L'Ösv si rifiuta di reintegrare l'ex dopato Johannes Dürr. Lui fa causa?

Il fondista austriaco Johannes Dürr positivo all’EPO
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L'Ösv si rifiuta di reintegrare l'ex dopato Johannes Dürr. Lui fa causa?

Johannes Dürr, terzo classificato a sorpresa nel Tour de Ski 2014 prima di venire trovato positivo all'Epo, ha scontato la sua squalifica. Tuttavia la federazione austriaca continua a tenere chiusa la porta. Quindi il ventinovenne starebbe valutando l'ipotesi di fare causa a Ösv.


I FATTI

Johannes Dürr è una delle grandi sorprese della stagione 2013-'14, poiché esplode improvvisamente a 26 anni raccogliendo risultati di assoluto prestigio quali il terzo posto nel Tour de Ski, con tanto di miglior tempo nella scalata del Cermis, e l'ottavo posto nello Skiathlon ai Giochi olimpici di Sochi. Tuttavia, proprio durante la manifestazione a Cinque Cerchi, viene trovato positivo all'Epo.

Lui confessa, almeno in parte, dichiarando di essersi procurato la sostanza illecita tramite "un ragazzo della ex Jugoslavia" e di essersi dopato in quanto "sopraffatto dalla mia vita. Mio figlio piccolo piangeva tutte le notti e non riuscivo a dormire. Dovevo allenarmi e c'erano grandi aspettative su di me".

L'atleta perde tutti i risultati ottenuti nel 2013-'14 e viene squalificato per 2 anni.


IL RIFIUTO ÖSV DI REINTEGRARLO
La squalifica di Dürr termina nel febbraio 2016, pertanto il ventinovenne della Niederösterreich potrebbe tornare alle competizioni.

Per farlo, però, necessita di una licenza Fis. Tale licenza può essere richiesta solo dalla federazione nazionale. Qui sta l'inghippo, poichè l'Ösv si rifiuta di re-integrare Dürr tra i propri ranghi e di fare domanda alla federazione internazionale per la suddetta licenza.

Per questo Dürr vuole fare causa alla sua federsci austriaca. Secondo l'avvocato dell'atleta - Felix Klement - tale rifiuto è illegale, poiché la squalifica è terminata, e quindi l'Ösv starebbe violando un diritto lavorativo del suo assistito.


UNA SENTENZA CHE FARA' GIURISPRUDENZA?
Se si arriverà davvero in tribunale, questo caso potrebbe fare giurisprudenza, poiché creerebbe un precedente riguardo alla discrezionalità delle federazioni nazionali di poter rifiutare la reintegrazione di atleti trovati positivi all'antidoping.

Ovvero riguardo la possibilità che una squalifica alla prima positività diventi de facto a vita.

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