Andando avanti di questo passo, i Mondiali di Hochfilzen 2017 verranno ricordati come una delle edizioni più belle ed emozionanti di sempre, ammesso che non lo siano già. Anche la staffetta femminile andata in scena oggi non ha lesinato pathos e incertezza.
Ci ha pensato subito il meteo a scompigliare i piani. Dopo una settimana di tempo caldo e soleggiato, oggi la località tirolese è stata sommersa da una forte nevicata che ha reso decisamente più impegnativa la pista. Meglio così per lo spettacolo, poiché alla luce di quanto visto sinora, se le condizioni odierne fossero rimaste le medesime dei giorni scorsi sarebbe andata in scena una vera e propria “gara di tiro”, dove la componente fondo avrebbe recitato una parte secondaria. La neve, invece, ha nuovamente conferito agli sci stretti un ruolo da protagonista.
Il lancio si è infatti rivelato subito decisamente selettivo, con Vanessa Hinz e Anais Chevalier a imporre il loro ritmo al resto del gruppo. Lisa Vittozzi è stata in grado di tenere testa, mentre le altre avversarie più pericolose hanno iniziato a cedere terreno in maniera importante. In particolare Iryna Varvynets e Jessica Jislova hanno tutte lasciato sul piatto mezzo minuto (o più) alla vetta, mentre una sconcertante prestazione di Kaia Nicolaisen ha subito spento qualsiasi velleità della Norvegia campione in carica.
La seconda frazione ha notevolmente sparigliato le carte. Una splendida Federica Sanfilippo ha usato una sola ricarica e si è presa il lusso di regalare all’Italia la leadership provvisoria a metà competizione. Solo Maren Hammerschmidt, salvatasi in extremis al tiro in piedi, è riuscita a tenere la scia della poliziotta della Val Ridanna. Celia Aymonier ha infatti sparato (maluccio) con tempi antidiluviani, perdendo ampiamente terreno, vedendosi peraltro risucchiata da Yuliia Dzhima ed Eva Puskarcikova – dal canto loro tenute a distanza dall’azzurra.
Dice il saggio che la terza frazione è spesso quella decisiva. Infatti qui la gara ha assunto i suoi connotati definitivi. Franziska Hildebrand ha fatto leva sulla solidità al poligono, spingendo le tedesche al comando delle operazioni nonostante un’autentica crisi nel giro finale. Dietro di lei un’impressionante Anastasya Merkushyna ha riportato sotto l’Ucraina, mentre Justine Braisaz e Veronika Vitkova hanno fatto il loro dovere tenendo in quota le proprie squadre. Ha invece sofferto oltremodo nel fondo Alexia Runggaldier, vedendosi riagganciata dalla francese e dalla ceca.
In conclusione Laura Dahlmeier ha perennemente fatto da lepre, guadagnando costantemente terreno sulle inseguitrici in pista, ma sbagliando più del consueto al tiro. Tuttavia, usando al meglio le ricariche, ha impedito alle avversarie di riprenderla e si è involata verso il successo. Dietro di lei si è scatenata una grande battaglia per gli altri due gradini del podio. Alfine Olena Pidhrushna ha gestito meglio di tutte le sue energie, rimanendo a lungo coperta per poi emergere nel finale e attestarsi alla piazza d’onore. Marie Dorin Habert si è comunque issata al terzo posto, mentre un’esausta Gabriela Koukalova ha verosimilmente pagato nel finale gli sforzi dei primi due giri. Apparentemente evanescente Dorothea Wierer, ma in realtà si è semplicemente trovata a confronto con atlete complessivamente più talentuose di lei, dovendosi inchinare alla superiore qualità delle avversarie.
Dunque medaglia d’oro per la Germania, già sicura di chiudere in testa il medagliere di questa edizione iridata, e decimo titolo mondiale della storia in questa prova. Impossibile trovare un MVP, poiché si è trattato del più classico dei successi di squadra. Alfine è emersa la formazione complessivamente più forte. Tenendo conto delle miste, questo è il terzo oro della carriera di Dahlmeier e Hinz in un team event, il secondo per Hildebrand, il primo per Hammerschmidt.
Medaglia d’argento per l’Ucraina, dove hanno brillato soprattutto Merkushyna e la sagacia strategica di Pidhrushna, con Varvynets e Dzhiima a recitare egregiamente la loro parte.
Prosegue la maledizione della Francia, che ha pagato dazio nelle frazioni centrali (peraltro le due più a rischio). Con l’odierno bronzo il movimento transalpino sale sul podio iridato per la dodicesima volta, ma ancora una volta manca il gradino più alto (il totale dei metalli dice 0-8-4)!
Per l’Italia – quinta – c’è sicuramente un po’ di delusione, soprattutto perché Vittozzi ha fatto ampiamente il suo dovere e Sanfilippo si è espressa magnificamente. Tuttavia Runggaldier è rientrata nei ranghi dopo l’exploit dell’individuale (e sicuramente la nevicata ha reso decisamente più complesso difendersi sugli sci), mentre Wierer si è semplicemente trovata di fronte concorrenti più forti.
Domani alle 14.45 la staffetta maschile. Le donne concluderanno il loro mondiale domenica alle 11.30, con la mass start.
MONDIALI HOCHFILZEN 2017 – STAFFETTA FEMMINILE
1. GER [Hinz, Hammerschmidt, Hildebrand, Dahlmeier] (0+9) 1:11’16’6
2. UKR [Varvynets, Dzhima, Merkushyna, Pidhrushna] (0+4) a 6”4
3. FRA [Chevalier, Aymonier, Braisaz, Dorin Habert] (0+7) a 8”1
4. CZE [Jislova, Puskarcikova, Vitkova, Koukalova] (0+6) a 14”0
5. ITA [Vittozzi, Sanfilippo, Runggaldier, Wierer] (0+6) a 36”5
6. SWE [Brorsson, Öberg, Nilsson, Magnusson] (0+7) a 1’20”4
7. POL [Gwizdon, Hojnisz, Mitoraj, Guzik] (0+6) a 1’23”1
8. SVK [Fialkova P., Kuzmina, Fialkova I., Gerekova] (0+7) a 1’36”9
Clicca qui per i risultati completi.
MEDAGLIERE DOPO 8 GARE DI 11
5-1-0 (6) – GERMANIA
1-2-1 (4) – REP.CECA
1-1-4 (6) – FRANCIA
1-0-0 (1) – USA
0-2-1 (3) – NORVEGIA
0-1-0 (1) – BIELORUSSIA
0-1-0 (1) – UCRAINA
0-0-1 (1) – RUSSIA
0-0-1 (1) – ITALIA
Staffetta F WCH Hochfilzen (AUT)
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