Pellegrino e Zorzi in coro: "Il nostro fondo deve tornare alla tradizione"

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Pellegrino e Zorzi in coro: "Il nostro fondo deve tornare alla tradizione"

I due assi che hanno scritto la storia delle sprint si sono espressi su vari temi nel corso della diretta social di casa FISI. Trovando tanti punti in comune.

Federico Pellegrino e Cristian Zorzi assieme per una chiacchierata a tutto... fondo. Una “FISI Private Room”, condotta come di consueto dai responsabili dell'ufficio stampa federale, Max Vergani e Andrea Facchinetti, molto interessante per gli appassionati che hanno potuto apprezzare le analisi e i pensieri, legati soprattutto al futuro di questo sport, di coloro che hanno scritto nell'ultimo ventennio alcuni dei capitoli più belli dello sci di fondo italiano.

Sprinter entrambi ma... così diversi, come spiega “Zorro”: “Chicco è pignolo e determinato in tutto ciò che fa, non trascura nulla a differenza del sottoscritto. Un calcolatore nato, l'ho sempre ammirato e anche invidiato”. “E' vero, sono così e pretendo molto anche da chi lavora al mio fianco – la replica del valdostano – ma al tempo stesso mi piace ringraziare e gratificare queste persone dopo un bel risultato”.

Pellegrino che invidia però a Zorzi “la capacità di rendere anche su distanze più lunghe, per non parlare delle frazioni che ha fatto in staffetta. Io sinora non sono riuscito a migliorare abbastanza per essere competitivo con gli atleti protagonisti delle distance nella mia epoca, ma chissà che in futuro non possa compiere quel salto di qualità. Per ora, di certo, il mio focus rimane sulle sprint”. Dove l'iridato di Lahti 2017 è il più forte, non ci fosse di mezzo un certo Johannes Hoesflot Klaebo... “Io devo semplicemente farmi trovare sempre pronto, perchè non voglio avere rimorsi quando lui sbaglierà qualcosa a livello tattico o avrà un leggero calo di forma – l'analisi di Federico – Proverò sempre a batterlo, anche se sappiamo quanto risulti difficile”.

Un fondo in crisi? Sì, Pellegrino e Zorzi concordano che qualcosa debba cambiare per rilanciare questo sport: “Il mio pensiero è sempre stato chiaro – attacca Chicco – Va tutelata la tradizione, perchè lo spettacolo non è lo stesso tra tutte le gare della stagione, basti pensare che i più forti li troviamo protagonisti forse neppure nel 50% delle prove in calendario.

La FIS ha optato per calendari stile sci alpino, riempiendo tutti i week-end, ma nel fondo la maggior parte degli atleti non può scegliere tra varie discipline. Non puoi presentarti al 100% e lo spettacolo ne risente, poi ci sono mille altri aspetti da rivedere anche di contorno all'evento. Guardate cos'è riuscita a fare Anterselva con il biathlon...”.

Zorzi la vede uguale: “Sto assistendo ad una deriva del fondo da almeno qualche anno, quando dovremmo essere la regina delle discipline nordiche. La gestione sta facendo acqua dappertutto, si privilegia la tv trascurando l'aspetto sportivo e gli atleti. Così non va bene”.

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