Svendsen e i fratelli Bø protagonisti di bravate a Pokljuka, multati di 100.000 corone

Svendsen e i fratelli Bø protagonisti di bravate a Pokljuka, multati di 100.000 corone
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Svendsen e i fratelli Bø protagonisti di bravate a Pokljuka, multati di 100.000 corone

Lo scorso anno Emil Hegle Svendsen e i suoi compagni di squadra finirono al centro di una polemica perché a Khanty-Mansiysk avevano festeggiato la vittoria di Tora Berger nella classifica generale calandosi i pantaloni al passaggio delle biathlete durante la mass start finale. La goliardata, perché tale era, non ebbe conseguenze a eccezione di qualche critica. Invece le "imprese" realizzate a Pokljuka dal ventottenne di Trondheim e dai fratelli Bø hanno avuto strascichi ben più pesanti.

La federazione norvegese infatti ha multato Svendsen, Tarjei e Johannes Thingnes di 100.000 corone a testa (poco più di 12.000 euro) per "aver tenuto un comportamento inaccettabile e aver compiuto atti di vandalismo dopo aver bevuto troppo alcool".

Nella notte tra il 6 e il 7 marzo durante il party della tappa, peraltro organizzato dalla Frassinoro Biathlon Friends, i tre si sono divertiti a sgonfiare le gomme di parecchie auto e pulmini parcheggiati nei dintorni degli hotel.

A farne le spese i mezzi di svedesi e austriaci, oltre persino all'automobile di un certo Ole Einar Bjørndalen. Proprio quest'ultimo ha avuto parole paterne per il trio dicendo che nonostante abbiano sbagliato nell'alzare troppo il gomito, comprende la volontà di "staccare mentalmente", soprattutto a fine stagione.

Decisamente più duri il direttore agonistico Per Arne Botnan e soprattutto Ola Lunde, ex tecnico di Bjørdnalen e ora voce tecnica per l'emittente Nrk, che ha parlato di "comportamento infantile e irresponsabile".

Forse la sintesi migliore di quanto avvenuto viene da Liv Grete Poirée: "È un peccato che un episodio del genere abbia avuto così tanta risonanza mediatica. Una multa di 100.000 corone è una pena molto severa, ma evidentemente il management della squadra è giunto alla conclusione che fosse un'azione necessaria.

Semplicemente i ragazzi sono giovani e hanno una vita al di fuori dello sport, ma non devono dimenticare anche di essere professionisti e di prendere sul serio la loro attività agonistica perché quando sono in giro per il mondo rappresentano non solo loro stessi, ma anche la Norvegia".

Di sicuro chi era a Pokljuka è stato testimone di quanto successo e ha riferito che l'episodio delle gomme sgonfiate è stato solo il più eclatante del terzetto terribile che nella notte tra il 6 e il 7 marzo si è letteralmente dato alla pazza gioia. I tre diretti interessati non hanno ancora rilasciato commenti al riguardo.

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