In pericolo le medaglie di Carolina Kostner? Improbabile

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In pericolo le medaglie di Carolina Kostner? Improbabile

Il coinvolgimento di Carolina Kostner nella vicenda doping dell'ex fidanzato Alex Schwazer sta generando un interesse mediatico probabilmente mai raggiunto in occasione delle vittorie ottenute dalla pattinatrice altoatesina nel corso della lunga carriera agonistica.

Televisioni e carta stampata stanno cercando di capire meglio i contorni della vicenda e praticamente ogni giorno emerge qualche novità.

La notizia più rilevante della mattinata odierna viene riportata dai quotidiani romani "Il Messaggero" e "Corriere dello Sport Stadio", che hanno rilanciato un legittimo dubbio posto dallo storico presidente dell'ISU Ottavio Cinquanta al termine della Giunta nazionale CONI, cui ha preso parte in quanto membro del Comitato Olimpico Internazionale (CIO).

Il quesito suona più o meno così: "Qualora la Procura del CONI accerti una violazione della normativa antidoping da parte di Kostner l'eventuale sanzione sarà comminata con effetto retroattivo?".

Ovviamente, il riferimento è alla presunta violazione dell'articolo 2.8 delle NSA (Norme Sportive Antidoping). La norma prevede, infatti, una pena minima di quattro anni per chi fornisce assistenza, aiuto o incoraggiamento in riferimento a qualsiasi violazione tentata o consumata.

A conti fatti, se, come ipotizzato, l'eventuale sanzione venisse applicata con effetto retroattivo (quindi a partire dal 30 luglio 2012) e se effettivamente Carolina Kostner venisse ritenuta colpevole di favoreggiamento potrebbero essere messi in discussione il bronzo olimpico di Sochi (febbraio 2014), l'argento iridato di London (marzo 2013), la medaglia di bronzo dei Mondiali di Saitama (marzo 2014), nonchè il titolo europeo del 2013 e il terzo posto ottenuto nella rassegna continentale del 2014.

In realtà, l'impressione è che tutto nasca da un equivoco di natura concettuale. Infatti, è necessario distinguere tra la pena (di fatto la squalifica che parte dal giorno del dibattimento o in caso di contumacia dal giorno in cui viene comminata la squalifica) e l'invalidazione dei risultati per violazione di una normativa antidoping.

La questione merita chiaramente un approfondimento, che mette in luce come l'intera normativa sia stata redatta senza prendere in considerazione un caso limite come quello che vede coinvolta Kostner, cioè una condotta di favoreggiamento dell'atelta in pratiche dopanti altrui.

A tal proposito, è necessario fare riferimento all'articolo 4 comma 8 delle Norme Sportive Antidoping ("Invalidazione dei risultati delle competizioni successive al prelievo dei campioni o ad una violazione della normativa antidoping"). La norma recita così: "Oltre all'invalidazione automatica dei risultati conseguiti nella competizione durante la quale è stato prelevato il campione positivo ai sensi dell'articolo 8, tutti gli altri risultati agonistici ottenuti successivamente alla positività riscontrata (sia in competizione che fuori competizione), o successivamente ad un'altra violazione antidoping durante un periodo di sospensione cautelare o di squalifica, verranno invalidati, nel rispetto dei principi di imparzialità, con le relative conseguenze, inclusa l'eventuale perdita di medaglie, punti e premi".

Alla luce del contenuto della norma, è opportuno chiedersi se esistano davvero gli estremi per privare un quaslasi atleta delle medaglie regolarmente conquistate sul campo per via di un mero favoreggiamento in pratiche dopanti altrui.

Di primo acchito, la risposta è negativa in quanto la norma sembra riferita ad una condotta di doping attiva e dovrebbe riguardare solo l'atleta che ricorre alla frode per ottenere risultati personali sul campo.

D'altro canto, è chiaro come il legislatore non abbia contemplato il caso di un atleta "pulito" che violi la normativa antidoping per fornire aiuto ad un collega, peraltro impegnato in altra disciplina, senza trarne benefici personali sul campo.

Il caso di Kostner, seppure con le dovute proporzioni, può perciò essere assimilato a quello di un tecnico che fornisce un aiuto nel violare la normativa antidoping ad un atleta da lui allenato. In questo caso, la pena applicata all'allenatore è quella della squalifica a partire dal dibattimento (o in caso di contumacia da quando viene comminata la squalifica).

Peraltro, quando si parla di squalifica (articolo 4. comma 9), il legislatore utilizza il termine "atleta o altra persona" (cioè qualsiasi tesserato per una federazione che faccia riferimento al CONI che non sia l'atleta coinvolto nel caso attivo di doping), mentre sul versante dell'invalidazione dei risultati (articolo 4, comma 8), non si parla di "atelta o altra persona" in quanto il riferimento è chiaramente al soggetto che si sottopone alle pratiche dopanti.

Alla luce di quanto illustrato, appare improbabile che Kostner venga privata dei risultati regolarmente ottenuti sul campo dopo il caso di positività dell'ex fidanzato Alex Schwazer. Va da sè, che il caso della pattinatrice farà, in ogni caso, giurisprudenza ed è probabile nonchè necessario un futuro intervento del legislatore per regolamentare una situazione inizialmente non contemplata.

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