"Fortunati ad essere stati scelti come tuoi genitori": a Giaveno l'ultimo saluto a Matilde Lorenzi

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"Fortunati ad essere stati scelti come tuoi genitori": a Giaveno l'ultimo saluto a Matilde Lorenzi

Le esequie di uno dei più bei talenti della nazionale, accompagnate da una folla enorme: assieme alla delegazione della FISI con tantissimi atleti, anche il ministro dello sport Andrea Abodi. Il fidanzato, lo specialista dello skicross Federico Tomasoni, e le parole per ricordare il suo amore. Primi passi per il progetto "Matildina4Safety".

Tantissima gente, alla chiesa parrocchiale di San Lorenzo a Giaveno, per l'ultimo saluto a Matilde Lorenzi.

Non potevano mancare tantissime compagne della nazionale azzurra, la delegazione FISI guidata dal presidente Flavio Roda, ma nella località piemontese c'era anche il ministro per lo sport e i giovani, Andrea Abodi, a supportare la famiglia della classe 2004 scomparsa tragicamente martedì mattina, all'ospedale di Bolzano, dopo la caduta rimediata lunedì nel corso di un allenamento in Val Senales.

Presente anche la sottosegretaria alla Difesa, Isabella Rauti, il sottocapo di Stato Maggiore dell'Esercito (“Mati” faceva parte del Centro Sportivo della forza armata), Salvatore Camporeale, e il comandante delle truppe alpine Michele Risi. I funerali sono stati celebrati da monsignor Alessandro Giraudo, vescovo ausiliare di Torino. Mamma Elena, al fianco del marito Adolfo e dei figli Lucrezia, Giosué e Matteo, oltre che del fidanzato di Matilde, l'alfiere della nazionale Federico Tomasoni, e della nonna Rosina: “Hai voluto arrivare di fretta, il 15 novembre 2004, e lunedì hai deciso di andartene via di fretta – le parole della mamma, riportate dagli inviati della “Gazzetta dello Sport” - Voglio solo ringraziarti, perché io e papà abbiamo avuto la fortuna di essere stati scelti da te come genitori. Eri riservata, ti aprivi con calma e ci hai donato tantissimo. Te ne siamo grati. Devi continuare a sciare là dove sei. Ti adoro, grazie Matilde”.

Il papà ha parlato del progetto lanciato per aumentare la sicurezza degli atleti sulle piste, “Matildina4Safety”: “Ci hai chiamato a fare un duro lavoro, che dovrà essere fatto da tutti, insieme, per questo busseremo a tutte le porte. Il progetto che porteremo avanti la manterrà in vita per tutti noi”.

Nelle scorse ore, raggiunto telefonicamente dal Corriere e dalla stessa Gazzetta, Federico Tomasoni ha ricordato così la sua Matilde: il 27enne nativo della zona della Presolana, uno dei punti di riferimento della nazionale italiana di skicross al fianco del campione del mondo Simone Deromedis, non può darsi pace per quanto successo ma, con grandissima forza, ha parlato di “un affetto immenso percepito già dal rosario in chiesa di mercoledì. Parto dal presupposto che nessuno si può immaginare quanto la montagna possa unire chi la frequenta così tanto come me, come Matilde.

In montagna si vivono avventure, esperienze incredibili. E si creano legami che emanano una energia fortissima. Lo sci riesce a unire tutti. Ora mi sento del tutto spento, emotivamente. Non riesco più a pensare, è un qualcosa di così grande e non vediamo l'ora di poter stare un po' tra di noi, un po' tranquilli. Il duro arriverà nelle prossime settimane”.

Federico ha raccontato le ultime giornate: “Domenica ho aaccompagnato Matilde al pulmino che l'avrebbe portata in Val Senales. E non so come spiegarlo, pure il saluto è stato un insieme di emozioni fortissime, ma non perché ci fossimo detti chissà che cosa. La nostra storia era cominciata a maggio, al corso dell'Esercito: siamo riusciti a passare tanto tempo assieme, anche con la famiglia. In allenamento in Argentina, invece, non eravamo nello stesso posto.

Poi c'è stata la recente vacanza ad Ibiza, ci ha unito un amore pazzesco, Matilde era unica. Con me è cresciuta tantissimo, e pensavamo in grande, ho visto in poche coppie una sintonia così grossa. Ogni singolo momento passato insieme, da maggio, non è stato banale. È stato eccezionale, un crescendo: parlavamo di andare a vivere assieme. Volevamo comprare qualcosa per la casa, come un divano.

Matilde era una persona fortissima e poteva essere anche un'atleta fortissima. Era baciata dal talento. Un angelo, vivevamo l'uno per l'altro e aveva molte idee e la voglia di fare tante cose. Le ho tenuto sempre la mano, l'ho baciata fino all'ultimo istante di vita”.

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