L'Italia dello sci alpino colleziona podi, manca solo la vittoria

L'Italia dello sci alpino colleziona podi, manca solo la vittoria
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L'Italia dello sci alpino colleziona podi, manca solo la vittoria

Poche volte c’è stato un inizio così positivo per le squadre azzurre dello sci alpino nella storia della Coppa del Mondo.

Solo due volte l’Italia aveva messo insieme tanti podi quanti quelli di quest’anno, sette, in meno gare di quelle di quest’anno tra uomini e donne, cioè dodici. Nel 1972-1973 i sette podi furono messi insieme in undici gare e arrivarono tutti dagli uomini, del resto era il momento in cui stava esplodendo la Valanga Azzurra, nel 1991-1992 le gare furono addirittura solamente dieci e i podi furono sei degli uomini e uno delle donne, il primo della fantastica carriera di Deborah Compagnoni.

In entrambi i casi però, a differenza di quest’inverno, c’erano state delle vittorie: la prima volta due di un Piero Gros praticamente appena uscito dalla culla e che difatti resta il più giovane vincitore in assoluto di una gara di Coppa del Mondo e ovviamente il più giovane in gigante e slalom; la seconda volta ne vinse due un Alberto Tomba all’apice della carriera. L’aspetto più interessante che riguarda questa stagione invece è che a salire sul podio sono saliti cinque atleti, a differenza delle altre occasioni citate in cui ce n’erano stati quattro. L’unica a ripetersi è stata Sofia Goggia, che ieri oltretutto è entrata nella storia del nostro sci femminile perché salita sul podio in tre specialità diverse nella stessa stagione, come solo Compagnoni e Isolde Kostner erano riuscite a fare.

Oltretutto la bergamasca è l’unica quest’anno a essersi ripetuta, mentre per ora un solo piazzamento tra i primi tre possono vantare Marta Bassino, Manfred Moelgg, Dominik Paris e Peter Fill. Altro aspetto importante è che sono le donne a essere salite più volte sul podio, quattro contro tre, anche se per la verità loro hanno disputato sette gare contro cinque quindi alla fine la percentuale podi/gare migliore è degli uomini. Tutto questo cosa significa? Che abbiamo una squadra tra le più compatte che ci siano al mondo, che può vantare atleti da podio o anche da vittoria in tutte le speclalità “singole” dello sci alpino tranne il gigante maschile e soprattutto lo slalom femminile, che è ormai da anni la gara in cui siamo più in difficoltà.

Non durerà a lungo perché l’Austria, pur decimata tra le donne e in crisi di risultati tra gli uomini Hirscher a parte, ha una base di partecipanti talmente ampia che alla lunga ci sorpasserà, ma non può essere un caso che l’Italia sia in testa alla classifica per nazioni, con il contributo fondamentale soprattutto delle azzurre, che comandano la graduatoria per nazioni femminile. Manca la vittoria, certo, ma prima o poi arriverà: abbiamo sia alcuni uomini sia alcune donne in grado di fare il colpaccio.

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