Jason Brown vince il Nebelhorn Trophy di Oberstdorf, ma non convince fino in fondo

Jason Brown vince il Nebelhorn Trophy di Oberstdorf, ma non convince fino in fondo
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Figure skating - Nebelhorn Trophy 2014

Jason Brown vince il Nebelhorn Trophy di Oberstdorf, ma non convince fino in fondo

Lo statunitense Jason Brown ha conquistato il successo nella gara maschile della quarantaseiesima edizione del Nebelhorn Trophy di Oberstdorf, migliorando il secondo posto ottenuto dodici mesi or sono.

Il diciannovenne californiano (237,17) si è imposto agevolmente in entrambi i segmenti di gara, ma ha confermato i dubbi riguardo la sua competitività in termini assoluti.

Nel libero odierno, l’allievo della sempre più gettonata Kori Ade ha evidenziato qualche limite di troppo sugli elementi di salto uscendo sconfitto dalla battaglia con il triplo axel, storicamente il suo punto debole. Sul primo tentativo, è, infatti, mancata parte di rotazione, mentre nella seconda occasione l’atterraggio è stato su due piedi con rotazione ancora mancante. Per la verità, Brown ha completato correttamente solamente quattro degli otto tripli proposti, ma ha parzialmente rimediato alla giornata storta sui salti eseguendo trottole di ottima fattura e comunque palesando una qualità di pattinaggio di gran lunga superiore a quella della concorrenza. Non a caso, il vice-campione nazionale statunitense ha fatto il vuoto su ciascuna voce delle componenti del programma distinguendosi per la ricchezza dei passaggi di transizione, per la capacità di restare sempre sulla nota e per la coreografia per nulla banale, aspetti che però, spesso e volentieri, rendono più complesso l’approccio agli elementi di salto.

Al giorno d’oggi, volente o nolente, non disporre di un quadruplo, senza avere piena padronanza del triplo axel, rappresenta un handicap enorme anche per pattinatori sul resto completi come appunto Jason Brown, che, al cospetto di atleti di prima fascia, non dispone di armi valide per riuscire a tenere il passo. In particolare, se da un lato lo statunitense è obbligato a non permettersi alcuna sbavatura, i vari Hanyu, Machida piuttosto che Fernandez possono anche incappare in errori eclatanti in quanto dispongono di ampio margine in termini di punti per rimediare.

Ovviamente, in contumacia degli attuali leader del movimento, il successo dello statunitense sul ghiaccio dell’Eislaufzentrum di Oberstdorf  non è mai stato in discussione, ma, sicuramente, qualche campanello d’allarme sarà suonato, visto e considerato che i connazionali Max Aaron e Richard Dornbush, pur sbagliando, hanno ottenuto punteggi complessivamente superiori nelle precedenti tappe di ISU Challenger Series.

In seconda posizione si è piazzato il padrone di casa Michal Brezina (228,48), atleta ceco che, dopo una parentesi di un paio d’anni in nordamerica, è tornato ad allenarsi nel rinomato centro della Baviera. Il ventiquattrenne allievo di Karel Fajfr, secondo in entrambi i segmenti di gara, ha affrontato il programma libero con la chiara intenzione di eseguire tre salti quadrupli e due tripli axel, ma, rispetto a quanto pianificato, è mancato all’appello un quadruplo toeloop cui va aggiunto un quadruplo salchow mancante di rotazione e terminato con una caduta. Brezina, nonostante la collaborazione di Stephane Lambiel nell’allestimento del programma, ha perso ben dieci punti dal vincitore sul PCS (program components score), che hanno vanificato quanto duramente guadagnato sul versante tecnico. In ogni caso, rispetto al recente passato, l’atleta ceco è apparso più avanti nella preparazione, fatto che potrebbe giovargli nell’imminente Grand Prix.

Il podio è stato completato dall’ultratrentenne russo Konstantin Menshov (211,03), che grazie a un quadruplo e sette tripli, ha avuto ragione del più quotato connazionale Sergei Voronov (210,05), in questi giorni in crisi sul triplo axel.

Il quinto posto è andato al canadese Elladj Balde (196,78), che ha preceduto il rientrante statunitense Alexander Johnson (191,41) e l’israeliano Alexei Bychenko (178,71).

L’azzurro Ivan Righini (177,89) si è dovuto accontentare dell’ottava posizione finale, tradito nel programma libero da una giornata negativa su tutti i salti partiti dal filo. Infatti, agli atavici problemi con il triplo axel, si sono aggiunti i passaggi a vuoto non abituali su rittberger e salchow. Il nuovo allievo di Michael Huth non è, invece, andato lontano dal completare il quadruplo toeloop, elemento che potrebbe garantirgli un’altra dimensione.  Al di là del risultato finale, il piano gara odierno resta piuttosto intrigante perché l’obiettivo è quello di eseguire un quadruplo e otto salti tripli, tra cui due flip e due lutz. Interessante anche la coreografia, curata da Alexander Zhulin su un medley musicale che parte con "My Way" di Frank Sinatra e si conclude con "Can't Take My Eyes off You", sempre versione Sinatra. Comunque, qualcosa di nuovo e, se vogliamo, anche fuori dalgi schemi.

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