Il caso di Carolina Kostner veleggia verso il TAS: pro e contro

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Il caso di Carolina Kostner veleggia verso il TAS: pro e contro

Come emerso nei giorni scorsi, appare probabile che Carolina Kostner impugni presso il Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna la sentenza di squalifica di sedici mesi emessa dal Tribunale  Nazionale Antidoping.

Nel frattempo, l’edizione odierna del quotidiano “Alto Adige” e altri media nei giorni passati hanno riportato l’intenzione dell’avvocato Giovanni Fontana di abbandonare, previo accordo, il patrocinio della pattinatrice. Nell’attesa di saperne di più al riguardo, pare che si stia comunque lavorando alacremente per trovare un nuovo legale.

Il Tribunale Arbitrale dello Sport, nato ad inizio anni ottanta per volontà dell’allora Presidente del CIO Juan Antonio Samaranch, è diventato nel 2003 un organo indipendente dal Comitato Olimpico Internazionale. Noto con l’acronimo TAS, il tribunale è presieduto dall’australiano John Coates ed ha come compito la risoluzione di controversie sportive. Di fatto, rappresenta una Corte Suprema nell’ambito del diritto sportivo. La facoltà di ricorrere al TAS spetta ad atleti, federazioni, comitati olimpici nazionali e organizzazioni che operano per conto del CIO, ad esempio la WADA.

Per quanto concerne il caso in questione, i tempi dell’eventuale ricorso avranno decorrenza dal giorno della comunicazione delle motivazioni della sentenza. Da quel momento, sarà possibile appellarsi entro il termine perentorio di trenta giorni.

Tuttavia, gli scenari possibili sono molteplici e non necessariamente positivi. Da un lato, infatti, il TAS potrebbe confermare, annullare o ridurre la squalifica, ma, dall’altro, non si può escludere a priori la cosiddetta “reformatio in peius”. L’eventualità peggiore si porrebbe nel caso in cui la WADA decidesse di appellare la sentenza del Tribunale Nazionale Antidoping, reo di avere ridotto di un terzo la squalifica nonostante Kostner abbia mentito ad un ufficiale WADA preposto al controllo antidoping.

La partita è perciò ancora tutta da giocare. Vedremo se prevarrà la linea di considerare il comportamento della pattinatrice ininfluente ai fini delle scorrettezze perpetrate dall’allora compagno oppure se si deciderà di attenersi rigidamente a quanto previsto dalla normativa attualmente vigente, senza dimenticare come non manchino le sfumature intermedie tra i due orientamenti.

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