Riflessioni in ordine sparso generate dai casi di positività di Maria Sharapova ed Ekaterina Bobrova

Riflessioni in ordine sparso generate dai casi di positività di Maria Sharapova ed Ekaterina Bobrova
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Riflessioni in ordine sparso generate dai casi di positività di Maria Sharapova ed Ekaterina Bobrova

Le positività odierne di BOBROVA e SHARAPOVA ci consentono di capire tanti aspetti del doping, solo apparentemente nascosti.

Innanzitutto, la parola d'ordine è quella di andare oltre il qualunquismo che ci viene regalato da troppi pennivendoli con poca voglia di studiare, ma in caccia di qualche "mi piace" sui social network.

Al di là della colpevolezza o innocenza delle atlete in questione, discorso valido anche per i biathleti ucraini, ci si rende conto di quanto l'antidoping sia sempre in enorme ritardo rispetto alla ricerca ed evoluzione in fatto di sostanze dopanti, ma fin qui nulla di nuovo. Tradotto, i luminari del doping sono in grado di trovare con assoluta facilità sostanze in grado di migliorare le prestazioni non incluse nella "lista nera WADA". D'altro canto, e non potrebbe essere diversamente, tutto quanto non è vietato risulta banalmente lecito.

Il MELDONIUM, sostanza che in queste settimane sta inchiodando tanti atleti, è in circolazione almeno dal 2006, ma solo dal 2016 è diventato proibito. Sono passati quasi dieci anni prima che qualcuno riuscisse a capire i vantaggi generati dall'utilizzo nello sport.

In termini di diritto, punire gli atleti che hanno utilizzato il medicinale incriminato fino al 2015 non sarebbe corretto (Nullum crimen, nulla poena sine lege praevia), ma la riflessione in questo caso deve spingersi ben oltre.

Non sta a me lanciare accuse e non mi piace la dietrologia, ma è chiaro come non esista alcun controllo quando si parla di FARMACOLOGIA applicata allo sport. Badate bene, il tanto chiacchierato caso legato al Ventolin o ai vari vasodilatori non ci azzecca alcunchè con questo discorso in quanto la sostanza è effettivamente vietata, ma si può utilizzare solamente con deroga.

Ciò premesso, i quesiti che devono sorgere spontaneamente sono i seguenti:

Quanto vale per davvero la politica antidoping portata avanti dalla WADA tra una difficoltà e l'altra?

Se in tanti hanno abusato fino al 2015 di una sostanza poi dichiarata vietata quale sarebbe il valore da attribuire ai risultati ottenuti prima del gennaio 2016?

Sinceramente, andando oltre le squalifiche che potranno arrivare così come no, l'impressione è che anche in questo caso la partita si sia già conclusa con il seguente risultato:

DOPING 3 - ANTIDOPING 0, senza possibilità che ci sia un match di ritorno.
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