Corinne Suter, la donna d'oro che ha "rallentato" la valanga rosa: "Difficile trovare le parole dopo aver realizzato un sogno"

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Sci Alpinopechino 2022

Corinne Suter, la donna d'oro che ha "rallentato" la valanga rosa: "Difficile trovare le parole dopo aver realizzato un sogno"

Dopo il titolo mondiale, a 27 anni la svizzera si è presa anche l'oro olimpico di discesa: ha già vinto tutto, compresa la coppa di specialità due anni fa. La differenza con Goggia nel tratto finale di puro scorrimento, ma è stata praticamente perfetta. Le sue emozioni nel post gara.

E' stata l'unica donna ad inserirsi nel cuore della “Valanga Rosa” che stava travolgendo Yanqing.

Solo Corinne Suter è stata capace di impedire un leggendario bis olimpico a Sofia Goggia, facendo scalare la bergamasca alla medaglia d'argento, per appena 16 centesimi, e di conseguenza Nadia Delago al bronzo e Elena Curtoni giù dal podio, visto che al momento della sua discesa, c'erano proprio le tre azzurre davanti a tutte e solo Kira Weidle sarà poi in grado di piazzarsi nella top five, quarta tra Nadia e Elena.

A 27 anni, si può dire che Suter abbia già vinto tutto ciò che una discesista può desiderare: Coppa del Mondo di specialità nel 2020, oro mondiale a Cortina nel 2021, titolo olimpico a Pechino 2022 (e in precedenza aveva portato a casa la doppia medaglia nella velocità ad Are 2019). Per la Svizzera sono Giochi trionfali, visto che quello odierno è il quarto sigillo dopo Gut-Behrami in super-g, Feuz in discesa e Odermatt in gigante.

Quattro fuoriclasse, perchè anche Corinne è a tutti gli effetti nella storia della discesa. E pensare che la sua stagione era cominciata malissimo, con quella caduta in allenamento, a fine settembre, costata parecchie settimane di stop per varie contusioni ossee. Non era ancora lei, tra Lake Louise e Val d'Isère, ma anche sino ad Altenmarkt e Cortina, pur rimanendo sempre nei quartieri alti con la sua costanza impressionante. La prima vittoria è arrivata a Garmisch, nell'ultima pre olimpica, ma non c'era Goggia e si sa che il confronto con la bergamasca non può che stimolare a salire di livello.

Quello che ha fatto oggi, disputando una gara praticamente perfetta. E' vero, Sofia era davanti di 18 centesimi all'ultimo intermedio, ma era ben chiaro che in quei venti secondi conclusivi di puro scorrimento ci poteva stare il sorpasso, considerate le caratteristiche di scorrevolezza innata dell'elvetica. La sua emozione, parlando ai media svizzeri nel post gara, è evidente. “Nel corso della discesa, non ho avuto un ottimo feeling ma la velocità c'era ed era quindi difficile giudicare bene quanto potessi ottenere – la sua analisi – La medaglia d'argento ai Mondiali di Are 2019 (dietro a Ilka Stuhec, ndr) mi ha dato la certezza che era possibile competere a questi livelli.

Il grande passo, che devi fare a livello mentale, credo di averlo compiuto in quel momento, ma la vittoria di una gara olimpica è la cosa più bella che possa accadere. Quando ero bambina, tutto ciò che sognavo erano le Olimpiadi; non so ancora esattamente cosa dire, per un successo del genere devono combaciare tanti fattori. E' tutto semplicemente e incredibilmente bello”.

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