Bryan Fletcher: “Se sono riuscito a sconfiggere il tumore, posso superare qualunque sfida nella mia vita”

Bryan Fletcher: “Se sono riuscito a sconfiggere il tumore, posso superare qualunque sfida nella mia vita”
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Sci NordicoCombinata nordica - Sochi 2014

Bryan Fletcher: “Se sono riuscito a sconfiggere il tumore, posso superare qualunque sfida nella mia vita”

La storia del combinatista americano Bryan Fletcher, dalla scoperta a 3 anni di un tumore alla qualificazione per le olimpiadi di Sochi 2014.

Bryan aveva 3 anni quando ha cominciato ad avere spesso mal di testa, avere facilmente lividi sul suo corpo, dormire molto più del normale e perdere parecchio peso. La diagnosi per i genitori Tim e Penny è stata come una condanna a morte, Leucemia Linfoblastica Acuta.

Da lì sono cominciati tanti anni di chemioterapia, con Bryan che è andato all’asilo completamente calvo, ma che per scherzare sulla sua condizione, si dipinse la testa di verde e andava in giro vestito da tartaruga ninja. In quegli anni ebbe anche un infarto, che gli ha portato via parte della sua memoria, infatti quegli anni li ricorda soltanto vagamente e a pezzi.

I trattamenti, come le punture lombari erano dolorosissime, ma finalmente intorno ai 10 anni il cancro andò in remissione, e in quel periodo Bryan scelse la combinata nordica, nonostante il parere contrario dei medici di Denver che lo ritenevano troppo debole fisicamente, dato che ancora le possibilità di farcela erano solamente del 15%.

Non appena diminuirono i viaggi che Bryan doveva fare a Denver per i controlli medici, poté impegnarsi sempre di più nello sci di fondo e nell’imparare la tecnica necessaria per il salto, e con 30 ore di allenamento a settimana, a 16 anni era già abbastanza bravo per poter competere a livello internazionale.

Nel 2010 Bryan aveva l’opportunità di andare alle Olimpiadi di Vancouver, ma a causa di una banale caduta dalle scale ebbe una distorsione alla caviglia, ed al suo posto fu convocato il fratello Taylor, che prese parte alla gara dal trampolino grande.

Adesso è stato convocato per le Olimpiadi di Sochi, e Bryan è riuscito a trovare il lato positivo di tutte le sue disavventure: ”Ripenso al passato e arrivo alla conclusione che avere avuto a che fare con il cancro possa essere stata una cosa positiva. Se sono riuscito a sconfiggere il cancro, posso superare qualunque sfida nella mia vita. Mi ha insegnato a combattere, soprattutto quando le cose si fanno difficili”.

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