Armano e Ghedina, tra campioni ci si intende: a Turbigo un incontro speciale, tanti ricordi e... le Olimpiadi 2026

Ghedina e Armano, tra campioni ci si intende: a
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Claudio Losa

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Armano e Ghedina, tra campioni ci si intende: a Turbigo un incontro speciale, tanti ricordi e... le Olimpiadi 2026

Nel corso della rassegna "Bella Rider" dello scorso week-end, Dario Puppo ha intervistato il campione olimpico di bob, che ha raccontato come "gareggiare con il mito Eugenio Monti era garanzia non solo di vittoria, ma anche di sicurezza in un periodo del genere", e il jet d'Ampezzo che ha scritto la storia della velocità azzurra. "Le donne sulla Birds of Prey? Sarà tosta, ma felice della scelta. Sono convinto che Hirscher tornerà a vincere".

Un incontro speciale, tra due campioni delle discipline invernali che, nel cuore di Turbigo, hanno regalato quasi un'ora di ricordi, aneddoti, prospettive sul futuro pensando a Milano Cortina 2026 e... tanto altro.

Mario Armano e Kristian Ghedina sono stati ospiti dello Sci Club Ticino Turbigo, in occasione dell'evento organizzato sabato pomeriggio per celebrare i 50 anni del Parco del Ticino, nella seconda delle tre giornate di “Bella Rider – Special Edition”, che NEVEITALIA ha supportato e seguito con speciali dedicati.

Il nostro Dario Puppo si è potuto sbizzarrire al fianco dell'oro olimpico di Grenoble 1968 nel bob a quattro, e del leggendario “jet d'Ampezzo” capace di caratterizzare oltre 15 anni della velocità azzurra, con il “Ghedo” capace di vincere tutte le grandi classiche della discesa e salire due volte sul podio mondiale nella disciplina regina. Armano ha fatto parte del mitico equipaggio guidato da Eugenio Monti, per quel titolo ai Giochi che è storia dello sport azzurro: “Per me è sempre un piacere tornare a Turbigo, dopo 40 anni di collaborazione con lo Sci Club Ticino – ha raccontato il campione piemontese sul palco - Alla mia epoca c'erano tanti bob club e una concorrenza enorme, io ho avuto la fortuna di trovarmi col più bravo di tutti: Eugenio Monti sapeva individuare le linee ideali della discesa, portandoti non solo a vincere, ma anche a darti la garanzia che non ti sarebbe successo nulla.

E non è banale, visto che nella mia carriera ho visto morire sei atleti e le norme di sicurezza erano altra cosa rispetto a quest'oggi.

Dispiace che la FISI, per il suo centenario, abbia dimenticato Monti e che in generale il nostro sport non abbia reso il giusto merito ad un altro mito, Nino Bibbia (primo oro olimpico azzurro alle Olimpiadi invernali, nello skeleton ai Giochi di Sankt Moritz 1948), un autentico fenomeno che ho avuto il piacere di conoscere e ammirare anche come uomo. Pur abitando a Sankt Moritz e con mille sollecitazioni per passare alla nazionale svizzera, ha sempre voluto gareggiare per l'Italia”.

Cortina è un luogo speciale per Armano e Ghedina: “Spero e sono convinto che il mio paese farà una bellissima figura – le parole di Kristian sui Giochi del 2026 – e che questo evento possa lasciare qualcosa per il futuro”. “Cortina segnerà la rinascita del nostro bob – ha aggiunto convintamente Mario Armano riferendosi alla nuova e discussa pista – Sono convinto che ci riprenderemo tutto quello che abbiamo perso in questi anni e torneremo in cima al mondo”.

Il “Ghedo” ha vissuto un'intera giornata con i tanti giovani presenti a Turbigo: “E' stato bello trovare questa passione, d'altronde bisogna inventarsi qualcosa di nuovo con la neve che è sempre di meno. Nella mia vita di famiglia sono arrivati due bambini maschi, Natan e Bryan che hanno rispettivamente 4 e 1 anno e mezzo, me li sto godendo ma riesco sempre a divertirmi in tutto quello che faccio, dal calcio allo sci, dal tennis al golf sino all'automobilismo, che sapete è sempre stata una mia passione, ma negli ultimi due anni ho affrontato anche l'off-shore laureandomi campione europeo. Ho sempre avuto la velocità nel sangue e... un solo rimpianto: non aver praticato il bob a Cortina, ora sono troppo vecchio per scendere sulla pista che stanno costruendo per i Giochi Olimpici. Sì, è lo sport che mi ha impressionato di più in assoluto”.

A proposito della velocità, Ghedina sottolinea alcuni aspetti: “A Wengen e Kitzbuehel ho raggiunti i 156 km/h, ma dopo il ritiro ho voluto provare il km lanciato, ispirandomi a due fenomeni come i fratelli Origone. Ho fatto due gare da apripista con una velocità massima di 218 km/h, ma la percezione dipende sempre dal contesto e infatti non mi ha dato quella sensazione di velocità come può darti una Carcentina a Bormio, dalla quale esci a 105 km/h ma sembra di andare ai 400 per quanto fatichi a controllare gli sci”.

Il 4 dicembre 1997, il fuoriclasse cortinese è stato il primo atleta a battezzare la Birds of Prey con una vittoria, nell'esordio di Beaver Creek in CdM: la località del Colorado è diventata tappa fissa, ma nella stagione 2024/25 ci sarà anche la prima delle donne su una delle piste più esigenti del circo bianco. Cosa ne pensa il Ghedo? “Per le donne sarà una gara lunga ed esigente, vedremo come gestiranno la preparazione del manto nevoso che fa sempre la differenza ma sono favorevole a questa scelta e contento che possano cimentarsi su un tracciato così bello.

Ricordo la provocazione di Lindsey Vonn, quando era al top e vinceva con oltre un secondo sulle rivali, ipotizzando di gareggiare con gli uomini: vi dico solo che la mia compagna Patrizia Auer, che ha fatto nazionale per otto anni e un paio di stagioni in Coppa del Mondo, quando io allenavo Kostelic venne a vedere la Streif in pista, preparata quindi per gli uomini col ghiaccio vivo. “Qui arriverebbero giù la metà delle donne”, disse riferendosi soprattutto al fatto che serve una forza fisica estrema”.

Il direttore Puppo ha chiesto a Ghedina anche un pensiero sul ritorno di Hirscher, così come quello (ma dopo un solo anno sabbatico) di Lucas Braathen. “Quando mi sono ritirato nel 2006, avevo 36 anni e mezzo e mi prendevano in giro per l'età, ora è cambiato tutto in ogni sport e basta guardare a Johan Clarey, rimanendo sullo sci.

Personalmente, dopo aver smesso per i successivi 6-7 anni ho avuto l'idea di ritornare, avendo anche il piacere di lavorare con Kostelic e vedendo tutti gli allenamenti dei discesisti. Hirscher ha lasciato da vincitore, sono convinto che farà risultati perchè l'energia e la memoria muscolare la riprendi velocemente, pur dovendo lavorare di più ad una certa età. Penso che vincerà in Coppa del Mondo”.

Cliccando QUI potete rivedere il video dell'intero incontro con Mario Armano e Kristian Ghedina.

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