Della Monica/Guarise: "Vogliamo pensare in grande"

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Della Monica/Guarise: "Vogliamo pensare in grande"

A pochi giorni dai Campionati nazionali di Torino, abbiamo avuto modo di incontrare Nicole Della Monica e Matteo Guarise, autori di un brillante inizio di stagione


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L'ultima volta che avete fatto un'intervista con Neveitalia è stato prima delle Olimpiadi, ai campionati europei di Budapest. Matteo, purtroppo poco prima della partenza per Sochi ti sei infortunato.

Matteo: "Tre settimane prima delle Olimpiadi, il 7 gennaio se non mi sbaglio, mi sono fatto male al ginocchio. Subito dopo Sochi mi sono operato all'Ospedale Galeazzi di Milano dove lavora anche il Dott. Tornese, medico della nazionale. Dopo aver camminato con le stampelle per una settimana ho fatto cinque giorni di riabilitazione in piscina, perciò io e Nicole ci siamo preparati ai mondiali di Saitama nel giro di appena tre settimane, qui al Forum di Assago. Naturalmente non eravamo al massimo della nostra forma, nonostante ciò ci siamo qualificati per il libero e con tutti i ritiri che ci sono stati questa estate siamo riusciti ad ottenere due tappe di Grand Prix per questa stagione. All'inizio eravamo un po' indecisi sul fare o meno i mondiali di Saitama, dato che non sapevamo se non saremmo stati abbastanza pronti e in grado di sostenere una gara così importante.

In realtà quella gara ci è stata molto utile proprio per il discorso dei Grand Prix che ho appena fatto. In questo modo abbiamo cominciato bene questa stagione, inoltre ci siamo preparati a fondo questa estate - abbiamo fatto uno stage di un mese da John Zimmermann in America mentre per il resto dell'estate ci siamo allenati sempre a Milano con Cristina Pelli e Cristina Mauri. Paola Mezzadri è sempre la nostra coreografa e ci ha montato dei programmi molto belli, o almeno così pare dai commenti che abbiamo sentito...non sono io a dirlo! (ride, n.d.r.).

Non siamo ancora all'apice della forma, però in ogni gara che abbiamo fatto, partendo da Nizza e arrivando al trofeo Bompard, siamo migliorati sempre di più. Speriamo di arrivare al mondiale in forma perfetta".

 

Che tipo di infortunio hai avuto?

Matteo: "All'inizio il menisco del ginocchio si era aperto, ma dato che ho continuato ad allenarmi un pezzo di esso si è staccato ed è entrato nell'articolazione. In gara avevo dei fastidi dati dal pezzetto di menisco che si intraponeva tra i due capi articolari. Avevo un po' paura perché prima di Sochi non avevamo più pattinato nessun programma per intero e quando cominciavo a sforzare un po' il ginocchio, questo si bloccava. Prima dello Short a Sochi ero molto nervoso, infatti ho inciampato dopo pochi passi: nelle settimane precedenti non mi ero allenato quasi per niente, avevo fatto prevalentemente bicicletta...

Mi è capitato di parlare poco tempo fa con una persona che mi diceva di essere dispiaciuta per la stagione scorsa dato che avevamo avuto molti problemi. Al che io avevo obiettato che nonostante tutto abbiamo raccolto anche molte soddisfazioni; non abbiamo saltato nessuna gara: Universiadi, Olimpiadi, Mondiali. Il tutto nonostante l'infortunio. È stata una stagione difficile e combattuta che però ci ha anche portato tante soddisfazioni".

 

Su cosa avete lavorato in America?

Nicole: "Soprattutto sul Twist".

Matteo: "Gli altri nuovi elementi li avevamo già impostati a Milano con Cristina Pelli, in particolar modo i sollevamenti".


In effetti gli elementi nei quali mi siete parsi più migliorati sono i sollevamenti, oltre ai salti in parallelo.

Nicole: "Beh, rispetto all'anno scorso stiamo lavorando molto di più sull'acquisire una maggiore sicurezza nei salti. Anche perché gli altri elementi ormai li abbiamo ben consolidati; il problema è ovviamente eseguirli al meglio tutti insieme nel programma".

Matteo: "Di sicuro qui a Milano non ci risparmiamo con il lavoro, ci alleniamo davvero tanto. Inoltre tre volte alla settimana abbiamo una sessione di salti in singolo, dove facciamo molti tripli e ne proviamo di diversi. Nicole ha ripreso quasi tutti i sui tripli e io ogni tanto mi diverto a fare delle combinazioni un po' particolari. Cerchiamo quindi di mantenere il bagaglio di salti che avevamo prima di pattinare insieme".

 

Come avete creato i programmi di gara di questa stagione?

Matteo: "Paola Mezzadri ha curato le coreografie, creando la storia e pensando a come costruire il programma, mentre Roberto Pelizzola si è occupato delle sequenze di passi e di alcuni passaggi coreografici. Con Corrado Giordani abbiamo invece fatto un lavoro di rifinitura delle transizioni, lavorando sia sul ghiaccio che nella sala di balletto. Ci siamo trovati molto bene. Principalmente ci avvaliamo di queste tre punte: una parte tecnica, un'altra creativa e una di pulizia. Paola crea, Roberto si assicura che ci siano i livelli giusti e Corrado rifinisce e sistema i programmi".

 

Perché da questa estate avete deciso di trasferirvi in pianta stabile a Milano?

Nicole: "Con Oleg eravamo d'accordo di lavorare insieme fino alle Olimpiadi e che in seguito avremmo deciso il da farsi. In realtà già nel periodo tra Olimpiadi e Mondiali ci siamo allenati sempre qui a Milano a causa dell'operazione e in seguito riabilitazione al ginocchio di Matteo".

Matteo: "In Russia sarebbe stato complicato allenarci dato che non potevo camminare tanto- e lì non avevamo una macchina - e in ogni caso avevo bisogno di essere seguito costantemente dai dottori e fisioterapisti per il processo riabilitativo".

Nicole: "Abbiamo imparato davvero tantissimo da Oleg, soprattutto dal punto di vista tecnico, ma in Russai ci mancavano gli altri aspetti del pattinaggio. La coreografia, l'essere seguiti maggiormente per quanto riguarda la preparazione atletica, dato che in Russia pattinavamo solamente facendo prima un semplice riscaldamento, senza accostarvi né balletto né preparazione atletica. Qui c'è tutto quello di cui abbiamo bisogno, per adesso questa è la soluzione migliore per noi, siamo più seguiti".

Matteo: "Per quanto riguarda il team di lavoro, non avremo l'eccellenza mondiale che era Oleg dal punto di vista tecnico, ma abbiamo tante piccole eccellenze: Mirko Botta per la preparazione atletica, Davide Tornese e Giuseppe Ferrari per quanto riguarda la prevenzione medica, Cristina Pelli e Cristina Mauri per quanto riguarda la preparazione tecnica, i coreografi li ho già menzionati..".

"Non stiamo parlando di una persona che si assume tutto il carico del nostro lavoro, ma di tante persone che si assumono la responsabilità del proprio lavoro. Si viene a creare questo sistema di allenamento che sembra funzioni per noi. Inoltre qui abbiamo più ore di ghiaccio a disposizione, passiamo tante ore in questa struttura e la sfruttiamo al meglio: abbiamo il ghiaccio, la palestra, la piscina, il balletto...entriamo qui la mattina e finiamo la sera, senza perdere tempo per gli spostamenti".

 

Ho letto che a San Pietroburgo uno dei problemi principali è la mancanza di ore sul ghiaccio per i pattinatori.

Matteo: "Per noi il problema fondamentale era che avevamo due sessioni sul ghiaccio, una la mattina e una la sera. Questo comportava che dovessimo uscire di casa la mattina presto e tornare la sera tardi, dato che abitavamo troppo lontano per tornare a casa tra un allenamento e l'altro. Le condizioni della pista, la temperatura, il ghiaccio, erano molto buoni. Avevamo anche una palestra dove poter allenare i sollevamenti a secco e fare stretching. La differenza principale è che qui a Milano riusciamo ad ottimizzare al meglio le nostre ore di allenamento".

 

Matteo, i tuoi salti in parallelo sono molto migliorati questa stagione. Hai fatto un lavoro specifico durante l'estate o sono solo il frutto del diverso lavoro fatto a Milano del quale parlavi prima?

Matteo: "Questa è la terza stagione e mezza che abbiamo fatto insieme Nicole ed io. La prima stagione abbiamo partecipato solo al campionato del mondo, e non abbiamo avuto particolari problemi sui salti. Stessa cosa per quanto riguarda la seconda stagione. Durante la terza ho cominciato ad avere male ad un piede, il che mi ha portato a cambiare lo stacco del Sachow. Alla fine non riuscivo più ad eseguirlo bene, quindi dopo aver cercato di lavorare maggiormente su quel salto mi sono infortunato al ginocchio. Puoi capire che ormai la stagione era stata compromessa e che il lavoro sui miei salti era ormai passato in secondo piano. Quest'anno con Cristina Mauri abbiamo ricostruito il mio Salchow da zero, partendo da una condizione fisica ottimale, e adesso pare che sia tornato ad essere il salto che riuscivo ad atterrare un tempo".

 

Torniamo a questa stagione. Come giudicate le gare che avete fatto fino ad ora?

Nicole: "Siamo abbastanza contenti di come abbiamo cominciato la stagione. Soprattutto per quanto riguarda la prima gara, perché volevamo dimostrare che le scelte fatte riguardo al cambio di staff fossero quelle giuste. In più Oleg Vassiliev era presente a Nizza e quindi si trattava di un doppio esame per noi.

C'era e c'è ancora tanto su cui lavorare ovviamente, ma la cosa bella è che ad ogni gara siamo riusciti a migliorare sempre di più. Questo ci ha fatto acquisire sicurezza e ancora più voglia di lavorare.

In Cina avremmo sicuramente potuto pattinare meglio, ma nel complesso siamo contenti di essere stati in grado di reagire dopo aver eseguito uno short non molto pulito, recuperando due posizioni nella classifica finale.

A Bordeaux siamo andati meglio dal punto di vista della performance e peggio dal punto di vista della classifica, ma se consideriamo il livello del Grand Prix in Francia possiamo ritenerci soddisfatti perché abbiamo pattinato tutti pressoché bene e sarebbe stato difficile recuperare posizioni dopo il programma corto. Ovviamente vogliamo che la prossima gara vada ancora meglio".

Matteo: "C'è da dire anche che in Cina abbiamo pattinato lo Short scendendo per penultimi in pista, e questo a livello psicologico ci ha reso un po' agitati, mentre nel libero non lo eravamo. Siamo ormai consci di essere in grado di pattinare sia uno short che un libero pulito e quindi cominciano a crearsi delle aspettative nei nostri confronti. È una lezione che abbiamo imparato questa stagione, non dobbiamo essere troppo sicuri di quello che sappiamo fare, ma in gara dobbiamo rimanere concentrati e fare quello che facciamo tutti i giorni in allenamento, cioè pattinare dei bei programmi".

 

Qual è l'ordine di discesa in pista che preferite avere?

Nicole: "Ormai in qualsiasi posizione scendiamo riusciamo a trovarci a nostro agio. Fortunatamente siamo solo quattro coppie per gruppo alle gare e quindi non dobbiamo aspettare troppo anche se siamo ultimi. Ovviamente se siamo primi o secondi in ordine di discesa del gruppo non togliamo i pattini, mentre se siamo terzi o quarti li slacciamo. A Nizza eravamo ultimi – ovvero terzi nel gruppo - e i tempi di attesa del punteggio della coppia precedente sono stati davvero lunghi. Non abbiamo tolto i pattini e siamo arrivati sul ghiaccio che non avevamo più sensibilità nei piedi. Purtroppo però in base all'ordine di discesa cambiano anche i components: più tardi scendi e più sono alti".

Matteo: "Diciamo che a livello di tattica è sempre meglio scendere per ultimi, mentre a livello di sensazione fisica è meglio essere i secondi nel gruppo, perché puoi respirare un po' dopo gli intensi sei minuti di riscaldamento, concentrarti e cancellare dalla mente eventuali sensazioni sbagliate".

 

Hai detto poco fa che in Cina eravate molto nervosi prima dello Short Program. Come affrontate le gare da questo punto di vista?

Nicole: "Ogni gara è stata un'esperienza a sé per noi. Ci sono state volte in cui io ero più agitata, o Matteo lo era, oppure le sensazioni tra corto e libero cambiavano...stiamo lavorando anche su questo, sul come affrontare le gare. Penso che man mano che andremo avanti saremo in grado di affrontare al meglio ogni tipo di situazione e di capire come reagire in base alle nostre senzazioni del momento".

Matteo: "Non è una questione di nervosismo, perché si è sempre tesi o nervosi in gara. Un vero campione non è colui che non è nervoso prima di una competizione, ma è colui che sa come affrontare ogni situazione, che non dimostra la tensione. Stiamo lavorando su questo attraverso delle lezioni di teatro-terapia. Ci insegnano ad ascoltare il nostro corpo e ad esternare le sensazioni che proviamo e che non riusciamo a far capire alla gente. È un progetto nuovo e ci troviamo molto bene, al momento ci sta aiutando davvero tanto".

 

Credo che alla fine sia simile andare su di un palco e pattinare in pista, in ogni caso hai gli occhi del pubblico puntati addosso.

Matteo: "Esatto".

 

Per quanto riguarda le prossime gare, cosa pensate di fare?

Nicole: "All'inizio pensavamo di partecipare al Golden Spin a Zagabria, ma abbiamo bisogno di lavorare di più in allenamento. Abbiamo fatto molte gare a distanza ravvicinata e questo non ci ha permesso di calare il carico di lavoro per poi aumentarlo nuovamente. Così facendo invece abbiamo davanti a noi tre settimane piene di lavoro".

Matteo: "In questo modo ricreiamo l'andamento di carico e scarico del lavoro, gareggiare di continuo non ti permette mai né di caricare né di scaricare, quindi volendo arrivare ai campionati europei in piena forma la soluzione migliore è caricare e successivamente scaricare prima dei campionati italiani, eventualmente fare una gara prima di Stoccolma e poi partecipare all'europeo. In questo modo organizzeremmo la nostra stagione in gruppi di tre gare: Nizza, Cina, Francia, poi Nazionali, un'altra gara ed europei, e poi la stessa cosa per i campionati del mondo, eventualmente facendo un gala e/o una gara prima di Shanghai".

 

Ho un'ultima domanda per voi. Da questa stagione avrete la concreta possibilità di vincere il titolo italiano ai nazionali. Avete mai pensato a questa possibilità? Dopotutto sia agli occhi dei giudici che del pubblico presentarsi alle maggiori gare internazionali come campioni nazionali è un notevole biglietto da visita.

Matteo: Ultimamente ci stanno ponendo questa domanda molte persone! La mia risposta è sempre che, indipendentemente dal risultato a livello nazionale, abbiamo un campo a livello internazionale di livello strepitoso. Noi dobbiamo lavorare per noi, essere al meglio delle nostre possibilità e solo allora saremo competitivi sotto un punto di vista globale. Pensare al proprio orticello non serve a niente. Noi pensiamo in grande, a livello mondiale. Tutto quello che nel frattempo arriva o meno si raccoglie o non si raccoglie.

Ad ogni modo, quest'anno saremo sempre pronti ad assumere questa responsabilità, nel caso in cui saremmo la prima coppia a Torino".

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