Cambia la sceneggiatura, ma lo JGP femminile continua a parlare russo e giapponese

Cambia la sceneggiatura, ma lo JGP femminile continua a parlare russo e giapponese
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Cambia la sceneggiatura, ma lo JGP femminile continua a parlare russo e giapponese

Archiviata la quarta tappa di qualificazione, appare sempre più probabile che la finale femminile di Junior Grand Prix veda al via solamente atlete giapponesi e russe, ma, per motivazioni differenti, i valori di inizio stagione sono stati in buona parte stravolti.


Ovviamente, la filosofia per le due principali superpotenze del settore era quella di consentire alle sette atlete di punta di prendere parte a due tappe di qualificazione, fermo restando che in caso di risultati non all’altezza della situazione veniva contemplata l’ipotesi di dare spazio ad una delle sostitute designate.


RUSSIA

Prima dell’incipit di Bratislava, il ranking russo era considerato il seguente:

1) Sakhanovich Serafima [3° anno]
2) Sotskova Maria [3° anno]
3) Tsurskaya Polina [1° anno]
4) Proklova Alexandra [3° anno]
5) Fedichkina Alisa [1° anno]
6) Mikhailova Valeria [1° anno]
7) Mitrofanova Ekaterina [1° anno]

Con il ruolo di eventuali riserve per uno dei quattordici posti a disposizione nelle sette tappe di qualificazione, figuravano Diana Pervushkina [5° anno] ed Elizaveta Iushenko [3° anno]

La principale complicazione è stata rappresentata dai problemi di Serafima Sakhanovich, inizialmente indiziata di prendere parte alla quarta tappa (Linz) e alla quinta (Torun), ma, al momento, rimasta effettivamente iscritta solamente al settimo e ultimo appuntamento (Zagabria). Per la verità, la quindicenne di San Pietroburgo risulta ancora tra le riserve del sesto evento (Logroño), ma, dopo un infortunio accusato un paio di settimane or sono, non c’è chiarezza sulle sue condizioni fisiche e non è detto che possa subentrare ad una delle due compagne selezionate per la tappa spagnola. Peraltro, a Logroño dovrebbero gareggiare la tredicenne Alisa Fedichkina, quarta a Riga e ancora in corsa per la finale con una vittoria, e la quindicenne Alexandra Proklova, reduce da problemi fisici e designata anche per l’ultima tappa in calendario. Alla luce della situazione attuale, appare improbabile che Fedichkina possa essere accantonata, mentre per Proklova tutto dipenderà dallo stato di forma.

Incredibilmente, la Russia, nonostante tre vittorie nelle prima quattro tappe, corre il rischio di portare in finale solamente due atlete. Archiviata la qualificazione di Maria Sotskova, vincitrice a Riga e Linz, Polina Tsurskaya, dominatrice a Bratislava, dovrebbe guadagnare il pass per la finale al termine della tappa di Torun, ma per il resto tutto appare in alto mare in virtù della situazione relativa a Sakhanovich e Proklova.  Al contempo, con una vittoria di Fedichkina in Spagna e almeno ventisei punti raccolti da una tra Sakhanovich e Proklova nelle ultime due tappe, le finaliste russe potrebbero anche essere quattro.

Sullo sfondo, resta Diana Pervushkina, quarta a Linz, che in caso di forfait di una tra Sakhanovich e Proklova, potrebbe prendere parte ad uno degli ultimi due appuntamenti in calendario potendo aspirare all’accesso in finale in caso di un improbabile successo. Peraltro, Pervushkina ha gareggiato in Austria proprio in sostituzione di Sakhanovich.


GIAPPONE

Prima dell’incipit di Bratislava, il ranking giapponese era considerato il seguente:

1) Higuchi Wakaba [2° anno]
2) Aoki Yuna [1° anno]
3) Honda Marin [1° anno]
4) Sakamoto Kaori [3° anno]
5) Mihara Mai [3° anno]
6) Nitaya Rin [5° anno]
7) Shiraiwa Yuna [1° anno]

Con il ruolo di eventuali riserve per uno dei quattordici posti a disposizione nelle sette tappe di qualificazione, figuravano Yura Matsuda [5° anno] ed Emiri Niigata [3° anno].

Il problema principale è stato rappresentato dai risultati al di sotto delle aspettative di Yuna Aoki e Wakaba Higuchi, rispettivamente settima a Riga e quinta a Linz. Inoltre, l'inattesa vittoria ottenuta da Yuna Shiraiwa a Colorado Springs ha spinto la federazione nipponica a cambiare i piani in corsa nel tentativo di provare a garantire l’accesso alla finale a quattro atlete.

Il Giappone, che, inizialmente, aveva destinato Yuna Aoki e Marin Honda al sesto appuntamento in calendario, ha deciso di tornare sui suoi passi iscrivendo alla tappa spagnola di Logroño Yuna Shiraiwa e Yura Matsuda e spostando Marin Honda nell’ultimo evento di Zagabria, dove figura ancora tra le partecipanti Wakaba Higuchi. A margine, la quotata Yuna Aoki, dopo la deludente uscita nella tappa di Riga, è stata privata della seconda opportunità.

Alla luce dei risultati finora maturati, Mai Mihara, seconda a Bratislava e Linz, può già prenotare il biglietto per Barcellona in quanto potrebbe essere eliminata solo da una combinazione di difficile realizzazione (cinque atlete con 28 punti, oltre a Sotskova già a quota 30).  A Kaori Sakamoto, compagna di training di Mihara, potrebbe bastare un secondo posto a Torun per avere la quasi matematica certezza della finale (la finale sarebbe da subito garantita con un secondo posto con 190.46 punti, ipotesi improbabile). In ogni caso, la quindicenne di Kobe troverà in Polonia avversarie ampiamente alla portata, eccezion fatta per Polina Tsurskaya.

Vantano ancora chance importanti di qualificazione anche Yuna Shiraiwa, cui sarà sufficiente un terzo posto nell’appuntamento di Logroño (e a seconda delle combinazioni forse anche un quarto) e Marin Honda, che, però, alla luce della situazione attuale, avrebbe bisogno come minimo di chiudere la tappa di Zagabria almeno in seconda posizione, fatto non banale in quanto dovrà affrontare Higuchi, Sakhanovich e Proklova.

Le speranze di accedere alla finale per Wakaba Higuchi, favorita della vigilia al pari di Sakhanovich, passano da una vittoria nella tappa di Zagabria e da una serie di combinazioni favorevoli, che potrebbero anche non realizzarsi. Al netto di infortuni delle avversarie, la campionessa nazionale juniores giapponese dovrebbe, infatti, sperare in una debacle di Shiraiwa a Logroño, dove però è meglio che non vinca Fedichkina, e in un piazzamento fuori dalle prime due posizioni per una (o preferibilmente per entrambe) tra Sakamoto e Honda nella rispettiva seconda tappa. Tuttavia, il discorso appare aleatorio in quanto bisognerà tenere conto anche dei risultati di Sakhanovich e Proklova, qualora una delle due sia pronta per gareggiare nelle ultime due tappe.


Ad oggi, la finale più probabile appare quella con Tsurskaya, Sostskova, Mihara, Sakamoto e Shiraiwa, mentre non è semplice individuare l’ultima qualificata perché le combinazioni appaiono molteplici.

Tra le atlete delle altre nazioni, l'unica che può rammaricarsi per la situazione attuale è la coreana Da Bin Choi [3° anno], di fatto eliminata per via della strategia demenziale della sua federazione che, pur avendo iscritto le atlete alle prime tappe conoscendo già i nomi delle partecipanti delle altre nazioni, non ha avuto la lucidità di indirizzare la sua pattinatrice di punta sugli appuntamenti con meno concorrenza. Per la cronaca, Choi con i punteggi ottenuti sia a Riga che a Linz, tappe concluse al terzo posto, avrebbe vinto comodamente a Colorado Springs.

Come, invece, era ampiamente prevedibile, le statunitensi sono rimaste fuori dai giochi, nonostante le incoraggianti prestazioni della progredita Vivian Le [2° anno], terza in due occasioni, ma incapace di fare la differenza nell'evento di casa dove c'era ampio spazio per provare a vincere.

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