Johaug sospesa per due mesi in attesa del verdetto

Johaug sospesa per due mesi in attesa del verdetto
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Johaug sospesa per due mesi in attesa del verdetto

Con qualche giorno di ritardo rispetto alle attese, Therese Johaug è stata sospesa per la positività al Clostebol, in attesa di un verdetto sul caso.

L’atleta aveva facoltà di ricorrere alla sospensione volontaria, ma aveva sempre rifiutato, ritenendola una sorta di ammissione di colpa. La sospensione cautelare di due mesi (18 ottobre – 18 dicembre) richiesta dalla procura antidoping potrebbe però andare a vantaggio dell'atleta: i termini di un’eventuale squalifica non decorreranno infatti dalla data della sentenza, ma da quella della sospensione stessa. Si eviterà inoltre, in questo modo, di far gareggiare sub judice la norvegese.
Le indagini sulla vicenda non sono ancora concluse, ma, dalla procura antidoping, Anstein Gjengedal ha spiegato che “al momento non si può dire che l’atleta sia esente da responsabilità. Perciò è stata richiesta la sospensione, che impedirà all’atleta di prendere parte a competizioni e a sessioni di allenamento organizzate insieme al resto della squadra”. Gjengedal ha tuttavia precisato che “la posizione presa oggi riguarda soltanto la questione della sospensione, e che in questo momento non intendiamo rilasciare commenti sui particolari del caso”.
La reazione di Johaug è riportata in un comunicato stampa della federazione norvegese: “Capisco il provvedimento, anche se è un colpo per me. Ora mi concentrerò su ciò che è più importante, vale a dire fare in modo di essere assolta con formula piena. Spero che il caso venga valutato approfonditamente e che si giunga ad un verdetto il prima possibile”. Tramite il suo legale, Christian B. Hjort, l’atleta ha reso noto che non intende presentare ricorso contro la sospensione.
Una seconda e più scontata decisione riguarda l’apertura di un procedimento contro Fredrik Bendiksen, il medico della nazionale norvegese che si è assunto la piena responsabilità dell’accaduto. Il dottor Bendiksen è accusato di avere prescritto una sostanza proibita ad un’atleta.
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