La tragica morte di Ulrike Maier a Garmisch-Partenkirchen

Prima del curvone verso sinistra che immetteva nella parte finale della Kreuzeck-Kandahar “Ulli”, come era conosciuta da tutti, spigolò con lo sci destro, cadde e batté la testa contro un cumulo di neve a bordo pista anziché contro le protezioni della fotocellula dell’intermedio, come stabilì poi la sentenza per l'inchiesta a causa della denuncia dei familiari della 26enne sciatrice austriaca contro gli organizzatori bavaresi. A causa di quell’impatto il casco le si sganciò provocandole la frattura delle vertebre cervicali e lasciandola esanime in mezzo alla pista. La disperata corsa all’ospedale fu inutile. Quel giorno ad arrivare prima col pettorale numero 35 fu Isolde Kostner, alla prima ma anche più triste vittoria della sua carriera.

Nata il 22 ottobre 1967 a Rauris, località del Salisburghese, Ulrike fu donna da grandi eventi: vinse i Mondiali del 1989 a Vail/Beaver Creek in superG e si ripeté nel 1991 a Saalbach nella stessa specialità, in occasione del primo trionfo Ulli era incinta di due mesi di Melanie, la bimba che spesso e volentieri si portava alle gare. La sua prima vittoria in Coppa del Mondo è del 28 novembre 1992 nel gigante di Park City, l’ultima del 21 gennaio 1994 in quello di Maribor, otto giorni prima della morte. In Coppa collezionò 5 primi (2 in superG e 3 in gigante), 9 secondi e 6 terzi posti, mentre oltre ai due ori iridati può vantare l’argento mondiale in gigante sempre a Saalbach nel 1991, alle Olimpiadi invece fu sesta in gigante a Calgary 1988 e quarta in gigante e quinta in superG ad Albertville 1992. Alla fine di quella stagione si sarebbe dovuta ritirare dalle competizioni per sposarsi col suo compagno Hubert Schweighofer, ma purtroppo tutto finì per lei in quella tragica giornata di venticinque anni fa.