Michela Moioli: "Sono una ragazza semplice, non mi sento mai la più forte. Ho concluso una scalata lunga quattro anni"

Michela Moioli: 'Sono una ragazza semplice, non mi sento mai la più forte. Ho concluso una scalata lunga quattro anni'
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Michela Moioli: "Sono una ragazza semplice, non mi sento mai la più forte. Ho concluso una scalata lunga quattro anni"

E' un dolcissimo fiume in piena Michela Moioli dopo la conquista dell'oro della consacrazione nello snowboard cross olimpico dei Giochi di PyeongChang, di seguito le sue dichiarazioni tratte da fisi.org.

"Ero un po' agitata alla vigilia, poi ho cenato con mia mamma, mia sorella e degli amici e mi sono tranquillizzata e ho dormito benissimo. Questa mattina mi sentivo bene ed ero felice di essere qui e pronta a dare il mio meglio - dice Miky -. Sono sempre stata una ragazzina spericolata, da piccola sciavo. A otto anni mia mamma mi ha detto: ‘Dai Miky, prova con la tavola’. Da allora non ho mai più messo gli sci. Sono innamorata di questo sport. A 11 anni sono entrata nello Scalve boarder team. Ho scoperto di essere brava in questo sport, perché è uno sport di contatto. Poi sono entrata in Nazionale. Mi piacciono i testa a testa. Due ori al femminile... penso che le donne abbiano qualcosa in più. Quando ho visto l'oro della Fontana mi sono detta: ‘Non voglio l'argento, voglio l'oro anch'io, lo voglio a tutti i costi’. Non mi sento mai la più forte, perché penso che in ogni gara possa vincere ogni ragazza. Però cerco sempre di dare il meglio di me, per essere soddisfatta. Oggi ci ho messo il cuore, ho dato tutto quello che avevo. Ieri era spaventoso vedere certe cadute su questa pista, e non va bene. Oggi è stata una bella gara e aver mostrato il meglio di questo sport per me è importantissimo, anche per i giovani che vogliono avvicinarcisi. Il mio obiettivo è quello di far vedere che sono forte e che oggi non ho vinto per caso. Ogni giorno arriva qualcuno di nuovo e io voglio continuare a essere davanti. Sono una ragazza semplice, mi piace uscire con le amiche e fare sport. Ieri sera mi ha scritto Sofia Goggia, e mi ha scritto: ‘Ti sento vibrare’. E io ho risposto: ‘Manca tanto così’. Sofia è una macchina da guerra e mi trascina anche quando non ho tanta voglia nella preparazione. Devo tanto al lavoro fatto con la squadra e con il mio preparatore, perché oggi se non avessi avuto le gambe che ho non ce l'avrei fatta. Ci ho messo quattro anni per scalare questa montagna ed esserci arrivata in cima è una grandissima soddisfazione: mi godo il panorama e la medaglia d'oro".

"Un'atleta come Michela nasce ogni vent'anni perché ha una determinazione incredibile - dice sempre a fisi.org il direttore sportivo dello snowboard e del freestyle italiano Cesare Pisoni -. Oggi ha fatto la storia di questo sport, per la prima volta lo snowboard italiano vince una medaglia d'oro. E' la più forte su una pista che non è la nostra. Ieri nella gara maschile 11 atleti sono finiti all'ospedale e non è bello. Siamo riusciti a far modificare la pista e oggi è stata una bella gara, anche da vedere. Michela è un esempio di come intendiamo lo snowboard: non uno sport da scavezzacollo, ma una disciplina di atleti. Michela sono quattro anni che lavora per questa Olimpiadi. E' importante capire che lo snowboard non è solo freestyle, ma per la tradizione europea e italiana è snowboard cross e alpino. Lavoriamo molto anche nel freestyle, ma in questo momento lo snowboard italiano è questo, e i nostri ragazzi sono atleti paragonabili a quelli di tutte le altre discipline".

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La fuoriclasse americana ha scelto il nome (pensando all'aurora boreale che ha visto per la prima volta nei giorni scorsi) della creatura che le è stata assegnata con l'ennesima perla a Levi. Un luogo che mi fa sempre riflettere su tutti gli aspetti della vita per cui sono grata. Il ringraziamento della famiglia Lorenzi.