Prima gara dello sci alpino e prima medaglia per l'Italia ai Giochi olimpici di Sochi grazie a Christof Innerhofer.
Qui il risultato completo e l'analisi della gara!
Il 29enne altoatesino di Gais, nato il 17 dicembre 1984, ha zittito quelli che lo criticavano perché si era risparmiato durante le prove e anche quelli che pensavano che queste Olimpiadi sarebbero state un disastro epocale privo di medaglie per l’Italia conquistando un fantastico argento nella discesa a cinque cerchi sulla meravigliosa pista di Rosa Khotur di Krasnaya Polyana. Inner è stato letteralmente fantastico nella parte alta sciando come solo lui sa fare nei tratti più tecnici, solo la visibilità probabilmente diversa da quella che ha trovato nove numeri prima di lui Matthias Mayer gli è costata la medaglia d’oro per soli 6 centesimi ma ad ogni modo il suo è un argento che è strettissimo parente dell’oro. Inner si conferma atleta da grandi appuntamenti dopo l’oro in superG, l’argento in supercombinata e il bronzo in discesa dei Mondiali di Garmisch-Partenkirchen del 2011 e per l’Italia è la terza medaglia olimpica di sempre in questa specialità dopo l’oro di Zeno Colò a Oslo 1952 e il bronzo di Herbert Plank a Innsbruck 1976.
Oro quindi a Matthias Mayer, il giovane austriaco, nato il 9 giugno 1990 e proveniente dalla Carinzia, è figlio di Helmut Mayer, grande gigantista e supergigantista di fine anni ottanta e argento a cinque cerchi in superG a Calgary 1988, Matthias entra nel club di coloro che diventano campioni olimpici senza mai aver vinto prima in Coppa del Mondo ma anche se i suoi unici due podi sono due piazze d’onore in superG e anche se in discesa non aveva mai fatto meglio del quinto posto a Bormio lo scorso 29 dicembre la sua è una sorpresa fino a un certo punto perché nelle prove, in particolare nella seconda, aveva dimostrato di andare fortissimo, poi ieri, come Inner, si è risparmiato ed entrambi hanno avuto ragione, l’Austria, alla quale mancava l’uomo più forte nella velocità, il vincitore sulla Streif di Kitzbühel Hannes Reichelt, vince il settimo oro olimpico nella discesa maschile, la specialità che per loro è la più importante dello sci alpino, a 12 anni di distanza da quello di Fritz Strobl a Salt Lake City 2002, il Wunderteam maschile riscatta immediatamente il disastro di Vancouver dove di medaglie ne aveva raccolte zero.
Il bronzo lo vince un norvegese ma non è Aksel Lund Svindal bensì Kjetil Jansrud, argento quattro anni fa in gigante e poi mano a mano trasformatosi in velocista ma reduce da un grave infortunio al ginocchio che si è procurato ai Mondiali di Schladming dell’anno scorso e comunque già secondo in Val Gardena lo scorso 21 dicembre. I primi tre sono racchiusi in 10 centesimi esattamente come accadde ad Albertville 1992 mentre nel 2010 a Whistler i centesimi erano stati addirittura 9. Svindal e lo statunitense Bode Miller erano i grandi favoriti ma dopo essersi inutilmente spremuti nella prova di ieri hanno pagato dazio quando contava, il norvegese ha chiuso quarto a 29 centesimi mentre Miller, che aveva già azzeccato la discesa perfetta ieri quando contava nulla, significativo che ieri abbia fatto il tempo di 2'06"09 contro il 2'06"23 odierno di Mayer, oggi ha fatto una marea di errori ed è finito ottavo e non è neanche il primo degli statunitensi dato che Travis Ganong ha ottenuto un fantastico quinto posto che è il suo miglior risultato in carriera.
Sesto lo svizzero Carlo Janka che da subito aveva dimostrato di trovarsi molto bene su questo pendio, nono l’austriaco Max Franz, un altro dal quale ci si aspettava di più, e decimo il canadese Erik Guay. Tredicesimo, quattordicesimo e quindicesimo tre svizzeri, Beat Feuz, Didier Défago, il campione uscente, e Patrick Küng, sedicesimo il migliore dei francesi, il bronzo mondiale in carica David Poisson. Complessivamente bene l’Italia con un buon Peter Fill che si è piazzato settimo, Dominik Paris undicesimo e decisamente sopra le aspettative attuali, Werner Heel ha voluto un po’ strafare ma ha comunque chiuso discreto dodicesimo.
Discesa Maschile Sochi (RUS)
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