Dal 6 al 9 settembre si è svolta a Bolzano la prima edizione di “Sustainability Days”, evento internazionale promosso dall’Alto Adige per discutere le migliori soluzioni per lo sviluppo sostenibile delle regioni rurali europee.
La conferenza ha visto il coinvolgimento di autorevoli personalità istituzionali nazionali e internazionali come il Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini, il Presidente della Provincia Autonoma di Bolzano Arno Kompatscher, nonché Premi Nobel come Robert Fry Engle, accademici, economisti, ricercatori ed esperti di fama internazionale.
Nel corso della prima giornata c’è stata la presentazione ufficiale del Piano Clima della Provincia di Bolzano, approvato ufficialmente dalla Giunta della Provincia il 30 agosto.
Sono 5 gli obiettivi generali volti alla neutralità climatica che l’Alto Adige mira di raggiungere entro il 2040, con un anticipo di 10 anni rispetto al limite fissato dall’Unione Europea:
1. Le emissioni di CO2 devono essere ridotte del 55% entro il 2030 e del 70% entro il 2037 rispetto al 2019. L'Alto Adige si è posto l'obiettivo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2040.
2. La quota di energia rinnovabile deve aumentare dall'attuale 67% al 75% entro il 2030 e all'85% nel 2037. In definitiva, per raggiungere la neutralità climatica, bisogna arrivare al 100%.
3. Le emissioni di gas serra diversi dal CO2, in particolare l'N2O e il metano, devono essere ridotti del 20% entro il 2030 e del 40% entro il 2037 rispetto al 2019.
4. In Alto Adige, si punta ad una crescita esponenziale di quei settori che si stanno sviluppando in relazione ai cambiamenti climatici.
5. Nonostante il necessario adattamento della società e dell'economia, la quota di popolazione a rischio di povertà dovrebbe diminuire del 10% entro il 2030 rispetto al 2019 (circa il 18% nel 2019).
Per raggiungere questi obiettivi, il piano climatico prevede tre tipi di misure:
• divieti e comandamenti, che sarebbero efficaci nel breve periodo
• incentivi, a medio termine, che servono a premiare determinati comportamenti
• cambiamenti a lungo termine che possono essere definiti "cambiamenti culturali" che modificano i comportamenti del singolo.
Con la seconda giornata della conferenza “Sustainability Days” si entrati nel vivo dei lavori. Tanti i temi affrontati, incentrati sulle risposte del territorio e dell’ambiente alla crisi climatica.
Il primo intervento a cura di Gail Bradbrook, attivista, ambientalista e cofondatrice del movimento Extinction Rebellion, ha illustrato come il metodo controverso della disobbedienza civile sia in grado di sostenere il cambiamento. Nella società di oggi l’attenzione viene posta sul Pil, ma è l’ambiente che deve avere la priorità. Il paradigma del “sempre di più” deve finire. Deve cambiare il sistema politico ed economico che domina il mondo e gli atti di disobbedienza civile servono anchea questo perché portano a nuove idee e nuove soluzioni
Della stessa opinione anche Leonora Grcheva, responsabile per le città e le regioni di Doughnut Economics Action Lab. L’approccio Donut Economics (la teoria della ciambella) che ha illustrato propone una visione che vede all’esterno di una serie di cerchi, i limiti planetari entro i quali le società dovrebbero agire per preservare gli habitat. È sempre più evidente che non si stanno rispettando questi limiti e il pianeta, di conseguenza, è in grande sofferenza. L’approccio dell’Economia della Ciambella, come spiegato dalla Grcheva, è applicabile a ogni livello di complessità sociale, economica e ambientale.
La terza giornata dei "Sustainability Days" ha visto il confronto tra scienza e attivismo dei giovani. I lavori sono partiti con l’intervento di Katja Diehl, fondatrice di #shedrivesmobility secondo la quale, nonostante si parli di sostenibilità da 10 anni, rispetto ad altri settori come industria e agricoltura, nel campo della mobilità nulla è cambiato. Partendo da questa provocazione, ha illustrato la sua idea di mobilità sostenibile. Tutto deve partire riportando le persone al centro, iniziando con il restituire loro quegli spazi oggi dedicati alle macchine (i parcheggi, ad esempio) che potrebbero diventare, così, una nuova agorà. Questo è solo l’inizio per una presa di coscienza seria e profonda sul futuro della mobilità sostenibile, da tutti i punti di vista.
È intervenuto anche Alex Puzter, esperto ONU per l'armonia con la natura e ricercatore sui diritti della natura, secondo cui il diritto della natura è la nuova modalità di protezione dell’ambiente. È un diritto umano avere un ambiente sano e vivibile e ciò può essere mantenuto solo diffondendo i diritti della natura. Particolarmente presenti nelle regioni rurali, i diritti della natura sono presenti in oltre 40 le iniziative in tutto il mondo. Per esempio, dal 2008 in Equador la natura è vista come un elemento con personalità giuridica; nel 2017 il popolo Maori della Nuova Zelanda ha riconosciuto come soggetto con personalità giuridica il loro fiume più importante; il Mar Menor in Spagna è il primo ecosistema con personalità giuridica. Ma come si possono promuovere i diritti della natura in Alto Adige e in altre aeree rurali? È possibile farlo capendo innanzitutto cosa siano i diritti della natura, quali tipi di natura vi siano inclusi, se singoli animali, luoghi o interi ecosistemi.
Durante la quarta ed ultima giornata, gli esperti presenti ai “Sustainability Days” hanno elaborato un documento riassuntivo con i suggerimenti concreti rivolti alla politica per i 4 ambiti di interesse di questa prima edizione dell’evento:
Agricoltura e alimentazione: sensibilizzare rispetto alla crisi della biodiversità e migliorare l’efficacia delle azioni politiche, agire per rigenerare gli ecosistemi, sostenere la ricerca sulla produzione alimentare, promuovere le diete sostenibili.
Energie rinnovabili & efficienza energetica: ridurre la domanda di energia, mettere in piedi sistemi energetici clima-compatibili, dare maggiore spazio alle rinnovabili, migliorare lo stoccaggio e le reti energetiche, instaurare sinergie tra progetti esistenti, portare a termine i progetti che si iniziano e promuovere la partecipazione di donne e giovani.
Mobilità & turismo sostenibili: rivedere le normative che impediscono o rallentano il cambiamento, consentire l’incrocio di servizi, mettendo insieme la domanda, far sì che i politici coinvolgano gli stakeholder affinché diventino leader nelle loro regioni rurali.
Habitat regionali resilienti: individuare e conservare i beni naturali specifici di ogni territorio, migliorare il reddito locale generando posti di lavoro, rivitalizzare le potenzialità economiche, valorizzare identità e fiducia in sé stessi, rafforzare il sistema di comunità e le reti sociali.
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