Da Fede a... Fede: Brignone, 12 mesi fa la storica Coppa del Mondo mentre ad Are è un'altra vigilia

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Da Fede a... Fede: Brignone, 12 mesi fa la storica Coppa del Mondo mentre ad Are è un'altra vigilia

L'11 marzo 2020 arrivò l'ufficialità della sfera di cristallo conquistata dalla valdostana, quando in piena pandemia la FIS bloccò tutto alla vigilia delle gare svedesi. Un giorno strano e per certi versi assurdo, ma che rimarrà nella storia dello sci azzurro.

Un anno dopo, da una Federica Brignone che conquistò il tris di sfere di cristallo, su tutte quella Coppa del Mondo generale che in oltre mezzo secolo di storia nessuna donna italiana aveva mai portato a casa, ad una... Fede che si avvia verso un finale di stagione, con il poker di gare alle finali di Lenzerheide, dove la valdostana proverà ad ottenere il secondo successo di un'annata certamente molto meno soddisfacente rispetto alla precedente, ma comunque condita da cinque podi e dalla vittoria nel super-g in Val di Fassa che ha dimostrato, dopo il Mondiale di Cortina a secco di medaglie, che l'Italsci può eccome contare su colei che, trionfando sulla pista “La VolatA” di Passo San Pellegrino, ha raggiunto Deborah Compagnoni al vertice delle plurivittoriose in gare di coppa a quota 16.

Quell'11 marzo 2020 era un pomeriggio decisamente strano ad Are, dove Brignone e Bassino erano arrivate già da qualche giorno, visto che il timore di non poter neppure partire dall'Italia in piena pandemia, per affrontare quelle che sarebbero dovute essere le ultime tre gare della Coppa del Mondo 2019/2020, era decisamente concreto. Scoprire di aver coronato il sogno di una vita mentre fai merenda, nel momento in cui Gianluca Rulfi e lo staff azzurro le hanno comunicato che slalom parallelo, gigante e slalom sulle nevi svedesi non sarebbero andati in scena visto che la FIS aveva deciso di rimandare tutti a casa dopo una positività emersa nella “bolla” (al tempo, in realtà, non esisteva neppure questo termine) del circo bianco, è stato assurdo e anche pesante per Federica, che non a caso ha confessato di aver pagato psicologicamente quel modo di vincere la coppa dei suoi sogni, che aveva meritato ampiamente in pista.

C'è chi parla di fortuna per quell'impresa, considerato quanto successo a Mikaela Shiffrin che ha saltato l'ultimo mese di gare dopo la tragica scomparsa di papà Jeff, ma la verità è che il rendimento dell'azzurra in quella stagione d'oro è stato di un livello assoluto, basti pensare che pur cancellando le ultime dieci gare in calendario (combinata di La Thuile, le due gare tecniche di Ofterschwang, il trittico di Are e le finali di Cortina), Brignone ha concluso con 1378 punti all'attivo, dimostrando un potenziale (come minimo) da quota 1700-1800 punti, laddove sono arrivate in pochissime nella storia.

Un anno dopo, è di nuovo tempo di vigilia di gare ad Are (non per Federica, a casa ad allenarsi) ma in un clima totalmente differente, fra tamponi, sicurezza e un lavoro enorme svolto per far sì che anche lo sport possa convivere con la pandemia e che la stagione finirà regolarmente, la prossima settimana a Lenzerheide.

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