grinta e intelligenza tattica sono già due doti ben salde in questa giovane ma promettente ragazza. Giusto menzionare anche Caterina Ganz, che è stata autrice di un'annata positiva, con diversi piazzamenti in top 20.

La prossima stagione, che sarà quella olimpica, con la Val di Fiemme protagonista nello sci di fondo, sarà ancora più un'incognita in ottica sfera di cristallo con tutte le atlete che punteranno ad arrivare al top ai Giochi italiani, in programma a febbraio. Le svedesi riusciranno a iscrivere il loro nome nell'albo d'oro della Coppa del Mondo di sci di fondo? Dare una risposta ora è impossibile, contando che bisognerà tenere conto di una possibile riammissione delle atlete russe, il che renderebbe ancora più competitivo il circuito femminile. 

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