Olimpiadi 2030: presentato al CIO il dossier della Francia mentre arriva anche la Svezia

Olimpiadi 2030: presentato al CIO il dossier della Francia mentre arriva anche la Svezia
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Olimpiadi 2030: presentato al CIO il dossier della Francia mentre arriva anche la Svezia

A poco meno di un anno dalla sessione del CIO che dovrebbe portare all'assegnazione dell'organizzazione delle Olimpiadi invernali del 2030, arriva il primo passo formale dalla Francia mentre la Svezia sembra aver imparato dagli errori del passato. Il modello tende alla decentralizzazione e al riutilizzo di strutture esistenti per limitare i costi da sostenere. 

Alla ricerca di un impegnativo raddoppio con le Olimpiadi estive di Parigi del 2024, la candidatura francese, sotto il nome di Alpi Francesi prova a voltare pagina dopo il flop di Annecy che fu subito fuori da ogni discussione in vista dei Giochi del 2018. Il piano è quello di prevedere un 95% dei siti già esistenti facendo leva su quanto utilizzato 29 anni fa per le Olimpiadi di Albertville e su sedi consolidate di competizioni di alto livello come Courchevel / Meribel per lo Sci Alpino. 

Ecco allora che il Biathlon utilizzerebbe Le Grand Bornand, gli sport del budello La Plagne, lo Sci Nordico La Clusaz con il Salto sul Trampolino di Courchevel utilizzato 29 anni fa. Il polo degli sport sul ghiaccio sarebbe Nizza dove verrebbe costruito l'unico nuovo impianto, il palazzo del ghiaccio. Gli organizzatori hanno scelto di non prevedere la costruzione di un Oval per il Pattinaggio Velocità optando per un impianto temporaneo o l'utilizzo di una location estera. 

In vista della seduta del CIO prevista per il 29 novembre che dovrà decidere quali dossier accettare per le fasi successive, è arrivato ieri il supporto del governo svedese alla presentazione della candidatura. Le indiscrezioni sul piano svedese portano a poterla definire una versione 2.0 della candidatura sconfitta quattro anni fa da Milano Cortina con una definizione più razionale dei siti, lezione imparata anche dai problemi che sta incontrando la preparazione italiana. Si parla di siti ben consolidati come Aare per lo Sci Alpino, Falun per lo Sci Nordico, Ostersund per il Biathlon e il polo del ghiaccio a Stoccolma. Come quattro anni fa, la Svezia decide di non avventurarsi nell'investimento per la costruzione di un budello affidandosi alla vicina Lettonia con Sigulda per Bob, Slittino e Skeleton. L'altra mina vagante sul piano dei costi, l'Oval per le gare di Pattinaggio velocità con le sue peculiarità che ne rendono difficile il riutilizzo futuro, potrebbe essere neutralizzata utilizzando un impianto nella vicina Norvegia. 

Le due potenziali candidature evidenziano come si vada sempre più verso un modello di distribuzione sul territorio che permetta di sfruttare al meglio tutte le potenzialità offerte da siti consolidati senza timidezze nell'utilizzo di strutture straniere per evitare la costruzione di cattedrali nel deserto. Un approccio che dovrebbe garantire una limitazione dei costi da sostenere: il progetto francese presenta un budget di 1.5 miliardi di euro (attualmente il conto per Milano-Cortina 2026 sta superando i 4 miliardi). 

 

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