Nelle ultime ore la Norvegia del biathlon ha montato una polemica contro le tappe nordamericane della Coppa del Mondo 2015-'16, scatenando una dura reazione da parte della federazione internazionale e dimostrando di avere la memoria corta perché nel 2011...
“Vorrei che le gare fossero in Europa". (Emil Hegle Svendsen)
"Odio un'organizzazione di questo tipo". (Tarjei Bø)
"Il programma è stato fatto in maniera dilettantesca". (Johannes Thingnes Bø)
Queste dure dichiarazioni sono state rilasciate dai tre atleti all’emittente televisiva NRK, a cui si è rivolto anche l’head coach del team Egil Gjelland, il quale ha detto che il calendario 2015-’16 "è un mal di testa per tutti noi. Avevamo proposto di iniziare la stagione con le due tappe nordamericane, in maniera tale da disputare quelle di febbraio in Europa".
Il malcontento norge riguardo la struttura dell’annata ventura – che prevede due tappe di Coppa del Mondo in Nordamerica nella prima metà di febbraio con i Mondiali a Oslo a inizio marzo – ha irritato non poco la federazione internazionale, da cui sono arrivate risposte molto piccate.
Addirittura il presidente dell’Ibu Anders Besseberg, ha tirato le orecchie ai suoi connazionali con parole durissime: “Non è un segreto il fatto che si sia discusso di cominciare in Nordamerica, ma il nostro comitato tecnico ha deciso di restare sul sicuro e di iniziare come da tradizione a Östersund per poi disputare la seconda tappa a Hochfilzen.
Sono località dove la neve viene sempre immagazzinata e quindi garantiscono lo svolgimento delle tappe. Sarebbe stupido rischiare di avere competizioni cancellate a inizio stagione se vi è la possibilità di evitarlo.
La fisionomia del calendario è stata discussa nel meeting dei direttori agonistici a marzo e al riguardo l’Ibu non ha ricevuto alcuna lamentela ufficiale dalla Norvegia o da altre nazioni.
Gli Stati Uniti e il Canada hanno parecchi buoni atleti che devono sempre venire in Europa per gareggiare, quindi penso sia piuttosto meschino se qualcuno dovesse boicottare le gare laggiù. Penso inoltre che sia stupido se la Norvegia non dovesse gareggiare con alcuni dei suoi migliori atleti”.
Gli ha fatto eco il delegato tecnico statunitense Max Cobb tramite il sito specializzato fasterskier.com: “Abbiamo fatto in modo di massimizzare l’intervallo tra le tappe americane e i Mondiali. Ci sono due settimane e mezzo fra i due eventi, mi sembra un lasso di tempo ragionevole per prepararsi a dovere. Ci fosse stata una settimana in meno avrei capito le lamentele.
Abbiamo ritenuto che fosse importante piazzare Canmore come prima delle due tappe poiché in questo modo i team potranno decidere quando arrivare in America sulla base del jetlag e dei programmi di allenamento.
Inoltre l’aeroporto di Calgary è un hub internazionale, quindi vi si può arrivare dall’Europa con voli diretti. Si fa quella tappa, si va a Presque Isle – il cui fuso orario è di 2 ore più vicino a quello europeo – e poi si torna a casa.
Vale la pena di ricordare che nel 2011 ci fu lo stesso intervallo tra le tappe di Coppa del mondo Nordamericane e i Mondiali che però quell'anno erano in Siberia, con 4 ore di fuso orario in più e un lungo volo charter per arrivarci.
In quei Mondiali tutti gli 8 ori individuali, nonché 21 delle 24 medaglie complessivamente assegnate, vennero vinte da uomini e donne che gareggiarono negli Stati Uniti. Viaggiare può essere faticoso, ma con più di due settimane e mezzo per prepararsi, si tratta di un calendario gestibile”.
Effettivamente quanto detto dai norvegesi è sorprendente e, nella migliore delle ipotesi dimostrano di avere la memoria corta.
L’ultima gara in America è programmata il 14 febbraio, mentre i Mondiali cominciano il 3 marzo. Ci sono quindi ben 17 giorni di tempo fra i due eventi, esattamente lo stesso intervallo visto nel 2011 tra la fine della tappa di Fort Kent e l’inizio della manifestazione iridata di Khanty-Mansiysk (peraltro situata nel continente asiatico e non nel cuore dell’Europa).
Quell’anno Tarjei Bø partecipò a tutte le competizioni statunitensi e ai Mondiali raccolse un oro, due bronzi e un quarto posto.
Emil Hegle Svendsen saltò la prima delle due tappe perché tentò di qualificarsi per i Mondiali di sci di fondo di Oslo, ma si presentò a Fort Kent e in Siberia ottenne un oro, un argento, un quarto e un quinto posto.
Ole Einar Bjørndalen invece disertò la trasferta americana e a Khanty-Mansiysk rimase a bocca asciutta, almeno a livello individuale, poiché la Norvegia si impose in scioltezza sia nella staffetta maschile che in quella mista.
Insomma, alla luce di quanto di buono fatto quell’anno pare proprio che i fratelli Bø e Svendsen abbiano perso un’occasione per tacere. Peraltro va ricordato che il jet-lag vale per tutti, non solo per chi è nato a Trondheim e dintorni.
BOLLETTINO NEVE
LOCALITÀ | I.APERTI | H. Min/Max |
---|---|---|
Ghiacciaio Val Senales | 6/11 | 25-81 cm |
Saas-Fee | / | 0-0 cm |
Ghiacciaio Presena | 0/30 | 0-20 cm |
Breuil-Cervinia | 7/17 | 80-150 cm |
FONDO, SCELTI DAI LETTORI
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