Se ne va un pezzo di storia dell'alpinismo: è morto Cesare Maestri, il "ragno delle Dolomiti"

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Alpinismoil lutto

Se ne va un pezzo di storia dell'alpinismo: è morto Cesare Maestri, il "ragno delle Dolomiti"

A 91 anni la scomparsa di un grande della montagna: fu il primo a compiere la traversata delle 16 cime centrali del Brenta in solitaria, in meno di 24 ore.

Un gigante dell'alpinismo e non solo. E' morto quest'oggi Cesare Maestri, il pioniere del sesto grado, soprannominato il “ragno delle Dolomiti”. A 91 anni se ne va una figura davvero importante per l'intero settore della montagna, come ha annunciato il figlio Gian sui social. “Questa volta Cesare ha firmato il libro di vetta della scalata sulla sua vita. Un abbraccio forte a chi gli ha voluto bene”.

La fama di Maestri era legata in particolare ai Monti Pallidi, le Dolomiti orientali, e alle Dolomiti di Brenta dove in pochi anni, tra il 1952 ed il 1956, aveva concluso una serie incredibile di vie in discesa ed in solitaria. Fu il primo a compiere la traversata delle 16 cime centrali del Brenta in meno di 24 ore, ma il suo nome è legato anche al Cerro Torre, in Patagonia, una delle montagne più difficili al mondo.

La prima spedizione, compiuta nel 1959 insieme a Toni Egger, si concluse tragicamente con la morte del compagno. La veridicità della conquista della cima fu fortemente messa in dubbio tanto da spingere lo stesso Maestri, 11 anni più tardi, a tornare sulla montagna aprendo quella che si chiama oggi “Compressor Route”, per il fatto che la spedizione si avvalse di un compressore azionato da un motore a combustione. Maestri dovette desistere a poche decine di metri dalla cima. Una cima, però, costituita da un fungo di ghiaccio che “prima o poi cadrà, come aveva ripetuto anche in occasione della presentazione del documentario a lui dedicato realizzato dalle Guide Alpine del Trentino.

Come a dire che in realtà lui, sulla cima, c'era comunque arrivato. Raccontò le sue imprese, ma anche il suo approccio alla montagna, in diversi libri ed era presenza fissa negli incontri più importanti dell'ambiente alpinistico, compreso il Trento Film Festival, che gli aveva assegnato la Genziana d'oro alla carriera. Era socio onorario del Cai e Cavaliere della Repubblica e nel 2012 gli fu conferita la laurea honoris causa in Scienze Motorie dall'Università di Verona.

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