I 90 anni di Gianni Clerici: ce li racconta Franco Nones. "Amico e giornalista eccezionale"

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Sci Nordicol'intervista

I 90 anni di Gianni Clerici: ce li racconta Franco Nones. "Amico e giornalista eccezionale"

Nel giorno di un compleanno speciale come quello del giornalista comasco, abbiamo chiamato l'olimpionico e mito dello sci di fondo. "Non solo tennis, Gianni ci seguiva costantemente. E a Grenoble...".

E' la storia di un rapporto speciale, come quelli che si consolidavano molto più facilmente a quei tempi. I tempi in cui un grande giornalista come Gianni Clerici seguiva con la stessa competenza e passione le discipline più svariate, dal “suo” tennis sino allo sci di fondo dove, nei meravigliosi anni '60, conobbe Franco Nones.

Oggi è il giorno del novantesimo compleanno di Clerici, un giornalista sublime che proprio l'olimpionico di Grenoble 1968 ci ha voluto raccontare. Abbiamo fatto una bella chiacchierata con Franco Nones per riaprire il libro dei ricordi e della sua amicizia con lo “scriba” comasco, cementato da quello straordinario trionfo nella 30 km ai Giochi Olimpici sulle Alpi francesi; il fondista fiemmese, quel 7 febbraio 1968, venne abbracciato dopo l'arrivo e portato in trionfo anche dallo stesso Clerici, nel giorno in cui Nones firmò una delle più grandi imprese nella storia degli sci stretti, con il primo oro olimpico italiano nello sci di fondo, il primo non scandinavo a riuscirci e, come ci ha tenuto a ricordarci, “anche il primo oro nella storia delle Fiamme Gialle alle Olimpiadi”.

Gianni è un vero giornalista a tutto tondo, capace di districarsi in ogni sport. Semplicemente eccezionale non solo nel suo lavoro, ma un vero spasso al di fuori delle gare”. Come quella volta che, rientrando da una trasferta per seguire la Coppa del Mondo di sci alpino a Kitzbuehel, Clerici si presentò alle 6 del mattino a casa di Nones... “Suonò il campanello e mi chiese di riscaldare una ciotola di trippa, che non so proprio dove avesse trovato. Insomma, alla fine ci siamo ritrovati a fare colazione assieme. Gianni tra l'altro è sempre stato grande amico del mio allenatore svedese, Bengt Herman Nilsson: spesso giocavano assieme a tennis e una volta portò anche il sottoscritto in campo a Merano, oltre a regalarmi una splendida racchetta in legno”.

E poi quella mitica 500 Topolino con cui Clerici viaggiò sino a Wimbledon, per giocare il leggendario torneo londinese nel 1953; la stessa auto con cui seguiva Nones, sin dai ritiri pre stagionali. “Gianni è sempre stato il numero 1 nel tennis, il suo mondo, ed era davvero particolare che seguisse noi fondisti con grande passione. Era con noi sin dalla trasferta autunnale in Svezia, anche perchè noi avevamo un ct come Vittorio Strumolo che aveva la grande capacità di fungere da manager e coinvolgere i giornalisti. I rapporti che si crearono furono una conseguenza delle tante settimane vissute assieme e a Grenoble, considerato che quel giorno si correvano pure le prove della discesa ad Albertville, Gianni era uno dei pochi all'arrivo di quella gara d'apertura in cui vinsi l'oro. Chiaramente fu un momento molto emozionante, sia per me che per lui”.

Ad oltre mezzo secolo di distanza, capita ancora di sentirsi: “E' venuto ad un paio di incontri di noi veterani del fondo ed è sempre stato un piacere sentirlo, anche se non ci vediamo da un po' di tempo. Spero solo possa godersi questi 90 anni come merita”.

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