En plein oranje: l’Olanda dei record chiude con due ori nell’inseguimento a squadre

En plein arancione. L’Olanda chiude con altri due ori nell’inseguimento a squadre
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Speed SkatingSpeed Skating - Sochi 2014

En plein oranje: l’Olanda dei record chiude con due ori nell’inseguimento a squadre

Una pista lunga tempestata d’oro. E d’arancione. Questo l’inevitabile epilogo per lo speed skating a Sochi 2014. Non poteva essere altrimenti dopo due settimane di gare olimpiche passate ad assistere al dominio quasi totale dei pattini oranje. Quasi un trionfo naturale per i maestri del pattinaggio di velocità. Così, oggi sono arrivate altre due vittorie per il tripudio conclusivo dell’Olanda: gli inseguimenti a squadre vanno inevitabilmente a loro, ai primi incontrastati nel medagliere della disciplina andata in scena all’Adler Arena. Era questo però, l’obiettivo mai centrato prima d’ora dalla nazionale: nei Giochi 2006 (anno d’introduzione del Team Pursuit all’Olimpiade invernale) e 2010, i team non erano mai riusciti a vincere l’oro. Nel 2014 li avrebbero vinti anche contro un’ipotetica rappresentanza del resto del mondo. Così come i terzetti in gara oggi (Kramer, Verweij e Blokhuijsen tra gli uomini e Wüst, ter Mors e Leenstra nel femminile) avrebbero (probabilmente) potuto battere le selezioni con i migliori stranieri. Visti anche i record olimpici centrati da entrambe le squadre, non sembra una possibilità irreale. Le 23 medaglie olandesi su un totale di 36 assegnate nello speed skating, parlano da sole. Non c’è nessun precedente di un dominio tale in nessun altro sport olimpico.

 

La prima gioia d’oro della giornata è giunta dall’inseguimento maschile composto da Jan Blokhuijsen, Sven Kramer e Koen Verweij. L’Olanda, opposta alla Corea ha vissuto una finale rimasta equilibrata fino a metà gara. Il primo giro vede girare addirittura i coreani davanti, guidati da Kim. Poi, ci pensa Blokhuijsen a guidare i suoi al sorpasso. Gli asiatici rimangono davanti fino alla terza tornata, ma i distacchi non vanno oltre i 4 decimi. Il parziale di 26’’4 con Kramer a trainare il suo team, spacca la competizione in favore degli oranje. Cementifica il trend, il parziale sempre sui 27’’ ai -800 dalla conclusione. E la Corea alza bandiera bianca chiudendo a 3’’14 dai vincitori.

L’Olanda chiude la sua fatica col tempo di 3’37’’71 (precedente primato sempre olandese, di 3’39’’95 a Vancouver, nella finalina per il terzo posto: esito scontato per l’oro, con il nuovo record olimpico. Tempo lontano due secondi dal record mondiale realizzato nel novembre scorso sempre dagli stessi magnifici tre. E il fatto che ci siano andati molto vicino, seppur in una pista più lenta, cementifica la schiacciante superiorità olandese. Per la Corea (Joo, Kim e Lee) resta l’enorme soddisfazione della prima medaglia nell’inseguimento a squadre alle Olimpiadi.

Nella sfida per il bronzo, il Canada non si conferma sul podio della giovane storia olimpica del Team Pursuit e cede il passo all’esperta squadra della Polonia (Bródka, Niedzwiedzki e Szymanski). Il trio nordamericano sembrava potesse risolvere la pratica podio abbastanza agevolmente. La finale B, però, svolta in favore della Polonia al penultimo giro, dopo che i canadesi dilapidano un vantaggio di oltre due secondi a causa del ritorno prepotente di Bródka e compagni. Il trio di bronzo chiude in 3’41’’94, lasciando a oltre due secondi i rivali.

La finale femminile è una parata vera e proprio. I 2400 metri totali dei sei giri mostrano la superiorità di potenza, tecnica e dei meccanismi oliati alla perfezione da parte delle tre campionesse dell’Olanda. La sfida alla Polonia (qualificatasi alle spese della Russia in semifinale) non sembra una finale per l’oro, ma un’esibizione trionfale dimostrativa per le olandesi. Schiacciante come prevedibile, Ireen Wüst, Marrit Leenstra (sul ghiaccio al posto di Lotte van Beek, utilizzata nei quarti di finale) e Jorien ter Mors mettono subito tutto il loro peso specifico per smorzare la competizione per la vittoria. In una prima metà di gara a ritmi da record mondiale, girano sempre sotto i 29’’ a tornata e accumulano un vantaggio di 4 secondi già nei primi due giri. Vanno sopra i 30’’ solo al penultimo giro. E così sono “costrette” a rinunciare all’attacco del primato mondiale. L’oro, invece è una pura formalità e concludono in 2’58’’05, lasciando a sette secondi di distacco le polacche. Da segnalare il ritocco al record di Ireen Wüst alla sua Olimpiade fantastica: la 27enne di Goirle trova la sua quinta medaglia personale in una singola edizione dei Giochi. Tra le pattinatrici su ghiaccio alle Olimpiadi, eguaglia il bottino record di Cindy Klassen nel 2006. Nessuna donna è mai riuscita a fare di meglio.

Nella finale B arriva la gioia per il pubblico dell’Adler Arena. La Russia conquista la medaglia di bronzo, tornando sul podio dopo il bronzo del 2006. Olga Graf, Yekaterina Lobysheva e Yuliya Skokova impostano una gara equilibrata e in recupero nel finale, fino al 2’59’’73 conclusivo. Il Giappone (3’02’’57) deve arrendersi dopo aver condotto per oltre metà gara.

Clicca qui per consultare i le classifiche finali complete.

Si chiudono così, nella maniera più logica le Olimpiadi 2014 per il pattinaggio di velocità. La supremazia della squadra olandese è da record assoluto (8 ori, 7 argenti e 8 bronzi). Probabilmente ci vorrà molto tempo per migliorare o avvicinare un dominio così assoluto in uno sport olimpico, da parte di una nazione. Un’impresa storica. Uno dei motivi per cui l’Olanda non si dimenticherà mai dell’Adler Arena: verrà sempre considerata come un teatro della vittoria.

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