SOCHI (Russia) - Cinquanta giorni esatti alle Olimpiadi Invernali russe, tante informazioni, news e polemiche di cui parlare. Dallo spegnimento della Fiaccola, 44 volte, alla morte di un tedoforo 73enne, fino all'ultima provocazione di Barack Obama. Ma c'è anche una... speciale medaglia d'oro, virtuale, già vinta dall'Itallia. Leggere per credere!
Quando inizieranno le gare, tempo permettendo, sarà probabilmente un'altra storia. Al momento però, più che di atleti, record e prove, i Giochi Olimpici di Sochi 2014 fanno parlare di sé anche per altri motivi, politici, soprattutto.
Intanto, non c’è pace per la fiaccola olimpica in Russia. Dopo diversi incidenti che ne hanno segnato il percorso, una tragedia ha offuscato la staffetta: un tedoforo è morto per un attacco di cuore a Kurgan, capoluogo della regione degli Urali. Vadim Gorbenko, 73 anni, ex atleta e allenatore sportivo nativo della città, al termine di 200 metri di corsa con la torcia in mano, dopo una breve intervista ai giornalisti, all’improvviso si è sentito male ed è deceduto appena ricoverato in ospedale. A meno di due mesi dai Giochi russi sul Mar Nero, fortemente voluti dal presidente Vladimir Putin come vetrina internazionale per il paese, la fiaccola olimpica si è spenta almeno 44 volte nella sua lunga marcia attraverso l’immensa Federazione che ha visto anche tappe inedite come quella sulla Stazione Spaziale Internazionale. Suscitando l’ilarità della blogosfera e dell'opposizione russa.
Di recente, a Kostroma un tedoforo si è ustionato le mani, mentre il 13 dicembre a Iekaterinburg il colbacco di un suo collega ha preso fuoco mentre questi correva.
A tutto ciò si aggiungere l'assenza di molti capi di stato nel primo giorno delle Olimpiadi. Non ci sarà, tra i tanti, Barack Obama alla Cerimonia di Apertura delle Olimpiadi Invernali di Soci 2014, in Russia, ma il nome della rappresentante degli Stati Uniti è destinato a creare una grande polemica. Si tratta, infatti, dell'ex tennista e nota icona gay Billie Jean King.
Com'è noto da tempo né Obama, né la First Lady, tantomeno il suo vice, saranno presenti alla giornata inaugurale, una cosa che non accadeva dal 2000. Inoltre, nella delegazione Usa non ci sarà alcun esponente del suo governo. A guidare la rappresentanza americana, Janet Napolitano, ex segretario della Sicurezza Interna, oggi presidente dell'Università della California. Ma la semplice presenza di Billie Jean King, componente del President's Council on Fitness, Sports and Nutrition, assieme tra l'altro a un'altra ex atleta apertamente gay, la pattinatrice sul ghiaccio Caitlin Cahow, rappresenta un gesto che più di mille parole lancia un messaggio chiarissimo al governo di Mosca, da tempo sotto accusa per le sue politiche anti-omosessuali. Non è la prima volta che Obama sfida sul terreno dei diritti dei gay il Cremlino: durante l'ultimo G20 che si è tenuto questa estate a San Pietroburgo, il presidente americano ha avuto un lungo incontro con i rappresentanti della comunità gay russa che da anni si battono per i loro diritti. Un gesto di aperta sfida a Vladimir Putin.
Il rapporto tra Obama e Billie Jean King ha radici lontane: nell'agosto 2009, pochi mesi il suo insediamento alla Casa Bianca, il presidente la premiò con la Medal of Freedom, per essere stata la 'protagonista del cambiamentò nella lotta per l'uguaglianza tra i sessi. Nata nel 1943, la King è stata per molti anni la numero uno del tennis mondiale, vincitrice di 12 tornei del Grande Slam, e iscritta nel 1987 nell'International Tennis Hall of Fame. Ma è conosciuta soprattutto per essere stata la prima atleta dello sport professionistico a fare coming out, dichiarandosi apertamente omosessuale nel lontano 1981, in seguito a una disputa legale tra lei e la sua ex partner Marylin Barnett. "Nel giro di 24 ore, da quando sono uscita allo scoperto - ha raccontato molti anni dopo - ho perso tutto. Ho detto addio ad almeno 2 milioni dollari di contratti di sponsorizzazione e per anni ho dovuto giocare solo per pagare i miei avvocati. Per i primi tre mesi sono andata in rosso di 500 mila dollari. Ero sotto shock». Ma da quegli anni molto duri, i tempi sono cambiati. E il prossimo 7 febbraio sarà lei, assieme a un'altra sportiva lesbica, a rappresentare un presidente che più di ogni altro s'è battuto per la tutela dei diritti degli omosessuali.
Infine, circola da giorni un'altra notizia importante, sempre a sfondo politica. Sarà amnistia per le Pussy Riot e per l’ex oligarca della Yukos, Mikhail Khodorkovsky? E’ l’ipotesi più accreditata dopo che mercoledì 4 dicembre il presidente russo, Vladimir Putin, ha annunciato un’amnistia entro l’anno per il ventesimo anniversario della Costituzione russa post-sovietica. L’annuncio di Putin, fatto di fronte alla Commissione del Cremlino per i diritti umani, è parsa come un gesto di clemenza per fare abbassare i toni in vista dei Giochi olimpici invernali di Soci 2014. Ma il presidente è rimasto sul vago sui confini del provvedimento, lasciando in dubbio se tra i beneficiari potranno esserci davvero i protagonisti di casi internazionali come l’ex petroliere Khodorokovski, le due Pussy Riot tuttora recluse (Nadia Tolokonnikova e Masha Aliokhina), o ancora il blogger d’opposizione Alexiei Navalni, gli ‘Arctic 30” di Greenpeace e le decine di manifestanti arrestati per i disordini in cui era degenerata una manifestazione contro Putin in piazza Bolotnaia l’anno scorso.
Ma c'è anche un bella notizia tutta italiana. L'azienda altoatesina Prinoth del Gruppo italiano Leitner – tra i leader mondiali negli impianti di trasporto a fune (fatturato 2012: 715 milioni) –, fornirà a Rosa Khutor, la località russa del Caucaso Occidentale che accoglie i Giochi Olimpici nel 2014, 62 battipista per una valore di 15 milioni di euro. "Essendo stati in gara con i più forti al mondo, questa commessa è la nostra medaglia d’oro. È la conferma dell’estrema fiducia che c’è nei confronti dell’alta qualità tecnologica delle nostre macchine, già protagoniste in passato di grandi eventi sportivi – spiega Werner Amort, presidente di Prinoth –. Ora anche le piste olimpiche di Sochi, su cui gareggeranno i più grandi campioni del circo bianco, saranno preparate e messe a punto nel migliore dei modi dai nostri battipista Made in Italy".
Prinoth sarà a Sochi con una rappresentanza importante. L’azienda altoatesina (nell’esercizio 2012 ha sfiorato i 200 milioni di fatturato, con 700 dipendenti) invierà sul posto i propri conducenti e diversi tecnici, che presteranno servizio di assistenza sulle macchine in azione. "Il nostro successo – aggiunge Werner Amort – è fortemente determinato dagli investimenti che ogni anno il nostro Gruppo effettua in Ricerca e Sviluppo. Nei giorni scorsi, proprio a Sochi, durante una prova generale perfettamente riuscita, anche Mojca Ogris Schimberg, direttore sportivo di Rosa Khutor, e Sergey Belikov, responsabile gare, hanno avuto modo di ammirare e apprezzare la qualità della nostra flotta". Il Gruppo Leitner – di cui fanno parte, oltre a Prinoth, anche Leitner Ropeways, Poma e Agudio (impianti di trasporto a fune), Leitwind (impianti per l’energia eolica) e Demaclenko (innevamento programmato) – vanta oltre 3.000 dipendenti. Secondo le previsioni, nel 2013 il fatturato del Gruppo supererà nuovamente quota 700 milioni di euro.
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